Ancora volatilità a Wall Street, sollievo dai conti delle big bank
La guerra commerciale USA-Cina resta al centro della scena mentre entra nel vivo la stagione delle trimestrali con i risultati delle grandi banche statunitensi.

Verde tiepido allla Borsa di New York grazie ai risultati delle banche che hanno sorpreso positivamente provando ad ignorare l'intensificarsi della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Dopo una mattina in calo, i future passano in positivo, con guadagni di circa lo 0,20% per i contratti sul Nasdaq, sul Dow Jones e sullo S&P500.
Il dollaro continua a sprofondare nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD sale fino a 1,1475, ai massimi da tre anni, mentre l’oro continua a brillare, scambiato a 3.234 dollari l’oncia (future) dopo aver aggiornato il suo record storico (3.255 dollari). Bitcoin stabile a 82 mila dollari.
Oggi Pechino ha deciso di aumentare i dazi sulle merci statunitensi, portandoli dall’84% al 125%, aggiungendo che non andrà oltre. L’aumento è arrivato dopo che la Casa Bianca aveva chiarito che le tariffe imposte alle merci provenienti dalla Cina ammontano al 145% e non al 125% come indicato precedentemente.
"Dato che non c'è più alcuna possibilità di accettazione del mercato per le merci statunitensi esportate in Cina agli attuali livelli tariffari, se la parte statunitense continuerà successivamente a imporre tariffe sulle merci cinesi esportate negli Stati Uniti, la parte cinese non vi presterà attenzione", si legge nel comunicato diffuso dal Ministero delle Finanze.
Dal Ministero del Commercio avvisavano che il Paese prenderà delle contromisure con risolutezza e combatterà fino alla fine se gli Stati Uniti insisteranno nel continuare a violare gli interessi della Cina in modo sostanziale.
Successivamente, però, la principale associazione cinese di semiconduttori ha comunicato che le aziende di chip statunitensi che esternalizzano la produzione saranno esenti dai dazi di ritorsione della Cina sulle importazioni statunitensi.
Si tratta di una buona notizia, in quanto, data la natura altamente specializzata e multinazionale delle catene di fornitura dei chip, c'era incertezza nel settore su come sarebbero stati applicati i dazi all'import di chip.
L'ansia per i dazi aveva scatenato una nuova corsa ai beni rifugio, dopo un breve ma massiccio rally di sollievo in seguito alla mossa di Trump di mercoledì di ridurre temporaneamente i dazi su molti Paesi.
"Le prospettive a breve termine per gli asset di rischio globali rimangono incerte, date i timori per la crescita e l'inflazione, i sentimenti fluidi e gli sviluppi in rapida evoluzione sul fronte del commercio e dei dazi", spiegaVasu Menon, managing director della strategia di investimento presso OCBC Bank di Singapore.
Situazione che spinge al pessimismo, in particolare si teme l’arrivo di una crisi economica. "Sebbene non ci aspettiamo una recessione negli Stati Uniti, le aspettative del mercato la stanno già prezzando in misura molto elevata, con l'S&P 500 che è sceso del 10% dall'inizio dell'anno. Questo calo è ampiamente in linea con la diminuzione media degli utili durante una recessione", affermano gli strategist di UniCredit.
"Poiché ipotizziamo l'assenza di recessione e dato che le valutazioni dei mercati azionari sono inferiori di circa il 20% rispetto alla fine dello scorso anno, ci aspettiamo che i mercati azionari si stabilizzino gradualmente intorno ai livelli attuali in un contesto di continua e significativa volatilità. Non appena il polverone si sarà diradato, vediamo di nuovo un potenziale positivo per i mercati azionari (i nostri obiettivi di fine anno sono 5.700 punti per l'indice S&P 500 e 5.350 per l'Euro Stoxx 50)", concludono gli esperti della banca milanese.
Oggi entrava nel vivo la stagione degli utili a Wall Street e, come da tradizione, sono le grandi banche le protagoniste.
L'utile del primo trimestre di JPMorgan Chase è aumentato del 9% grazie ai maggiori guadagni derivanti dalle operazioni di negoziazione e trading, arrivando 14,6 miliardi di dollari (5,07 dollari per azione) dai 13,4 miliardi (4,44 dollari per azione) dell'anno precedente. In crescita anche le commissioni di investment banking (+12%) a 2,2 miliardi e i ricavi da trading (+21%).
Altra protagonista di oggi è Morgan Stanley, la quale ha registrato un utile in aumento grazie alla volatilità dei mercati che ha favorito l'attività dei clienti. Aumentati anche i ricavi: 17,7 miliardi nel primo trimestre rispetto ai 15,1 miliardi di un anno fa.
Bene anche Wells Fargo: gli utili sono aumentati del 6% nel primo trimestre, grazie alla solida performance dell'attività di gestione patrimoniale, le commissioni di consulenza sugli investimenti e quelle di intermediazione sono cresciute del 7% a 3,17 miliardi, grazie all'aumento delle commissioni basate sulle attività.
Infine, BlackRock ha registrato un calo dell'utile netto nel primo trimestre, attestandosi a 1,51 miliardi (9,64 dollari per azione), rispetto agli 1,57 miliardi di dollari (10,48 dollari per azione) dello stesso periodo dell'anno precedente. Questo calo è stato attribuito principalmente a un aumento delle spese, che sono salite a 3,58 miliardi di dollari dai 3,04 miliardi dell'anno scorso.
Alphabet (+1%): la sua controllata Google ha licenziato centinaia di dipendenti della divisione Platforms and Devices secondo quanto riferito da The Information.
Tesla (-0,50%): la Reuters pubblica indiscrezioni secondo cui UE e Cina valutano l’introduzione di un prezzo minimo per i veicoli elettrici cinesi, in alternativa ai dazi.
JP Morgan (+3%): utili a 14,6 miliardi di dollari (5,07 dollari per azione), per i tre mesi conclusi il 31 marzo, in crescita rispetto ai 13,4 miliardi (4,44 dollari per azione), dell'anno precedente.
Morgan Stanley (+1%): l'utile trimestrale a 4,3 miliardi di dollari (2,60 dollari per azione) superiore ai 3,4 miliardi (2,02 dollari per azione), di un anno fa.
BlackRock (+1%): utile netto a 1,51 miliardi di dollari, o 9,64 dollari per azione, per i tre mesi fino al 31 marzo, in calo rispetto agli 1,57 miliardi, o 10,48 dollari per azione, di un anno prima.
Wells Fargo (+0,50%): utile netto salito a 4,89 miliardi di dollari (1,39 dollari per azione), in aumento rispetto ai 4,62 miliardi (1,20 dollari per azione) dell'anno precedente.
Newmont (+2%) e Barrick Gold (+2%): azionario legato all’oro in crescita sulla spinta dei nuovi record dei prezzi dell’oro. In forte aumento Gold Fields (+6%), AngloGold Ashanti (+7%), Harmony Gold (+4%), Kinross Gold (+2%) e Agnico Eagle Mines (+3%).
Meta
Argus: buy e target price ridotto da 775 a 725 dollari.
Alphabet
Oppenheimer: buy e prezzo obiettivo tagliato da 205 a 185 dollari.
Nvidia
UBS: buy e prezzo obiettivo confermato a 185 dollari.
Citigroup: buy e target price ridotto da 150 a 163 dollari.
Tesla
RBC Capital Markets: buy e prezzo obiettivo abbassato da 320 a 314 dollari.
Delta Airlines
Argus: buy e target price diminuito da 80 a 55 dollari.