Alimenti tossici per bambini: gli Usa hanno un serio problema di regolamentazione

Tutti gli alimenti dovrebbero essere sicuri e privi di contaminanti, e questo è ancora più cruciale se pensiamo ai cibi destinati ai bambini, particolarmente vulnerabili agli effetti negativi di sostanze come metalli pesanti, pesticidi e altre tossine. Eppure, negli USA c’è un serio problema in questo senso, dovuto a gravi falle nel sistema di regolamentazione....

Feb 17, 2025 - 12:19
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Alimenti tossici per bambini: gli Usa hanno un serio problema di regolamentazione

Tutti gli alimenti dovrebbero essere sicuri e privi di contaminanti, e questo è ancora più cruciale se pensiamo ai cibi destinati ai bambini, particolarmente vulnerabili agli effetti negativi di sostanze come metalli pesanti, pesticidi e altre tossine. Eppure, negli USA c’è un serio problema in questo senso, dovuto a gravi falle nel sistema di regolamentazione.

Alcuni test e indagini negli ultimi anni, hanno rivelato livelli preoccupanti di metalli pesanti come piombo, arsenico e cadmio in diversi prodotti per l’infanzia, oltre alla contaminazione da Cronobacter sakazakii, un batterio potenzialmente letale per i neonati.

Sebbene la Food and Drug Administration (FDA) abbia introdotto alcune linee guida per limitare la presenza di tali contaminanti, queste sono solo volontarie e non coprono tutti i prodotti. L’industria alimentare, dal canto suo, ha poi reagito in modo inefficace, spesso intervenendo solo dopo che sono emersi scandali o sotto la pressione dell’opinione pubblica.

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Regolamentazione insufficiente e standard solo volontari

A gennaio 2025, la FDA ha introdotto limiti massimi per il piombo in alcuni alimenti per l’infanzia, tra cui puree di frutta e cereali secchi. Tuttavia, queste linee guida, come già dicevamo, sono volontarie e non riguardano tutti i prodotti, escludono ad esempio snack a base di cereali e latte artificiale. Una lacuna normativa che è stata fortemente criticata da parte di esperti e associazioni di consumatori, che chiedono misure più stringenti e soprattutto obbligatorie per proteggere la salute dei bambini.

E le aziende nel frattempo cosa fanno? I produttori tendono a intervenire solo dopo che emergono scandali o pressioni da parte dell’opinione pubblica, invece di adottare standard di sicurezza più rigorosi in modo proattivo. E il caso del ritiro del latte artificiale Abbott nel 2022 è un esempio lampante di come la mancanza di controlli adeguati possa portare a gravi conseguenze.

Cosa è successo? Nel febbraio 2022, Abbott Nutrition ha avviato un richiamo volontario di tre formule per l’infanzia—Similac, Alimentum ed EleCare—prodotte nel suo stabilimento di Sturgis, Michigan. Questa decisione è stata presa dopo che quattro neonati hanno sviluppato infezioni batteriche, tra cui Cronobacter sakazakii e Salmonella Newport, presumibilmente a causa del consumo di questi prodotti. Le infezioni da Cronobacter possono causare sepsi e meningite nei neonati, condizioni potenzialmente letali.

In seguito alle segnalazioni, la Food and Drug Administration (FDA) ha ordinato la chiusura dello stabilimento per indagare sulle cause della contaminazione, chiusura che ha esacerbato una già esistente carenza di latte artificiale negli Stati Uniti, mettendo in difficoltà molte famiglie. Nonostante le indagini, Abbott ha dichiarato di non aver trovato prove definitive che collegassero le sue formule alle infezioni segnalate.

Oltre ai limiti normativi, sembra che un aspetto cruciale della crisi negli USA sia proprio la mancanza di trasparenza da parte delle aziende produttrici. Molte imprese non forniscono informazioni dettagliate sulla provenienza degli ingredienti e sui livelli di contaminanti nei loro prodotti. Questa situazione mina la fiducia dei consumatori e impedisce ai genitori di fare scelte consapevoli per la salute dei propri figli.

Affinché la situazione migliori, è necessario un cambio di paradigma: le aziende devono adottare standard di sicurezza più elevati non solo per conformarsi alle regolamentazioni minime, ma per garantire realmente la protezione della salute dei più piccoli. La FDA dovrebbe invece rafforzare i controlli e rendere obbligatorie le linee guida attualmente volontarie.

E in Europa?

Se negli USA la regolamentazione sembra essere ancora decisamente inadeguata, in Europa gli standard per gli alimenti per l’infanzia sono generalmente più severi.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) stabilisce limiti rigorosi per la presenza di contaminanti nei cibi destinati ai bambini, e l’Unione Europea ha adottato normative più stringenti per metalli pesanti e additivi alimentari.  Ad esempio, i limiti di arsenico nel riso per neonati sono più restrittivi rispetto a quelli statunitensi, e le aziende sono soggette a controlli più frequenti.

Inoltre, l’UE applica il principio di precauzione, che impone il divieto o la limitazione di sostanze potenzialmente dannose anche in assenza di prove definitive sul loro impatto sulla salute. Questo approccio si traduce in una maggiore tutela dei consumatori e in un minore rischio di esposizione a sostanze nocive rispetto agli Stati Uniti, dove il mercato e l’industria esercitano una maggiore influenza sulle decisioni regolatorie.

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