8 marzo, storie di donne coraggiose da raccontare ai nostri figli
Da Ipazia a Malala e Ahoo Daryaei, esistenze segnate da coraggio, intelligenza e ribellione. Donne che hanno lasciato il segno

Roma, 7 marzo 2025 – Che cosa significa dover lottare per fare ciò che a un altro è consentito, solo perché maschio? In modi e con strumenti diversi, le donne, quotidianamente, conducono le loro battaglie. Combattono per viaggiare da sole, avere un’istruzione, ottenere stipendi uguali agli uomini: avere accesso alle stesse possibilità dell’altra metà del mondo. Perché un giorno la società possa essere più equa, ecco alcune storie che dovremmo cogliere l’occasione per raccontare alle nuove generazioni. Per l’8 marzo e non solo.
Ipazia, scienziata e filosofa che sfidò l’oscurantismo
Nel IV secolo d.C., Ipazia d'Alessandria era una delle più grandi matematiche e filosofe del suo tempo. In un’epoca in cui il sapere era dominato dagli uomini, insegnava astronomia, matematica e filosofia neoplatonica.
Le sue idee e il suo impegno per la scienza la resero un simbolo di libertà intellettuale, anche se la sua influenza suscitò l'ostilità di gruppi religiosi estremisti, che la uccisero brutalmente nel 415 d.C. La sua figura è diventata emblema della lotta contro il fanatismo e dell’importanza della conoscenza.
Ada Lovelace, la prima programmatrice della storia
Figlia del poeta Lord Byron, Ada Lovelace è considerata la prima programmatrice informatica: a educarla alla matematica fu la madre, soprannominata la “principessa dei parallelogrammi" per la sua passione per la geometria.
Nel XIX secolo, Ada Lovelace lavorò con il matematico Charles Babbage alla progettazione della macchina analitica, una sorta di precursore del computer. Scrisse un insieme di istruzioni per il funzionamento della macchina, anticipando il concetto moderno di software. Il suo contributo, riscoperto solo nel XX secolo, è stato fondamentale per la nascita dell’informatica e per il riconoscimento del ruolo delle donne nella scienza e nella tecnologia.
Nellie Bly, la giornalista che cambiò il giornalismo
Elizabeth Cochran, nota con lo pseudonimo di Nellie Bly, rivoluzionò il giornalismo d’inchiesta nel XIX secolo. Nel 1887, si fece internare in un ospedale psichiatrico fingendosi malata di mente per documentare le condizioni disumane a cui erano sottoposte le pazienti. Il suo reportage, "Ten Days in a Mad-House", portò a riforme nel sistema sanitario.
Nel 1888 convinse Pulitzer ad aiutarla nell’organizzazione del giro del mondo in 72 giorni, con cui trasformò in realtà il celebre romanzo di Jules Verne: 40 000 chilometri per circumnavigare la Terra, per l’epoca un record assoluto. Nella sua vita intervistò donne operaie, scrittori e politici. All’inizio della prima guerra mondiale (dopo aver affrontato anche una bancarotta!) si trasferì in Europa e continuò a fare ciò che le veniva meglio: il giornalismo, tanto da diventare la prima corrispondente di guerra donna.
Alexandra David-Néel: la prima donna occidentale a Lhasa
La scrittrice ed esploratrice francese Alexandra David-Néel è nota per essere stata la prima donna occidentale a entrare nella città proibita di Lhasa, in Tibet, nel 1924, dopo un viaggio estenuante attraverso l’Himalaya. Travestita da pellegrina tibetana per sfuggire ai controlli, affrontò il gelo, la fame e il rischio di essere scoperta dalle autorità cinesi e britanniche.
Essere non conforme agli schemi è stata una scelta che l’ha portata ad abbracciare lo studio e la ricerca. A diciotto anni, a cavallo di una bicicletta, viaggiò da Brussels alla Spagna. Attivista per i diritti delle donne, instancabile esploratrice e studiosa del buddismo, avventuriera indomita: scrittrice e fotografa, nella sua esistenza, ricca di curiosità e scoperte, visse a fino a 100 anni di età. L’esempio che ci racconta quando, a volte, sia importante agire di testa propria e osare.
Agatha Christie: la resilienza di una scrittrice da record
Nata nel 1890 in Inghilterra, Agatha Christie ha rivoluzionato il genere giallo con personaggi indimenticabili come Hercule Poirot e Miss Marple. Il suo romanzo “Dieci piccoli indiani” è uno dei libri più venduti nella storia della letteratura.
Tuttavia, prima di diventare la scrittrice più venduta di tutti i tempi, Agatha Christie dovette affrontare molte difficoltà. Il suo primo romanzo, Poirot a Styles Court, fu respinto da diversi editori prima di trovare finalmente pubblicazione nel 1920. Lontana dall’arrendersi, continuò a scrivere e perfezionare il suo stile, un miglioramento che, imprevedibilmente, accadde grazie a ulteriori ostacoli.
Durante la Seconda guerra mondiale, lavorò come assistente in una farmacia, dove acquisì una profonda conoscenza dei veleni, che avrebbe poi utilizzato in molte delle sue trame più celebri. Nonostante le condizioni difficili del conflitto, scrisse alcuni dei suoi capolavori, come “Assassinio sul Nilo” e “Dieci piccoli indiani”: la dimostrazione che la creatività può nascere anche nei momenti più duri.
Sophie Scholl: il coraggio di opporsi al nazismo
Sophia Magdalena Scholl fu una giovane studentessa tedesca che, durante la Seconda guerra mondiale, scelse di opporsi apertamente al regime nazista. Insieme al fratello Hans, faceva parte del gruppo di resistenza La Rosa Bianca, che distribuiva volantini contro Hitler e la guerra.
Nel 1943 venne arrestata, processata e condannata a morte per alto tradimento. Hans e Sophie furono giustiziati il 22 febbraio 1943. "È una giornata di sole così bella e devo andare. Ma che importa la mia morte, se attraverso di noi migliaia di persone saranno risvegliate e spinte all'azione?": le ultime parole di Sophie Scholl ci ricordano che ogni nostro gesto diventa eco per il futuro del mondo.
Hedy Lamarr, la diva di Hollywood dietro all’invenzione del Wi-Fi
Negli anni Quaranta nota al pubblico come attrice, Hedy Lamarr, fu considerata una delle donne più belle al mondo ed ebbe una mente straordinariamente brillante. Sembra che molte curiosità e interessi verso gli studi di ingegneria vennero esplorati, da giovanissima, durante le passeggiate insieme al padre.
Dopo aver lasciato l’Austria a causa delle persecuzioni del nazismo, Hedy Lamarr conquistò Hollywood, dove divenne celebre per una delle prime scene di nudo nella storia del cinema. Ma non smise di essere una scienziata e durante la Seconda guerra mondiale, sviluppò un sistema di comunicazione a frequenze variabili, basato sullo stesso numero di tasti del pianoforte: un codice segreto per impedire l’intercettazione dei segnali radio dagli U-boot nazisti. Questa tecnologia divenne la base per lo sviluppo del Wi-Fi, del Bluetooth e del GPS. Nonostante il suo contributo sia stato ignorato per anni, oggi Hedy Lamarr viene riconosciuta come una pioniera della scienza e della tecnologia. Possiamo fare tutto, ecco la sua lezione.
Simone de Beauvoir: la filosofa del femminismo
Autrice de “Il secondo sesso” (1949), Simone de Beauvoir ha segnato la storia del pensiero femminista analizzando il ruolo delle donne nella società e denunciando le discriminazioni di genere. La sua celebre frase "Donna non si nasce, lo si diventa" sintetizza il suo pensiero sull'oppressione culturale e sociale delle donne e, in fondo, resta ancora oggi una potente eredità su cui riflettere.
Il percorso di vita si fa giorno dopo giorno, senza abbattersi, anzi traendo dagli ostacoli più difficili lo spunto per imparare e lavorare sulla propria consapevolezza. Il lavoro di Simone de Beauvoir ha influenzato generazioni di attiviste e pensatori, rendendola una delle figure più importanti del femminismo contemporaneo.
Diane Arbus, la fotografa ribelle
Nata in una famiglia benestante di New York, Diane Arbus iniziò la sua carriera nella fotografia di moda, insieme a quello che sarebbe diventato suo marito. Tuttavia, la curiosità e la voglia di documentare la realtà la portarono sempre più spesso a trascorrere le sue giornate in giro per la sua città, New York, fotografando la vita ai margini: circhi, artisti di strada, persone con disabilità, outsider che la società rifiutava. Nonostante il parere contrario della famiglia, lasciò il lavoro nel patinato mondo della moda per trasformare la sua sete di conoscenza in impegno sociale.
La sua vita fu segnata dalla sofferenza e si concluse tragicamente con il suicidio nel 1971, ma il suo lavoro ha rivoluzionato la fotografia contemporanea, cambiando il modo in cui vediamo la diversità. Non solo: l’impegno e la fedeltà a se stessa di Diane Arbus ci insegnano che possiamo farcela. Nonostante la strada possa essere in salita c’è sempre un modo per andare verso ciò che sentiamo importante e realizzare la nostra missione.
Maya Angelou, la voce della dignità e della resilienza
Poetessa, scrittrice e attivista per i diritti civili, Maya Angelou ha raccontato con straordinaria potenza espressiva la condizione delle donne afroamericane e la lotta per l’uguaglianza.
All’età di otto anni fu vittima di abuso e confidò il segreto a un familiare. Poco dopo, l’uomo responsabile dell’abuso fu trovato morto in circostanze misteriose. Convinta che la sua voce avesse causato quella morte, Maya scelse di non parlare per quasi cinque anni. Come narrato nella sua autobiografia "I Know Why the Caged Bird Sings “(1969) durante quel lungo silenzio, si rifugiò nei libri e nella poesia, sviluppando un amore profondo per le parole. Anni dopo la potente passione per la narrazione l’avrebbe resa una delle scrittrici più potenti della letteratura americana.
Nujeen Mustafa e il suo viaggio incredibile
Nujeen Mustafa è una giovane donna siriana nata con paralisi cerebrale. Cresciuta ad Aleppo, non ha mai potuto frequentare la scuola a causa della sua disabilità, ma ha imparato l’inglese da autodidatta imparando dai programmi televisivi, in particolare “Days of Our Lives”. Quando la guerra in Siria ha reso impossibile restare nel suo paese, è stata costretta a fuggire con la sua famiglia. Nel 2015 ha affrontato un viaggio di oltre 5.000 chilometri fino in Germania, attraversando la Turchia e i Balcani, spinta su una sedia a rotelle dalla sorella Nasma.
Dopo essere arrivata in Europa come rifugiata, Nujeen è diventata un’attivista per i diritti dei rifugiati e delle persone con disabilità, portando la sua testimonianza anche alle Nazioni Unite. La sua storia è raccontata nel libro "Nujeen: la straordinaria avventura di una ragazza in fuga dalla guerra”, scritto insieme alla giornalista Christina Lamb, che aveva già collaborato con Malala Yousafzai.
Malala Yousafzai: il diritto all'istruzione come arma di cambiamento
L'attivista pachistana Malala Yousafzai è diventata simbolo della lotta per il diritto all'istruzione delle bambine. Sopravvissuta a un attentato nel 2012, quando venne colpita alla testa mentre era su uno scuolabus, dopo una lunga riabilitazione, nel 2014, all'età di 17 anni, è stata insignita del Premio Nobel per la Pace, diventando la più giovane vincitrice della storia.
La storia di Malala è narrata nel libro “Io sono Malala: la mia battaglia per la libertà e l’istruzione delle donnne”, che ha ispirato milioni di persone in tutto il mondo. Purtroppo ancora oggi non può dirsi conclusa la lotta per l’istruzione e i diritti delle bambine.
Razan Zaitouneh: la voce della rivoluzione siriana
Nel 2018, Zarifa Ghafari è diventata la prima donna sindaca di Maidan Shahr, in Afghanistan, distinguendosi anche come una delle più giovani a ricoprire un incarico politico di alto livello nel Paese. Fin dall'inizio del suo mandato, ha affrontato minacce di morte quotidiane, tentativi di attentato e l’ostilità di gruppi estremisti e autorità locali, contrari all’idea di una donna al potere.
Nel 2020, suo padre è stato assassinato dai talebani, tuttavia lei ha continuato la sua battaglia per i diritti delle donne. Con la presa di Kabul da parte dei talebani nell'agosto 2021, è stata costretta a fuggire, trovando rifugio in Germania. Nonostante l’esilio, la sua voce rimane un simbolo di resistenza e speranza per le donne afghane. Le cicatrici, rimaste sulle mani in seguito a una bomba scoppiata in una scuola che frequentava, come lei stessa ha dichiarato, sono diventate la memoria che la spinge a continuare la sua lotta con ancora più determinazione e forza.
Dalla Siria la voce di Razan Zaitouneh, avvocata e attivista
Razan Zaitouneh, avvocata per i diritti umani e attivista politica, ha documentato i crimini di guerra in Siria sin dallo scoppio della guerra civile nel 2011. Fondatrice del Violations Documentation Center, ha raccolto prove sulle atrocità commesse sia dal regime di Bashar al-Assad che dai gruppi estremisti, lavorando instancabilmente per dare voce alle vittime del conflitto. Nel dicembre 2013 è stata rapita, insieme a tre colleghi, da un gruppo armato a Douma, un'area allora controllata da milizie islamiste, e da quel momento non si hanno più sue notizie.
Nel 2016, durante un’ispezione in un ex carcere a Douma, è stata trovata una firma con il suo nome incisa su un muro, un segnale che potrebbe indicare che sia stata detenuta in quel luogo. Nonostante il silenzio sulla sua sorte, il suo lavoro continua a essere un simbolo della lotta per la verità e la giustizia in Siria.
Loujain al-Hathloul, l’attivista che ha sfidato l’Arabia Saudita
Si tratta di una delle principali attiviste per i diritti delle donne in Arabia Saudita. Loujain al-Hathloul ha guidato la campagna per il diritto delle donne a guidare, sfidando il divieto con atti di protesta che l’hanno portata più volte in carcere. Il suo attivismo si è esteso anche alla lotta contro il sistema di tutela maschile (wali), che limita la libertà delle donne saudite.
Nel 2018 è stata arrestata con l’accusa di minacciare la sicurezza nazionale, detenuta senza processo e sottoposta a torture, tra cui scosse elettriche, frustate e molestie sessuali. Il suo caso ha suscitato indignazione internazionale, spingendo organizzazioni per i diritti umani e governi stranieri a chiederne la liberazione. Nel 2021 è stata rilasciata, ma con severe restrizioni che le impediscono di viaggiare o parlare apertamente del suo periodo di prigionia. Nonostante tutto, la sua storia possiede una risonanza capace di scalfire il silenzio e la sua continua a essere una delle voci più influenti nella battaglia per i diritti delle donne nel mondo arabo.
Ahoo Daryaei, nuda e sola contro la dittatura
Ricercatrice iraniana iscritta all’Università Azad Islamica di Teheran, Ahoo Daryaei è diventata un simbolo di resistenza e indomita ribellione contro le restrizioni imposte alle donne in Iran. Il 2 novembre 2024, durante una giornata di lezioni, è stata fermata da membri della milizia paramilitare Basij all’interno del campus per non aver indossato correttamente l’hijab. Dopo essere stata aggredita e spogliata a forza del suo velo, ha reagito con un gesto di sfida radicale: si è tolta completamente i vestiti, rimanendo in biancheria intima, e ha camminato per il campus e le strade adiacenti, fra (l’apparente) indifferenza delle persone.
L’atto di protesta di Ahoo Daryaei, sola contro tutti, è stato ripreso e diffuso sui social media, suscitando scalpore a livello nazionale e internazionale. Le autorità iraniane l’hanno arrestata poco dopo, dichiarandola affetta da problemi mentali e trasferendola in una struttura psichiatrica, un metodo già usato dal regime per screditare i dissidenti. Il suo caso ricorda le proteste seguite alla morte di Mahsa Amini nel 2022, quando migliaia di donne iraniane sfidarono il divieto dell’hijab obbligatorio. L’azione di Daryaei ha riacceso il dibattito sulla repressione delle libertà personali in Iran e sulla continua lotta delle donne per i loro diritti.
Tarana Burke: la donna dietro il movimento #MeToo
Anche nei paesi occidentali, le donne continuano a lottare contro discriminazioni e violenze. Tarana Burke, attivista afroamericana, ha fondato il movimento MeToo per dare voce alle vittime di molestie e abusi sessuali.
La sua iniziativa, nata nel 2006, è diventata globale nel 2017, quando migliaia di donne hanno condiviso le loro esperienze di abuso, portando alla luce uno dei problemi più radicati della società moderna. Una grande lezione sul potere della condivisione: far sentire la propria storia, osare, diventa eredità collettiva. Le nostre parole sono lo strumento più potente che abbiamo per cambiare il mondo attraverso una lucidità e una consapevolezza più profonde.