Von der Leyen fa arrabbiare anche la Cdu: sull’intelligenza artificiale cede alle pressioni del vice di Trump. “Si è dimostrata debole”
Dopo le critiche di JD Vance, la Commissione Ue ha stralciato la bozza di una direttiva su "responsabilità" o "affidabilità" dell’IA dal programma L'articolo Von der Leyen fa arrabbiare anche la Cdu: sull’intelligenza artificiale cede alle pressioni del vice di Trump. “Si è dimostrata debole” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Il primo incontro tra i vertici dell’Unione europea e quelli della nuova amministrazione americana si è concluso, di nuovo, con Bruxelles che ha deciso di chinare il capo di fronte al volere di Washington. Il tema è di quelli di primaria importanza, soprattutto se si adotta uno sguardo a lungo termine: l’intelligenza artificiale. Dal summit di Parigi di martedì la divisione è emersa in maniera netta, innegabile: gli Stati Uniti e la Gran Bretagna si sono rifiutati di firmare il documento in cui i Paesi partecipanti, erano 61 in totale compresi anche Cina e India, chiedono lo sviluppo di un’IA “aperta”, “inclusiva” ed “etica”, ma allo stesso tempo, come dichiarato dal presidente francese, Emmanuel Macron, “regole affinché l’intelligenza artificiale possa progredire”. “Un’eccessiva regolamentazione che potrebbe uccidere un’industria in forte espansione”, ha replicato il vicepresidente Usa JD Vance nel suo intervento. E non è un caso, apprende Ilfattoquotidiano.it da fonti del Parlamento europeo, che la notte stessa la Commissione europea abbia stralciato la bozza di una direttiva sulla “responsabilità” o “affidabilità” dell’IA (AI liability) dal programma definitivo di lavoro sul settore dell’intelligenza artificiale.
La motivazione ufficiale è la stessa con la quale l’Europa ha iniziato a smantellare il Green Deal, quello che cinque anni fa era stato definito “il nostro momento uomo sulla Luna”: sburocratizzare, semplificare per essere più competitivi. In realtà, secondo quanto riferiscono fonti del Parlamento europeo a Ilfattoquotidiano.it, la scelta è legata più al tentativo di migliorare i rapporti tra l’Ue e gli Usa, abbassare la tensione creata dalle minacce di nuovi dazi da parte di Donald Trump e proteggere i 27 Stati membri dalle imposizioni e dalle ritorsioni commerciali del tycoon. Ma nel corso dell’incontro tra Ursula von der Leyen, Kaja Kallas e Vance le cose non sono andate come sperava la presidente della Commissione. Il vicepresidente americano le ha subito ricordato che la tensione commerciale tra Stati Uniti e Unione è in aumento. Parole che devono aver intimorito la capa del Berlaymont che poche ore prima aveva promesso che “le tariffe ingiustificate contro l’Ue non resteranno senza risposta. L’Ue agirà per salvaguardare i propri interessi economici. Proteggeremo i nostri lavoratori, le imprese e i consumatori”. Dopo il colloquio con Vance, però, il suo atteggiamento sembra essere cambiato radicalmente, come dimostra l’ultima svolta sull’intelligenza artificiale.
Svolta che forse avrà riportato maggiore serenità nei rapporti tra Usa e Ue, ma che sta già creando problemi alla presidente nel suo Paese, la Germania, e nel suo partito, la Cdu. Come riferiscono fonti interne a Ilfattoquotidiano.it, i membri dell’Unione Cristiano-Democratica hanno già manifestato la propria irritazione per la decisione della Commissione, vista come un’opportunità di trattativa con gli Stati Uniti gettata al vento. Si doveva, insomma, mantenere la schiena dritta sull’IA, anche a costo di irritare ulteriormente l’amministrazione Usa che a Parigi ha ribadito di voler “fare ogni sforzo per incoraggiare politiche di intelligenza artificiale a favore della crescita. Gli Stati Uniti sono leader nel campo dell’intelligenza artificiale e la nostra amministrazione vuole che restino tali”. Mantenere le proprie posizioni sulle regolamentazioni per l’IA, sostengono nella Cdu, avrebbe permesso a Bruxelles di avere merce di scambio da mettere sul tavolo delle trattative con Washington in caso di guerra commerciale. In questo modo, invece, l’Europa si è di nuovo prostrata di fronte al potente alleato e alla sua volontà, senza eliminare alcun rischio di scontro sui dazi che potrebbe coinvolgerla. Una nuova dimostrazione di debolezza che anche nella Cdu ha sollevato dubbi sull’adeguatezza della riconfermata presidente della Commissione.
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