“Una piattaforma digitale ma con un tocco umano”

Favero (Fideuram Direct): “Ci rivolgiamo ai risparmiatori in cerca delle tecnologie più avanzate e offriamo nello stesso tempo un servizio di consulenza da remoto. Abbiamo raggiunto masse per 2,9 miliardi” D igitale sì, ma con un “tocco umano”. In un periodo in cui l’intelligenza artificiale è vista come alternativa alla consulenza finanziaria tradizionale, Fideuram Direct […] L'articolo “Una piattaforma digitale ma con un tocco umano” proviene da Iusletter.

Mar 10, 2025 - 11:51
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“Una piattaforma digitale ma con un tocco umano”

Favero (Fideuram Direct): “Ci rivolgiamo ai risparmiatori in cerca delle tecnologie più avanzate e offriamo nello stesso tempo un servizio di consulenza da remoto. Abbiamo raggiunto masse per 2,9 miliardi”

D igitale sì, ma con un “tocco umano”. In un periodo in cui l’intelligenza artificiale è vista come alternativa alla consulenza finanziaria tradizionale, Fideuram Direct ha scelto una strada intermedia. A fine 2024, a poco più di un anno dal lancio, la piattaforma della divisione Private del gruppo Intesa Sanpaolo ha raggiunto quota 77 mila clienti e 2,9 miliardi di euro in masse gestite.Andrea Favero, head of Fideuram Direct, è in atto un processo di disintermediazione che mette direttamente in contatto prodotti e investitori. Come vi ponete di fronte a questo trend?

«Con Fideuram Direct offriamo una piattaforma digitale che facilita l’accesso ai mercati finanziari, consentendo al cliente di gestire i propri investimenti in modo autonomo e in tempo reale, senza rinunciare alla possibilità di farsi seguire da esperti qualificati».

Quindi a che fascia di clientelavi rivolgete?

«Non c’è un target legato alle consistenze patrimoniali. Ci rivolgiamo a risparmiatori che preferiscono utilizzare piattaforme tecnologiche avanzate e che desiderano anche pianificare gli investimenti in autonomia, per esempio attraverso fondi passivi; per loro abbiamo pensato il servizio DirectPlanEtf, un’offerta di Pac (Piani di accumulo del capitale,ndr)in fondi che prevede versamenti periodici finalizzata all’entrata graduale sui mercati azionari. Al tempo stesso offriamo il servizio di consulenza da remoto, Direct Advisory, che fornisce il supporto dedicato di un consulente nelle scelte d’investimento con la comodità per il cliente di non doversi spostare da casa. Il tutto con flessibilità massima in termini di orari. Senza trascurare i servizi più classici, come l’accesso a mercati, strumenti finanziari, quotati e non, gestioni patrimoniali, fondi pensione e certificates. E per i trader più evoluti offriamo unasuite di servizi e piattaforme avanzate per lavorare su oltre 50 mercati nell’arco delle 24 ore».

I consulenti finanziari come accettano questo ruolo ibrido, in affiancamento alle macchine?

«I nostri direct banker sono consulenti iscritti all’albo che guardano alle nuove tecnologie come opportunità di crescita e ambiscono a rappresentare un punto di riferimento imprescindibile per i risparmiatori, in particolare quelli più giovani, che passano buona parte delle loro giornate sui device digitali. Questo approccio consente agli stessi consulenti di liberare tempo tradizionalmente assorbito nelle attività amministrative, per concentrarsi sulla relazione».

Diverse ricerche hanno evidenziato il ritardo degli italiani nell’educazione finanziaria, mentre cresce il “fai da te” con le criptovalute. Vi è una sottovalutazione diffusa dei rischi?

«Operare nei mercati finanziari comporta dei rischi. I rischipossono essere legati a un contesto incerto e volatile, o alla natura di alcuni strumenti caratterizzati da strutture meno trasparenti e funzionamenti complessi. Il divario in termini di educazione finanziaria che viviamo in Italia ha un effetto amplificatore su questi aspetti e conferma l’importanza di rivolgersi a professionisti qualificati, in grado di fornire ai clienti i corretti presidi per la valutazione delle operazioni e la gestione dei rischi».

A proposito di evoluzione del mercato, come vi ponete rispetto a una normativa comunitaria che spinge sempre più verso la chiarezza informativa in termini di costi per far emergere il valore della consulenza e contrastare iconflitti d’interesse tra fabbriche prodotto e distribuzione?

«Nell’offerta seguiamo un modello di architettura aperta, che significa dare accesso ai clienti ai principali asset manager internazionali. A monte c’è sempre una selezione, dettata dalla volontà di offrire soluzioni di qualità a livello globale, ma poi il cliente può scegliere tra migliaia di fondi ed Etf. Il lavoro dei direct banker consiste nell’affiancare il risparmiatore, aiutarlo a comprendere bisogni e a definirne le aspettative, per poi restringere l’universo investibile in coerenza col portafoglio esistente».

Come si integra Fideuram Direct con il resto dell’offerta di gruppo a livello di fabbriche prodotto e servizi di consulenza?

«Mettiamo a disposizione servizi di investimento avanzati a una fascia di clienti che predilige operare in modo più autonomo ed essere seguita, quando necessario, a distanza. Nello specifico, alcune soluzioni sono distintive e pensate per chi predilige un’operatività in autonomia, come le gestioni patrimoniali Direct e i Pac in Etf.Per quanto riguarda i servizi di consulenza, ci siamo basati sulla lunga esperienza fatta sul campo dal nostro gruppo per configurare un servizio gestito con efficacia da remoto».

Quali sono i prossimi passi del piano di sviluppo?

«Vogliamo esportare questo modello al di fuori dell’Italia. Sotto la guida di Luca Bortolan, responsabile dello sviluppo tecnologico e digitale di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, stiamo lavorando insieme a Blackrock per attivare la piattaforma digitale in Belgio e Lussemburgo, dove abbiamo già dei presidi con Intesa Sanpaolo Wealth Management, e poi prevediamo di crescere ulteriormente in Europa».

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