Anche il Congo corteggia Trump con i minerali critici

Imitando forse l'Ucraina, il Congo sta esibendo le sue riserve minerarie per attirare l'attenzione di Trump e garantirsene l'appoggio: il paese è ricco di rame e cobalto, e deve contrastare una ribellione armata nell'est (sostenuta dal Ruanda).

Mar 10, 2025 - 17:10
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Anche il Congo corteggia Trump con i minerali critici

Imitando forse l’Ucraina, il Congo sta esibendo le sue riserve minerarie per attirare l’attenzione di Trump e garantirsene l’appoggio: il paese è ricco di rame e cobalto, e deve contrastare una ribellione armata nell’est (sostenuta dal Ruanda)

Gli Stati Uniti hanno avviato delle trattative preliminari con la Repubblica democratica del Congo per un accordo sui cosiddetti “minerali critici”, cioè quelle materie prime necessarie ai settori dell’energia o della difesa il cui approvvigionamento potrebbe risultare problematico.

IL POTENZIALE MINERARIO DEL CONGO

Il Congo possiede giacimenti notevoli di rame (un ottimo conduttore elettrico), cobalto (si utilizza nella produzione delle batterie al litio) e di uranio (il combustibile per i reattori nucleari). Come riportato dal Financial Times, il mese scorso il paese ha presentato agli Stati Uniti una proposta di accordo: gli americani otterrebbero i diritti esplorativi delle riserve congolesi in cambio dell’appoggio al presidente Félix Tshisekedi. Il governo centrale del Congo è impegnato nella gestione di un conflitto armato nella parte orientale del paese, dove l’organizzazione paramilitare M23 – sostenuta dal Ruanda – ha preso il controllo delle città di Goma e Bukavu e di vaste porzioni di territorio ricche di minerali.

L’INTERESSE DI TRUMP PER LE MATERIE PRIME CRITICHE

Un portavoce del dipartimento di stato degli Stati Uniti ha detto al Financial Times che “la Repubblica democratica del Congo è dotata di una quota significativa dei minerali critici necessari per le tecnologie avanzate. Gli Stati Uniti sono aperti a discutere di partnership in questo settore che siano allineate con l’agenda America First dell’amministrazione Trump. I partenariati con le aziende statunitensi rafforzeranno le economie degli Stati Uniti e del Congo, creeranno posti di lavoro più qualificati e integreranno il paese nelle catene del valore regionali e globali”.

L’amministrazione Trump ha già mostrato interesse per le riserve minerarie dell’Ucraina, che non è ricca di terre rare – come sostenuto invece dal presidente americano – ma di litio, grafite, titanio, uranio e gallio.

Il mese scorso il senatore Pierre Kanda Kalambayi ha inviato una lettera al segretario di stato americano Marco Rubio proponendo il seguente accordo: il Congo garantirà alle aziende statunitensi i diritti estrattivi per i progetti minerari e collaborerà allo sviluppo di riserve strategiche; in cambio, riceverà da Washington addestramento ed equipaggiamenti per le proprie forze armate.

Benché un accordo, come detto, non sia stato raggiunto e le discussioni siano ancora a uno stato iniziale, l’interesse mostrato comunque dagli Stati Uniti sembra confermare l’interesse dell’amministrazione Trump all’acquisizione di materie prime critiche in giro per il mondo. Al di là dell’Ucraina, il presidente ha ripetuto più volte di voler prendere il controllo della Groenlandia, un’isola ricca in particolare di terre rare, nichel e cobalto.

IL CONTRASTO DELLA CINA

Ma una maggiore presenza economica americana in Congo potrebbe anche rivelarsi utile a contrastare l’influenza della Cina e delle sue aziende, che controllano le principali attività minerarie nel paese. Al contrario, non ci sono grandi compagnie minerarie statunitensi in Congo dal 2016, quando Freeport-McMoRan vendette la sua quota nella miniera di rame di Tenke Fungurume: vi si estrae anche cobalto ed è gestita dal gruppo cinese Cmoc.

A questo proposito, nella lettera a Rubio si legge che “mentre la Cina ha storicamente dominato le catene di approvvigionamento minerario nella Repubblica democratica del Congo, il recente cambiamento di politica da parte del presidente Tshisekedi presenta una rara opportunità per gli Stati Uniti di stabilire una catena di approvvigionamento diretta ed etica”. L’amministrazione Trump ha attaccato le autorità di Panama per la grande presenza cinese nel canale, una delle linee di navigazione più importanti al mondo, contribuendo all’acquisizione dei porti di Balboa e Cristobal da parte di un consorzio formato da BlackRock, Mediterranean Shipping Company e Global Infrastructure Partners.

IL CONGO HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI AIUTO?

La proposta sui minerali agli Stati Uniti potrebbe anche essere un segnale della debolezza del presidente Tshisekedi, che deve difendersi dai ribelli nell’est – a gennaio i combattimenti si sono intensificati – e dai suoi avversari politici.

Intanto, le Nazioni Unite hanno accusato il Ruanda di sostenere attivamente, attraverso l’invio di proprie truppe, l’organizzazione M23 con lo scopo di mettere le mani sui giacimenti di oro e di coltan (un minerale utilizzato nella manifattura degli smartphone), e non solo.

In sostanza – in maniera non troppo diversa dall’Ucraina -, il Congo sta esibendo le sue riserve minerarie per attirare l’attenzione di Trump e garantirsi il suo appoggio concreto.