Abusi nella ginnastica, si rifarà il processo sportivo a carico di Maccarani? Silenzi e ambiguità dopo la rimozione del procuratore
L'allenatrice ricevette una semplice ammonizione, ma chi doveva indagare sulle denunce di Anna Basta e Nina Corradini è stato rimosso per "violazione dei doveri di indipendenza e riservatezza". E ora che succede? L'articolo Abusi nella ginnastica, si rifarà il processo sportivo a carico di Maccarani? Silenzi e ambiguità dopo la rimozione del procuratore proviene da Il Fatto Quotidiano.

Un nuovo processo sportivo a carico di Emanuela Maccarani ci sarà, oppure no? È la domanda che aleggia da mesi intorno alla Federginnastica, in seguito alla semplice ammonizione inflitta nel 2023 ai danni dell’allenatrice della squadra nazionale di ginnastica ritmica da parte della Procura Federale, che ha avuto il compito di indagare sui presunti abusi psicologici subiti dalle ex atlete Anna Basta e Nina Corradini. Porsi tale domanda ha ancora più senso oggi, essendo più delineato il destino di alcuni dei protagonisti di questa vicenda. Tra questi, c’è il presidente del Coni Giovanni Malagò, le cui speranze di ricandidarsi a giugno sembrano essere state spente definitivamente dal ministro Andrea Abodi, che ha ritenuto necessario ricordare come la legge non preveda un rinnovo per il ruolo che ricopre dopo il terzo mandato. Il presidente della Federginnastica Gherardo Tecchi ha dichiarato che a marzo non si ricandiderà, a 75 anni, per fare largo ai giovani. Bontà sua.
Ma è il procuratore Michele Rossetti ad aver avuto una conseguenza diretta al suo operato in questa storia, essendo stato recentemente rimosso dal suo incarico su decisione della Commissione federale di garanzia. La motivazione non lascia spazio a dubbi sul modo in cui sono state portate avanti le indagini: “Violazione dei doveri di indipendenza e riservatezza e grave negligenza nell’espletamento delle funzioni”. Qualche dubbio riguardo la sua indipendenza era sorto già alla pubblicazione di alcune intercettazioni che lo avevano visto protagonista, dalle quali emerge che aveva apostrofato come “stronze” le presunte vittime – le stesse che avrebbe dovuto tutelare -, chiedendosi poi se non fosse il caso di cominciare a dare anche “qualche bacchettata”.
La necessaria terzietà del suo ruolo sembra abbia vacillato anche a colpi di mozzarella, come si legge nelle carte della procura del Tribunale di Monza (che, a sua volta, non ha ancora deciso se archiviare o meno le accuse nei confronti di Maccarani): “Senti il tuo vice, nonché gran commissario del… – dice al telefono Rossetti a Gherardo Tecchi – che sta qui vicino a me (ride), che oggi ha fatto di tutto, ci ha portato anche la mozzarella”. Peraltro, il vicepresidente a cui fa riferimento il procuratore federale è Valter Peroni, che per l’appunto era stato designato commissario per l’Accademia di Desio, “quindi con evidenti compiti di controllo”, scrive la Procura di Monza.
D’altronde, Peroni è lo stesso che diligentemente aveva fatto da tramite tra Rossetti e Maccarani in relazione alla lista delle atlete da sentire, cercando di escludere quelle che avrebbero avuto qualcosa da ridire sull’operato dell’allenatrice. “Adesso ti faccio la fotografia di questo elenco che mi ha fatto Emanuela dove ci sono due crocette, e queste due crocette sono quelle che ti aveva indicato lei a suo tempo”, spiega il vice di Tecchi al pm federale, “e poi ci sono due trattini, invece, che sono due che secondo lei sono negative”. A proposito di indipendenza e riservatezza.
Alla luce della decisione della Commissione federale di garanzia di rimuovere Rossetti, anche per “grave negligenza nell’espletamento delle funzioni”, la logica imporrebbe che venisse istituito un nuovo procedimento sportivo, considerando quantomeno falsato quello già concluso in cui il pm federale aveva ritenuto Maccarani colpevole solo di “eccesso di affetto” nei confronti delle ragazze che chiamava maiali, prosciutti, a cui diceva che facevano schifo e chiedeva come facessero a guardarsi allo specchio. E che tali affermazioni siano veritiere non lo sostengono più solo le ex Farfalle, ma anche la Procura di Monza. Eppure, tutto tace.
Anna Basta e Nina Corradini, per tramite dei loro legali e coadiuvate dall’associazione Change The Game, hanno provato a bussare alla porta della Procura generale del Coni e a quella della Federginnastica. Le risposte sono state degne di un oroscopo a libera interpretazione. La Procura federale della ginnastica è stata secca e sibillina: “In relazione alla vostra richiesta – si legge – si informa che, allo stato e ai sensi del Regolamento di Giustizia della Federazione Ginnastica d’Italia, non vi sono notizie suscettibili di essere comunicate”. Il che vuol dire tutto e non vuol dire niente. È forse stato aperto un procedimento, ma non se ne può dare contezza perché le indagini in corso sono ancora riservate, oppure non ci sono notizie da dare perché a oggi nulla ancora è stato istruito?
La Procura Generale del Coni, se possibile, ha reso tutto ancora più confuso. Partendo dal presupposto che l’organo preposto al processo sportivo è il tribunale federale, l’iscrizione del procedimento deve comunque risultare al Coni, che quindi potrebbe facilmente confermare o smentire tale azione. Ma non lo fa. Anzi, in un’email perlomeno più articolata di quella concessa dalla Federginnastica, il procuratore generale Ugo Taucer elenca una serie di norme giuridiche entrando in tecnicismi che scagionerebbero l’intervento diretto della Procura Generale, ribadendo come tutto sia in mano allo Procura Federale. Parlando di norme, però, omette di citarne una in particolare. Si legge, infatti, nell’articolo 12 dello Statuto del Coni che “il potere di avocazione – cioè di prendersi carico di indagini che spetterebbero alle procure federali – può essere altresì esercitato nei casi in cui emerga un’omissione di attività di indagine tale da pregiudicare l’azione disciplinare”. È ragionevole pensare che le motivazioni della sospensione di Rossetti dal ruolo di procuratore federale rientrino in un’omissione di attività di indagine, e che quindi il Coni potrebbe sollecitare la federginnastica per l’istruzione di un nuovo procedimento sportivo, o chiederne l’avocazione in seguito a un prolungato silenzio. Nel frattempo, le ex ginnaste che hanno rinunciato al sogno di una vita in seguito ai presunti abusi psicologici subiti dalla loro allenatrice, aspettano ancora giustizia.
L'articolo Abusi nella ginnastica, si rifarà il processo sportivo a carico di Maccarani? Silenzi e ambiguità dopo la rimozione del procuratore proviene da Il Fatto Quotidiano.