Walmart, ecco le strategie del gigante della gdo per reagire ai dazi

La principale catena di supermercati al mondo punta sulla scala, la negoziazione con i fornitori e il contenimento dei prezzi per difendere le proprie quote di mercato Nessuno può prevedere con sufficiente approssimazione che direzione prenderanno le politiche tariffarie statunitensi nelle prossime settimane. Di certo c’è difficilmente il presidente Donald Trump si tirerà indietro nella guerra commerciale con la Cina. In questo contesto, il gigante dei supermercati Walmart ha messo a punto una nuova strategia per gestire la sua catena di fornitura. Durante un evento con gli investitori a Dallas, il top management ha mostrato un sostanziale ottimismo, arrivando a dichiarare che l’attuale scenario rappresenta, paradossalmente, un’occasione per rafforzare la propria posizione nel retail. Il chief financial officer, John David Rainey, ha dichiarato che l’azienda è pronta a puntare politiche di prezzo competitive per assorbire parte dell’impatto dei dazi e, al contempo, conquistare quote di mercato. “Vediamo opportunità per accelerare la crescita delle nostre quote e stiamo mantenendo flessibilità per investire nei prezzi man mano che i dazi colpiscono i prodotti in arrivo”, ha spiegato. I nodi dell’import Molti articoli sugli scaffali di Walmart, anche quelli dal forte richiamo patriottico – come stivali da cowboy e palloni da football americano decorati con stelle e strisce – sono fabbricati in Cina. I nuovi dazi faranno schizzare i loro costi d’importazione fino al 125%. Trump ha concesso una tregua di 90 giorni per alcuni Paesi disposti a negoziare, ma ha inasprito ulteriormente le tariffe verso Pechino, da cui il gigante del retail importa una parte sostanziale dei suoi beni. Negli ultimi anni, Walmart una notevole capacità di adattamento, sfruttando la propria scala per ottenere condizioni vantaggiose dai fornitori e mantenere i prezzi bassi, anche durante il periodo di alta inflazione. Questo approccio le ha consentito non solo di mantenere la clientela abituale, ma anche di attrarre nuovi consumatori della classe media. Secondo i dati presentati nel corso dell’evento, il 66% dei prodotti venduti da Walmart negli Stati Uniti è fabbricato, coltivato o assemblato sul territorio nazionale, un vantaggio non trascurabile in uno scenario di politiche commerciali protezionistiche. Inoltre, il fatto che buona parte del fatturato derivi dalla vendita di generi alimentari – in gran parte domestici – rende l’azienda meno vulnerabile rispetto a chi dipende da abbigliamento ed elettronica importata. Il colosso di Bentonville ha chiuso l’esercizio con ricavi per oltre 680 miliardi di dollari, segnando una crescita dell’8,6% dell’utile operativo a quota 29,3 miliardi. Nonostante ciò, il contesto incerto ha spinto la società a rivedere al ribasso le stime per il 2025: la crescita delle vendite nette è attesa tra il 3% e il 4%, rispetto al +5% del 2024. Walmart preferisce mantenere margini flessibili per sostenere i prezzi su articoli essenziali e stagionali – come barbecue e set da giardino – che devono essere venduti rapidamente per non trasformarsi in magazzino invenduto. Tensioni con Pechino La pressione esercitata sui fornitori per contenere i costi ha già sollevato tensioni: il mese scorso, dirigenti di Walmart sono stati convocati dalle autorità cinesi in merito a presunte richieste aggressive di taglio prezzi, conseguenza diretta dei nuovi dazi americani entrati in vigore tra febbraio e marzo. Un articolo del Financial Times evidenzia che Walmart si presenta più preparata di molti concorrenti ad affrontare la tempesta tariffaria, ma l’incertezza politica e la volatilità delle relazioni commerciali con la Cina restano fattori di rischio rilevanti. Il suo vantaggio competitivo – fatto di scala, efficienza logistica e capacità di negoziazione – sarà messo alla prova. L'articolo Walmart, ecco le strategie del gigante della gdo per reagire ai dazi è un contenuto originale di Mark Up.

Apr 12, 2025 - 06:03
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Walmart, ecco le strategie del gigante della gdo per reagire ai dazi
La principale catena di supermercati al mondo punta sulla scala, la negoziazione con i fornitori e il contenimento dei prezzi per difendere le proprie quote di mercato

Nessuno può prevedere con sufficiente approssimazione che direzione prenderanno le politiche tariffarie statunitensi nelle prossime settimane. Di certo c’è difficilmente il presidente Donald Trump si tirerà indietro nella guerra commerciale con la Cina. In questo contesto, il gigante dei supermercati Walmart ha messo a punto una nuova strategia per gestire la sua catena di fornitura.

Durante un evento con gli investitori a Dallas, il top management ha mostrato un sostanziale ottimismo, arrivando a dichiarare che l’attuale scenario rappresenta, paradossalmente, un’occasione per rafforzare la propria posizione nel retail. Il chief financial officer, John David Rainey, ha dichiarato che l’azienda è pronta a puntare politiche di prezzo competitive per assorbire parte dell’impatto dei dazi e, al contempo, conquistare quote di mercato. “Vediamo opportunità per accelerare la crescita delle nostre quote e stiamo mantenendo flessibilità per investire nei prezzi man mano che i dazi colpiscono i prodotti in arrivo”, ha spiegato.

I nodi dell’import

Molti articoli sugli scaffali di Walmart, anche quelli dal forte richiamo patriottico – come stivali da cowboy e palloni da football americano decorati con stelle e strisce – sono fabbricati in Cina. I nuovi dazi faranno schizzare i loro costi d’importazione fino al 125%. Trump ha concesso una tregua di 90 giorni per alcuni Paesi disposti a negoziare, ma ha inasprito ulteriormente le tariffe verso Pechino, da cui il gigante del retail importa una parte sostanziale dei suoi beni.

Negli ultimi anni, Walmart una notevole capacità di adattamento, sfruttando la propria scala per ottenere condizioni vantaggiose dai fornitori e mantenere i prezzi bassi, anche durante il periodo di alta inflazione. Questo approccio le ha consentito non solo di mantenere la clientela abituale, ma anche di attrarre nuovi consumatori della classe media.

Secondo i dati presentati nel corso dell’evento, il 66% dei prodotti venduti da Walmart negli Stati Uniti è fabbricato, coltivato o assemblato sul territorio nazionale, un vantaggio non trascurabile in uno scenario di politiche commerciali protezionistiche. Inoltre, il fatto che buona parte del fatturato derivi dalla vendita di generi alimentari – in gran parte domestici – rende l’azienda meno vulnerabile rispetto a chi dipende da abbigliamento ed elettronica importata.

Il colosso di Bentonville ha chiuso l’esercizio con ricavi per oltre 680 miliardi di dollari, segnando una crescita dell’8,6% dell’utile operativo a quota 29,3 miliardi. Nonostante ciò, il contesto incerto ha spinto la società a rivedere al ribasso le stime per il 2025: la crescita delle vendite nette è attesa tra il 3% e il 4%, rispetto al +5% del 2024.

Walmart preferisce mantenere margini flessibili per sostenere i prezzi su articoli essenziali e stagionali – come barbecue e set da giardino – che devono essere venduti rapidamente per non trasformarsi in magazzino invenduto.

Tensioni con Pechino

La pressione esercitata sui fornitori per contenere i costi ha già sollevato tensioni: il mese scorso, dirigenti di Walmart sono stati convocati dalle autorità cinesi in merito a presunte richieste aggressive di taglio prezzi, conseguenza diretta dei nuovi dazi americani entrati in vigore tra febbraio e marzo.

Un articolo del Financial Times evidenzia che Walmart si presenta più preparata di molti concorrenti ad affrontare la tempesta tariffaria, ma l’incertezza politica e la volatilità delle relazioni commerciali con la Cina restano fattori di rischio rilevanti. Il suo vantaggio competitivo – fatto di scala, efficienza logistica e capacità di negoziazione – sarà messo alla prova.

L'articolo Walmart, ecco le strategie del gigante della gdo per reagire ai dazi è un contenuto originale di Mark Up.