«9 ore di scuola a mio figlio perché iperattivo». Dopo la lettera pubblica, i genitori convocati dall’Ufficio scolastico regionale

«Racconteremo tutte le umiliazioni subite finora», commentano la madre e il padre del piccolo L'articolo «9 ore di scuola a mio figlio perché iperattivo». Dopo la lettera pubblica, i genitori convocati dall’Ufficio scolastico regionale proviene da Open.

Mar 3, 2025 - 10:39
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«9 ore di scuola a mio figlio perché iperattivo». Dopo la lettera pubblica, i genitori convocati dall’Ufficio scolastico regionale

scuola bambino autistico

I genitori del bambino che era stato costretto a svolgere solo nove ore di lezione a settimana perché autistico e iperattivo sono stati convocati dall’Ufficio scolastico regionale della Campania. A farlo sapere sono la madre e il padre del piccolo che frequenta la quinta elementare in una scuola di Marano, in provincia di Napoli. «Racconteremo tutte le volte che dalla scuola pretendevano che somministrassimo un ulteriore farmaco a nostro figlio. Nonostante i medici che lo hanno in cura dicessero che non era possibile. Diremo tutte le umiliazioni che abbiamo dovuto subire noi e nostro figlio», raccontano i genitori.

Le minacce di segnalazione

«Diremo tutte le volte che ci hanno detto che se non eravamo collaborativi ci avrebbero segnalato agli assistenti sociali. E ci avrebbero portato via nostro figlio», aggiungono. I genitori denunciano ancora una volta di aver vissuto «brutti momenti». E concludono: «Quest’incubo deve terminare. Nostro figlio deve poter andare tutti i giorni a scuola. E, soprattutto, nessuno più a scuola deve parlare di cose di cui non é autorizzato». Il caso era emerso nei giorni scorsi quando la madre del piccolo ha scritto e diffuso una lettera-appello rivolta al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. La donna aveva raccontato che il figlio era stato costretto a frequentare la scuola solo il lunedì, il mercoledì e il venerdì e per un tempo limitato: circa tre ore al giorno.

La lettera che aveva diffuso la madre

Il motivo, aveva denunciato, sarebbe proprio nel comportamento del figlio dovuto alla sua condizione: «Ritengono che sia ingestibile e ho provato più volte, ma inutilmente, a interloquire con la scuola che si è detta disposta ad accettarlo per tutte le ore a cui ha diritto, ma solo se fa una adeguata cura farmacologica. Ho provato a chiedere aiuto in tutti i modi, ma ho trovato solamente dei muri e più volte mi sono sentita anche dire che se non collaboravo mi avrebbero segnalata ai servizi sociali e che mi avrebbero portato via mio figlio».

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