Affitti e acquisti di case sempre più proibitivi: quanto pesano sul reddito

L'analisi di idealista mette in evidenza che i redditi sono sempre meno capienti e il peso di un affitto o un mutuo è sempre più grande: +6% rispetto al 2020

Apr 20, 2025 - 09:56
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Affitti e acquisti di case sempre più proibitivi: quanto pesano sul reddito

Negli ultimi cinque anni, il sogno della casa è diventato sempre più distante per le famiglie italiane. I prezzi di vendita e i canoni di affitto sono cresciuti più rapidamente dei salari, facendo aumentare sensibilmente lo sforzo economico richiesto per ottenere un’abitazione: oggi serve il 6% in più rispetto al 2020 per affittare o acquistare casa, secondo l’analisi del portale immobiliare idealista. Dall’ultimo trimestre 2020 allo stesso periodo del 2024, il tasso di sforzo – l’indicatore che misura il peso della spesa per la casa sul reddito disponibile – è salito dal 12% al 18% per l’acquisto e dal 24% al 30% per l’affitto.

Sforzo per l’acquisto in aumento

?Negli ultimi anni, i salari in Italia non sono riusciti a tenere il passo con l’inflazione, causando una significativa perdita del potere d’acquisto per molte famiglie. Nel settore immobiliare, questa erosione del potere d’acquisto ha contribuito all’aumento del tasso di sforzo, ovvero la quota di reddito necessaria per sostenere le spese abitative. Nonostante una recente diminuzione dei tassi di interesse sui mutui, il tasso di sforzo medio per l’acquisto di una casa in Italia si attesta ora al 18% contro il 12% del quarti trimestre 2020, con picchi significativi in alcune città?

La situazione in città

Il capoluogo dove acquistare casa è diventato sempre più impegnativo negli ultimi 5 anni è Bolzano, con un balzo del 14% rispetto al 2020. Seguono Rimini, Napoli e Verbania (tutte su del 13%), Firenze, Venezia, Milano e Monza hanno visto un incremento del peso per l’acquisto pari all’11%, mentre Roma registra un +9%. Palermo e altri 13 capoluoghi mostrano una crescita in linea con la media nazionale (6%), mentre 54 città si mantengono sotto questo livello, con aumenti che vanno dal 5% di Lecco al 2% di Caltanissetta. Nessuna città ha registrato una diminuzione o una stabilità del tasso di sforzo per l’acquisto.

Le città con i tassi di sforzo più elevati sono Venezia (37%), Bolzano (35%) e Milano (33%), seguite da Rimini e Napoli (entrambe al 32%), Firenze (30%), mentre Roma si ferma al 27%. Queste città evidenziano come l’accesso alla proprietà immobiliare sia particolarmente gravoso in determinate aree del Paese. Al contrario, in altre città, come Biella e Caltanissetta, il tasso di sforzo è significativamente più basso, attestandosi all’8%, indicando una maggiore accessibilità al mercato immobiliare locale.?

Affitti: lo sforzo cresce ovunque, Firenze la peggiore

Negli ultimi cinque anni, il mercato delle locazioni in Italia ha subito una trasformazione significativa, caratterizzata da una marcata riduzione dell’offerta di affitti a lungo termine e da un conseguente aumento dei canoni. Questo cambiamento è attribuibile principalmente alla crescita degli affitti brevi turistici e dei contratti transitori, che hanno sottratto disponibilità al mercato tradizionale. In questo contesto, Firenze emerge come la città in cui l’impegno economico richiesto a un nucleo familiare per affittare un immobile è aumentato maggiormente rispetto al 2020, con un incremento del 21%, passando dal 27% al 48% del reddito destinato all’affitto. Seguono Como con un aumento del 14% (dal 32% al 46%), Napoli e Roma entrambe con un incremento del 13%, raggiungendo rispettivamente il 47% e il 41% del reddito familiare da destinare al pagamento del canone, ben oltre la soglia di sostenibilità indicata dagli esperti.

Altri aumenti significativi si registrano a Vicenza (12%) e Venezia (11%). Milano segna un incremento a doppia cifra del 10% in cinque anni, con un tasso di sforzo che tocca ora il 40% del reddito familiare. Parma, Verona, Lodi, Lecce e Grosseto si allineano alla media nazionale del 6%. In 17 capoluoghi lo sforzo per l’affitto è rimasto stabile, mentre in 10 è addirittura diminuito – con Oristano a guidare il trend inverso (-6%).