Unicredit, Orcel detta le condizioni: "Con Banco Bpm solo se c’è valore"
Via libera dell’assemblea all’aumento di capitale per l’Ops. Piazza Meda rinuncia al Danish Compromise su Anima .

Luce verde dell’assemblea di Unicredit all’aumento di capitale a servizio dell’Ops su Banco Bpm. Ma l’operazione, chiarisce il ceo Andrea Orcel, si farà solo "alle nostre condizioni rigorose", ovvero garantendo valore per gli azionisti. Intervenendo a Milano all’assise dei soci dell’istituto, il manager ha ribadito che "il nostro percorso di crescita organica rimane il principale focus. In questo contesto si potrebbe inserire l’aggregazione con Banco Bpm, che consentirebbe di creare un numero due più forte in Italia, il mercato dove abbiamo le nostre radici". Tuttavia, ha sottolineato, l’operazione "deve avere senso dal punto di vista della creazione di valore o non la faremo", "sarà valutata se atta a migliorare una base già molto attraente, se eseguita alle giuste condizioni. Altrimenti torneremo al nostro piano base".
Banco Bpm è quindi "un acceleratore, se alle giuste condizioni". Tra queste, l’esclusione di Anima dall’Ops, scelta che Orcel difende a spada tratta: "Avevamo ragione noi a considerare un’offerta" su Banco Bpm "escludendo Anima, viste le incertezze che questo poteva comportare. E oggi le vediamo". Il ceo ha quindi ribadito che "l’offerta attuale" di Unicredit su Piazza Meda "rientra nei nostri criteri finanziari, il che significa che porterà valore e rendimenti significativi".
Sul fronte internazionale del risiko bancario, rispondendo alla domanda di un socio, Orcel ha confermato che la quota di Unicredit in Commerzbank "è totalmente coperta. Abbiamo usato capitale eccedente, abbiamo investito. Nel momento in cui volessimo uscire ci porteremmo a casa il capitale investito più un guadagno".
Via libera dell’assemblea anche alla relazione sui compensi, tra cui lo stipendio di Orcel – salito nel 2024 a 13,2 milioni – al sistema incentivante di gruppo 2025, al buyback e all’integrazione del cda, con l’ingresso di Doris Honold.
Intanto Banco Bpm rinuncia ai benefici patrimoniali del Danish Compromise in relazione all’acquisizione di Anima, dopo che l’Eba si è rifiutata di rispondere a una domanda rivolta dall’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Ieri, al termine del cda, lo stesso ad ha ribadito in una nota il proprio "motivato convincimento sulla forte valenza strategica e finanziaria dell’operazione Anima e ciò a prescindere dal trattamento prudenziale legato al Danish Compromise". Dunque Banco Bpm andrà avanti comunque nell’Opa su Anima, avvalendosi della facoltà, accordata dall’assemblea al cda, di procedere anche senza lo sconto. Con le ultime adesioni, sale al 48,7% circa la quota di Anima in mano a Piazza Meda, inclusi gli impegni di adesione di alcuni grandi azionisti.