“Adolescence” e il lato misogino dei social: i numeri del Regno Unito sull’aumento della mascolinità tossica

Lanciata il 13 marzo 2025, la serie Netflix Adolescence sta già scuotendo profondamente il Regno Unito, perché porta finalmente al grande pubblico il lato oscuro e violento della cultura digitale tra gli adolescenti, e l’impotenza degli adulti. La trama, che segue un gruppo di ragazzi alle prese con misoginia online, cultura incel e pressioni di […] L'articolo “Adolescence” e il lato misogino dei social: i numeri del Regno Unito sull’aumento della mascolinità tossica proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 21, 2025 - 15:14
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“Adolescence” e il lato misogino dei social: i numeri del Regno Unito sull’aumento della mascolinità tossica

Lanciata il 13 marzo 2025, la serie Netflix Adolescence sta già scuotendo profondamente il Regno Unito, perché porta finalmente al grande pubblico il lato oscuro e violento della cultura digitale tra gli adolescenti, e l’impotenza degli adulti. La trama, che segue un gruppo di ragazzi alle prese con misoginia online, cultura incel e pressioni di genere, ha ricevuto l’approvazione del primo ministro Keir Starmer, che ieri, rivelando di averla vista con i due figli teenagers, ha dichiarato: “È uno strumento potente per le scuole”.

Ma il consenso non è uniforme: su X le reazioni spaziano da elogi per il coraggio narrativo a critiche feroci, fra chi accusa la serie di “demonizzare i ragazzi”, altri che la vedono come un campanello d’allarme su una crisi reale e abusi verbali alla produzione e al cast. Nervi scoperti, decisamente. Il dibattito sta dividendo genitori, educatori, politici, giovanissimi e sta catalizzando una divisione che chi scrive segue da tempo: il solco fra chi loda Adolescence per aver dato voce ad una generazione cresciuta tra TikTok e forum estremisti, e chi teme che amplifichi stereotipi negativi sulla mascolinità. La serie arriva in un momento critico, con scuole che segnalano un aumento di comportamenti misogini e il governo che lotta per applicare l’Online Safety Act, la legge che regolamenta l’online e le responsabilità delle piattaforme, approvato nel 2023 e la cui parte sanzionatoria è entrata vigore proprio questa settimana.

Al centro della serie c’è la cultura incel, abbreviazione di “celibi involontari”; una sottocultura online, prevalentemente maschile, segnata da frustrazione per il rifiuto romantico e sessuale, e che spesso sfocia in misoginia ed estremismo anche nella vita reale. Dai suoi inizi negli anni ’90 come spazio neutro di condivisione delle frustrazioni di uomini respinti o vergini, dagli anni 2010 si è trasformata in una forza tossica nel Regno Unito. Oggi, i forum incel registrano circa 1.000 riferimenti misogini al giorno (Centre for Countering Digital Hate, 2024), un dato rimasto stabile dal 2022, malgrado gli sforzi per contrastarlo. La sparatoria di Plymouth del 2021, in cui Jake Davison uccise cinque persone declamando idee incel, ha fatto schizzare il traffico sui forum di cinque volte. Ma un censimento è reso arduo dal fatto che gli scambi spesso avvengono su piattaforme criptate come Discord.

I ragazzi britannici, alcuni appena dodicenni, vengono attirati da contenuti apparentemente innocui – videogiochi o fitness – via YouTube e TikTok; da lì in alcuni casi scivolano verso l’estremismo. Un sondaggio YouGov di fine 2024 rivela che il 15% dei ragazzi tra 13 e 17 anni, circa 250.000, ammira figure della “manosphere” come Andrew Tate, nonostante i suoi guai giudiziari per reati sessuali. Il programma governativo di contrasto agli estremisti, Prevent, ha registrato 50 segnalazioni di casi legati a ideologie incel nel 2023-24, un calo rispetto ai 77 dell’anno precedente, ma gli insegnanti avvertono che la misoginia in classe non accenna a diminuire, mentre le denunce languono con il venire meno, da parte delle giovanissime vittime, della fiducia nel sistema. Negli ultimi anni la retorica incel si è intrecciata con temi di estrema destra e negazionismo climatico, rendendo la radicalizzazione più subdola e complessa.

La mascolinità tossica – l’idea che la virilità debba esprimersi come dominio e aggressività nei confronti sia delle donne che di altri maschi ‘inferiori’ – sta lasciando un segno profondo sugli adolescenti britannici. Programmi televisivi o contenuti social rafforzano stereotipi di conquista e forza fisica, mentre uno studio UCL del 2025 mostra che il 60% dei contenuti TikTok per ragazzi, complice l’algoritmo, diventa misogino entro una settimana. Secondo Ofcom, l’agenzia delle comunicazioni, nel paese il 70% dei 13-17enni usa la piattaforma, quindi la platea potenziale è di milioni di ragazzini. Il sindacato NASUWT riporta che il 68% delle insegnanti donne, oltre 100.000, ha subito comportamenti misogini dagli studenti nel 2024, mentre i workshops di Tomorrow Man rivelano che un ragazzo su tre imita atteggiamenti aggressivi da “maschio alfa” per guadagnare rispetto.

Le conseguenze emergono nei dati ufficiali: i crimini con coltello legati a stupri sono aumentati del 16,7% in quattro anni (Home Office, marzo 2024), e spesso sono commessi da giovani sotto i 18 anni. Le scuole denunciano un incremento delle molestie sessuali dal 2021, con ragazzi che “valutano” le compagne o condividono revenge porn.

Qual è il ruolo dei social media? Stabilire una relazione casuale diretta è scivoloso, ma i dati sembrano suggerire che il modello di business dei social, che favorisce polarizzazione e viralità, abbia una parte fondamentale nell’alimentare questa crisi. Gli algoritmi di TikTok e YouTube spingono gli adolescenti verso contenuti estremi: l’80% dei 13-17enni britannici, circa 2 milioni, incontra materiale dannoso ogni mese (Ofcom, 2024), con la misoginia in cima alla lista. Uno studio scozzese di Zero Tolerance (2024) rivela che il 70% delle ragazze tra 13 e 18 anni nota come la misoginia online influenzi i ragazzi, da insulti a molestie.

Scuole e organizzazioni per la protezione dei minori si sono mobilitate: il 30% delle secondarie britanniche, circa 1.200, usa lezioni PSHE (Personal, Social, Health and Economic education) per insegnare rispetto e alfabetizzazione digitale, con programmi che raggiungono 750.000 studenti. Programmi come Bold Voices contrastano i valori proposti da alcuni influencer, e promuovono una mascolinità positiva. L’Online Safety Act prevede multe per le piattaforme che non rimuovono contenuti dannosi, ma l’applicazione pratica arranca dietro alla capacità di rapida innovazione delle piattaforme e all’inventiva dei ragazzi.

Lo sceneggiatore di Adolescence, Jack Thorne, ha lanciato un appello provocatorio: “Bandiamo gli smartphone per i minori di 16 anni. Sono il canale principale di questa tossicità”. La proposta era già approdata in Parlamento, dove un gruppo trasversale di deputati, sostenuto da organizzazioni come Smartphone Free Childhood, sta spingendo per una legge che limiti l’accesso ai dispositivi. In casi estremi, si sono registrati casi di suicidi di giovanissimi attribuibili all’effetto di alcuni contenuti social.

Anche qui, il dibattito è molto polarizzato: i critici avvertono di un “eccesso di controllo” che infantilizza gli adolescenti, e dell’impatto sull’educazione digitale soprattutto dei ragazzi che non possono permettersi un computer. Ma Smartphone Free Childhood, che vanta decine di migliaia di iscritti ed è attivissima nelle scuole, ha raccolto 50.000 firme per la petizione, e nel 2025 sta organizzando proteste fuori Westminster e nel Paese. Con l’Online Safety Act che fatica a tenere il passo – gli adolescenti aggirano i filtri con VPN – il dibattito sul bando degli smartphone potrebbe segnare una svolta, e lo shock della visione di Adolescence sta creando un clima favorevole.

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