Vestiti realizzati con i sacchi della spazzatura invadono la London Fashion Week 2025
La moda sostenibile si prende la scena alla London Fashion Week 2025, e questa volta lo fa in modo davvero sorprendente: una collezione di abiti interamente realizzati con sacchi della spazzatura ha catalizzato l’attenzione di pubblico e critica. Dietro questa provocazione stilistica c’è Aldi, la catena di supermercati tedesca, che con questa iniziativa vuole lanciare...

La moda sostenibile si prende la scena alla London Fashion Week 2025, e questa volta lo fa in modo davvero sorprendente: una collezione di abiti interamente realizzati con sacchi della spazzatura ha catalizzato l’attenzione di pubblico e critica. Dietro questa provocazione stilistica c’è Aldi, la catena di supermercati tedesca, che con questa iniziativa vuole lanciare un messaggio forte e chiaro sul tema del riciclo e della sostenibilità.
Sebbene la moda abbia da tempo iniziato a sperimentare materiali riciclati e processi produttivi a basso impatto, Aldi ha deciso di spingersi oltre, portando sulla passerella capi confezionati con sacchi neri come la pece. L’obiettivo è chiaro: far riflettere il pubblico sull’enorme quantità di rifiuti prodotti e sulle potenzialità inesplorate del riciclo creativo.
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La collezione, denominata “Trash-Chic” , è stata realizzata in collaborazione con giovani designer emergenti e include trench oversize, abiti da sera strutturati e persino accessori come borse e cappelli, tutti ottenuti dalla lavorazione di materiali plastici recuperati dai rifiuti.
Le texture lucide e le silhouette audaci hanno dato vita a un’estetica post-moderna, che mescola provocazione e consapevolezza ambientale.
Un messaggio contro la fast fashion
L’iniziativa di Aldi non è solo una trovata pubblicitaria, ma una denuncia contro il fast fashion e il consumo sfrenato di abiti destinati a diventare rifiuti in pochissimo tempo, mirando a sensibilizzare i consumatori sulla necessità di ridurre, riutilizzare e riciclare i materiali.
Abbiamo voluto dimostrare che anche ciò che consideriamo rifiuto può trasformarsi in qualcosa di innovativo e di valore. Non si tratta di vendere questi abiti, ma di cambiare il modo in cui vediamo i materiali di scarto.