WhatsApp e Telegram non sono sicure: c’è un’app che le batte nettamente

Gli utenti che ogni giorno usano applicativi di messaggistica istantanea in pianta stabile e, senza troppi giri di parole, la scelta ricade quasi sempre su WhatsApp e su Telegram. A quanto pare però una percentuale propende per un’altra opzione chiamata Signal, applicazione che a quanto pare, in termini di privacy, è la migliore di tutte. […]

Mar 29, 2025 - 09:38
 0
WhatsApp e Telegram non sono sicure: c’è un’app che le batte nettamente

Gli utenti che ogni giorno usano applicativi di messaggistica istantanea in pianta stabile e, senza troppi giri di parole, la scelta ricade quasi sempre su WhatsApp e su Telegram. A quanto pare però una percentuale propende per un’altra opzione chiamata Signal, applicazione che a quanto pare, in termini di privacy, è la migliore di tutte.

Come funziona Signal

Gli utenti che desiderano scaricarla, possono fare capo sia al Google Play che all’App Store. In realtà c’è anche la possibilità di scaricarla in versione desktop per Windows, macOS e Linux. Tutto quello di cui avete bisogno, è un numero di telefono, proprio come le altre app. A dire il vero, adesso c’è anche modo di usare i nomi utente, una funzione che permette di non condividere il proprio numero.

Una volta attivato il profilo, si può aggiungere un nome e un’immagine. Anche questi dati vengono crittografati end-to-end, così come l’intero contenuto delle chat.

Tra le funzioni incluse ci sono:

  • Messaggi a tempo, che si eliminano automaticamente dopo un intervallo scelto;

  • invio di foto, video e file in modo sicuro;

  • chiamate vocali e video completamente crittografate;

  • e la possibilità di proteggere l’accesso con PIN o impronta digitale.

Signal è davvero più sicura?

Secondo molti esperti, la risposta è sì. Rispetto a WhatsApp e Telegram, Signal applica la crittografia end-to-end su tutto, senza eccezioni e senza che l’utente debba attivare nulla.

WhatsApp usa anch’essa una crittografia avanzata, ma raccoglie diversi metadati: informazioni sul dispositivo, sull’orario dei messaggi, sull’uso dell’app. Dati che, pur non rivelando il contenuto delle conversazioni, possono comunque dire molto sull’attività dell’utente.

Telegram invece è ancora meno protettiva: la crittografia end-to-end è attiva solo nelle “chat segrete”. Le chat normali restano salvate sui server, quindi più vulnerabili.

A chiarire le differenze è anche Paolo Dal Checco, consulente informatico forense:

«Se le autorità chiedono i dati a Signal, non possono ricevere nulla. L’app non salva nemmeno i metadati. E chi la usa sa bene come proteggere la propria identità, magari con una VPN che nasconde l’indirizzo IP».

Non tutto però è perfetto

Nonostante la sicurezza, Signal non è pensata per usi istituzionali o professionali su larga scala. La sua interfaccia è essenziale, e mancano alcune funzioni che altre piattaforme offrono per il lavoro in team o la gestione avanzata delle comunicazioni.

In sintesi, Signal è una delle app più affidabili se la priorità è mantenere private le conversazioni. Ma chi cerca un’app più completa per usi aziendali o ufficiali, potrebbe trovare alcune limitazioni.