Audizioni sullo Stato di diritto, Cerno: “Io censurato dal Parlamento Ue”. Ma Pd e M5s: “La richiesta era fuori tempo”
“In Italia parlano sempre di fascismo, io guardandomi in giro non lo vedevo. Oggi ho capito: ce l’avevano in casa. Al Nazareno, nelle sedi delle sinistre, nei programmi a sinistra della Rai”. Così Tommaso Cerno, direttore del quotidiano Il Tempo, lamenta di non essere stato invitato alle audizioni della Commissione per le Libertà civili (Libe) […] L'articolo Audizioni sullo Stato di diritto, Cerno: “Io censurato dal Parlamento Ue”. Ma Pd e M5s: “La richiesta era fuori tempo” proviene da Il Fatto Quotidiano.

“In Italia parlano sempre di fascismo, io guardandomi in giro non lo vedevo. Oggi ho capito: ce l’avevano in casa. Al Nazareno, nelle sedi delle sinistre, nei programmi a sinistra della Rai”. Così Tommaso Cerno, direttore del quotidiano Il Tempo, lamenta di non essere stato invitato alle audizioni della Commissione per le Libertà civili (Libe) del Parlamento europeo sullo Stato di diritto e la libertà di stampa in Italia. Il nome del giornalista ed ex deputato del Pd era stato proposto come relatore dal capogruppo di Fratelli d’Italia a Bruxelles, Nicola Procaccini, ricevendo però una risposta negativa dal presidente della Commissione, mentre sono stati convocati il conduttore di Report Sigfrido Ranucci (che ha denunciato numerose pressioni interne alla Rai) e il direttore di Fanpage Francesco Cancellato, uno degli spiati dal software israeliano Paragon in dotazione al governo. Non è chiaro, invece, a che titolo avrebbe dovuto essere chiamato a parlare Cerno. Ma Procaccini ha convocato comunque una conferenza stampa di protesta nella sede dell’Eurocamera, denunciando uno “sbilanciamento a sinistra piuttosto evidente e visibile nell’elenco dei relatori invitati”, mentre i ministri della Giustizia Carlo Nordio e dell’Interno Matteo Piantedosi hanno disertato l’audizione inviando al loro posto dei funzionari.
All’appuntamento di Fratelli d’Italia ovviamente c’era anche Cerno, che mercoledì ha pubblicato in prima pagina al posto dell’editoriale un fotomontaggio con il proprio volto imbavagliato e il titolo: “Qui sotto non scrivo niente perché l’Unione europea censura il Tempo“. In conferenza stampa il giornalista ha denunciato come la sua candidatura sia stata rifiutata pur essendo omosessuale dichiarato da tempo, essendo stato parlamentare di centrosinistra, avendo diretto l’Espresso e dirigendo tuttora “un giornale libero“: “Se libertà di pensiero è dire quello che dicono Elly Schlein o Nicola Fratoianni, non è libertà di pensiero“, ha incalzato, chiedendo a coloro “che si riempiono la bocca con il manifesto di Ventotene, la Costituzione e la Repubblica” di “non usare” un’immagine distorta dell’Italia “per il loro disegno di occupazione dello spazio politico del nostro Paese”.
A contestare la narrazione dei meloniani però sono gli europarlamentari di centrosinistra. “Loro non ci sono mai in commissione, all’ultimo hanno cercato di imporre il loro speaker ma è evidente che queste sessioni richiedono organizzazioni di mesi”, spiega il deputato Pd Alessandro Zan. “Dunque farla all’ultimo momento è solo strumentale per aprire un polverone, una polemica su una presunta libertà di stampa, quando loro con questo vogliono nascondere il fatto che non c’erano i ministri Nordio e Piantendosi, che ancora una volta sono assenti di fronte al Parlamento europeo che chiede spiegazioni sull’arretramento dell’Italia”. Identica la versione di Gaetano Pedullà del M5s: “Alla riunione di lavoro l’europarlamentare di Fdi Procaccini non si presenta e le destre non propongono alcun nome. Molti giorni dopo il tempo massimo, Fratelli d’Italia si accorge di aver dormito e chiede di inserire in audizione altri nomi. La presidente belga Sophie Wilmès, pur avendo dovuto escludere diversi nomi proposti nei tempi previsti, ammette lo stesso la prima delle personalità segnalate dai deputati assenti. Dunque, non solo non c’è stata alcuna censura, ma l’ex deputato renziano ora direttore del Tempo si presta al circo di Fratelli d’Italia e si inventa questa storiella per ribaltare la verità con due motivi evidenti: coprire i deputati di destra assenti e che non rispettano i tempi di lavoro e buttarla in caciara così da far passare in secondo piano le audizioni della Commissione, a partire dai ministri Nordio e Piantedosi assenti come Procaccini. Che altro dire se non che questa destra e le loro cheerleader sono ridicoli?”.
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