Anche il lapideo trema: "Periodo già difficile. Regrediti all’era Covid"
La preoccupazione del presidente del Cosmave

A livello istintivo la reazione si rifà al celebre detto "piove sul bagnato". Ma visto che parliamo di marmo e altre pietre lavorate è l’aggettivo "pesante" a schiacciare la serenità del mondo lapideo versiliese dopo la decisione del governo Trump di istituire i dazi. Circa un terzo del totale dell’export, infatti, ha come destinazione gli Usa e il timore delle aziende è che dall’altra parte dell’oceano venga tirato il freno a mano di fronte a questi nuovi salassi. Sarebbe l’ennesima tegola viste le brutte notizie che già da tempo arrivano, per motivazioni diverse, dal Medio Oriente (guerra) e dalla Cina (crollo del mercato).
Pensare che il 2024, in base ai dati forniti da Confindustria Toscana Nord, era andato benone. Il settore lapideo versiliese (inteso come sola provincia di Lucca) l’anno scorso ha infatti esportato materiali pari a un valore di 152 milioni di euro (+6,7%) rispetto al 2023.
Il risultato è stato determinato da una crescita dell’export dei blocchi (43 milioni, pari al +42%) e da una flessione delle pietre lavorate (109 milioni, pari al -2,8%). Da sabato 5 aprile, giorno della partenza ufficiale dei dazi Usa, lo scenario è di nuovo mutato, ancora non si sa con quali conseguenze. "C’è molta incertezza: per il momento – spiega Agostino Pocai, presidente del consorzio Cosmave di Pietrasanta – le commesse nuove sono congelate. Sappiamo sicuramente che le merci che partono sono soggette a questo ulteriore 20% di imposizione doganale. Questa percentuale si andrà ad accumulare con i dazi che già applichiamo sui nostri prodotti quando esportiamo negli Usa, che oscillano dal 4% al 6% a seconda del materiale. Comincia ad essere un valore importante: negli ultimi sei mesi il mercato è stato lento e guardingo, ma ora la situazione si fa davvero complicata. Si prospetta un anno non duro, ma durissimo".
Senza troppi giri di parole, Pocai descrive uno scenario che tutti pensavano fosse finito per sempre, ossia quello dell’era Covid: "Siamo in emergenza proprio come quando il mondo si fermò per l’emergenza Covid. Quella però fu una cosa inaspettata, mentre Trump in campagna elettorale aveva promesso l’applicazione dei dazi. Di certo non pensavamo che avvenisse con una percentuale così alta. Venerdì scorso alcuni clienti Usa hanno telefonato per sapere come stanno le cose. Siamo nella confusione più totale e questo potrebbe determinare il congelamento delle decisioni a discapito soprattutto delle cose meno urgenti. Un conto, ad esempio, è acqusitare 100 lastre per un intervento, altro è comprarle solo per tenerle in magazzino". Il rammarico più grande è sapere che gli Usa, per il lapideo, è il mercato principale. "Rappresenta circa un terzo di tutto l’export – conclude – e questa proprio non ci voleva. È un periodo in cui l’export è lento a causa della contrazione verso il Medio Oriente per la guerra nella striscia di Gaza e della crisi della domanda dalla Cina, dove al calo del mercato delle costruzioni si somma il fatto che là accolgono più i grezzi e i blocchi anziché i lavorati".
Daniele Masseglia