“Abbiamo mandato in pensione ‘Perché Sanremo è Sanremo’”: Gabri Ponte sul palco dell’Ariston apre la finale del Festival. Dalla malattia al cuore al nuovo tormentone
Il dj e producer si gode il successo esplosivo della sua hit, scelta da Carlo Conti come jingle ufficiale del Festival, e si prepara a sbarcare all’Ariston stasera per aprire la finalissima del Sanremo 2025 L'articolo “Abbiamo mandato in pensione ‘Perché Sanremo è Sanremo’”: Gabri Ponte sul palco dell’Ariston apre la finale del Festival. Dalla malattia al cuore al nuovo tormentone proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Abbiamo mandato in pensione ‘Perché Sanremo è Sanremo’”. Gabry Ponte non ha dubbi: il suo tormentone Tutta l’Italia ha soppiantato l’iconica sigla scritta dal maestro Pippo Caruso, nel 1995, diventata un manifesto dei Sanremo di Pippo Baudo, il cui successo resiste granitico da trent’anni. Il dj e producer si gode il successo esplosivo della sua hit, scelta da Carlo Conti come jingle ufficiale del Festival, e si prepara a sbarcare all’Ariston stasera per aprire la finalissima del Sanremo 2025.
GABRY PONTE APRE LA FINALE DI SANREMO CON “TUTTA L’ITALIA”
Dopo cinque giorni di martellamento assoluto, Gabry Ponte si prepara dunque ad aprile la finale di Sanremo, arrivando sul palco dell’Ariston da “vincitore morale”, come molti lo definiscono ormai da giorni. “È una grande emozione. Mi ricordo quando ci salii nel 2003 col mio gruppo (gli Eiffel 65, ndr.): andò male, arrivammo 17esimi o 18simi, non ricordo”, ha raccontato Ponte al Corriere della Sera. “Sono contento di non gareggiare e di godermi il Festival senza competizione, senza stress… anche se in vista di stasera ce l’ho”, ammette. Poi gongola pensando al successo di Tutta l’Italia: “Abbiamo mandato in pensione ‘Perché Sanremo è Sanremo’”. Sarà contento Baudo.
L’IDEA “FOLLE” DI CARLO CONTI
Ma com’è nato questo successo che è letteralmente scoppiato tra le mani di Gabry Ponte? Da un’’intuizione di Carlo Conti. “La sorpresa è stata la chiamata di Carlo Conti, che mi ha detto: ‘Ho un’idea un po’ folle’, fare di questo pezzo la sigla”, ha rivelato il dj e producer. La sua risposta? Un sì immediato, perché “a Sanremo non si dice mai di no”. Ma questo pezzo non è stato scritto ad hoc per il Festival, bensì per il concerto che Ponte farà il 28 giugno a San Siro: “Il pezzo l’abbiamo scritto partendo da questa idea, immaginando tutto lo stadio pieno e tutta l’Italia che salta”. E a chi lo definisce una sorta de L’italiano di Toto Cutugno in versione 2.0, lui come risponde? “Mi piace l’accostamento del ritratto dell’italiano. Toto Cutugno diceva ‘Lasciatemi cantare‘, io ‘Lasciatemi ballare’ perché faccio il dj”.
LA CARRIERA E I SUCCESSI DI GABRY PONTE
Non uno qualunque, per altro, ma uno dei dj italiani più ascoltati al mondo. Ponte è infatti il producer italiano numero uno per ascolti su Spotify: con oltre 5,5 miliardi di stream globali e oltre 18 milioni di ascoltatori mensili su Spotify, nel suo curriculum artistico ci sono anche 3 dischi di diamante, 46 dischi di platino e 26. Sarà anche il primo dj ad esibirsi allo Stadio San Siro di Milano, dove suonerà i suoi brani più famosi, da Geordie a La danza delle streghe, passando per Figli di Pitagora, Che ne sanno i 2000 e ovviamente l’iconica Blue (Da Ba Dee), un successo che dura da venticinque anni. “A 12-13 anni, quando ho scoperto la musica e il mixare, non ho mai più avuto dubbi su cosa fare”, ha raccontato.
LA MALATTIA, LA VITA PRIVATA LA PATERNITÀ
Molto riservato, sul fronte della sua vita sentimentale non si sa praticamente nulla. Continua a vivere a Torino, anche se è sempre in giro per il mondo, perché in città vivono la compagna (di cui non si conosce neppure il nome) e la figlia Alice: “Sono diventato papà a quasi 50 anni e ne sono felicissimo. Alice mi ha fatto cambiare i ritmi circadiani: ero un nottambulo, ora vado a letto prima. Ai tempi andavo a letto alle 5-6 del mattino, ma ora ci tengo a portare mia figlia a scuola al mattino”, rivela. Nel 2021 ha raccontato via social di essersi sottoposto ad un delicato intervento al cuore per via di una malattia degenerativa congenita: “Il mio cuore, ironia della sorte, non va a tempo per colpa di una delle valvole principali al suo interno che è malata, e non funziona bene. Ho avuto una vita normale finora, come potete vedere dalle tante foto in cui faccio ogni tipo di sport, ma i medici che ormai da anni mi seguono mi hanno detto che ho raggiunto uno stadio in cui se non mi opero andrò incontro a complicazioni, e a noi non piacciono le complicazioni vero”. Dopo l’operazione e i controlli è tornato a condurre una vita normale.
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