Ascoli, corteo antifascista: "In cinquemila per la fornaia"
Nessuno scontro. In piazza anche Lorenza Roiati, autrice dello striscione del 25 Aprile

C’è chi parla di cinquemila persone, chi di duemila, ma alla fine il balletto dei numeri vuol dire poco. Quello che resta è che la manifestazione antifascista organizzata dal collettivo Caciara dopo il caso della giovane fornaia identificata dalla polizia prima e dai vigili urbani poi per aver affisso nel suo negozio, il 25 aprile, lo striscione "Buono come il pane, bello come l’antifascismo", sia riuscita senza nessuno scontro. A far "saltare il tappo", espressione che in tanti hanno usato ieri mentre marciavano nel corteo che si snodava per il centro storico di Ascoli, sono stati però i due striscioni apparsi nella notte tra il 25 e il 26 aprile, che prendevano di mira proprio Roiati con inequivocabili riferimenti ai forni crematori dei nazisti. "I decreti sicurezza del governo Meloni, la strage in Palestina, i deliri di Donald Trump e dei sovranisti europei – ha spiegato una giovane attivista arrivata da San Benedetto –. Il video di Lorenza ha segnato la goccia che fa traboccare il vaso, non è vero che bisogna piegare la testa davanti ai bulli. Siamo qui per dire che esiste una società migliore". Quello che ha provocato più indignazione è il fatto che si trattasse di minacce anonime: "Ci mettessero la faccia, come ha fatto Lorenza". Lorenza che, raggiante, si guardava intorno incredula per quello che un video era stato in grado di provocare: "A volte una cosa piccola ci fa capire la direzione che la realtà sta prendendo molto più delle cose immense e spaventose che ci paralizzano". Quello "che è accaduto – spiega in mezzo alle centinaia di persone arrivate ad Ascoli per il corteo – dimostra quanto in questo momento si voglia indebolire il dissenso con gesti plateali rivolti a persone e gruppi già marginalizzati, come i migranti, le persone povere, gli attivisti, tutti coloro che sono colpiti dai decreti sicurezza".
Eleonora Grossi