Una frode da 4 milioni di euro. False fatture, quindici indagati

Sotto la lente della Procura l’operato della Siman e di altre aziende. Sollecitate sei misure interdittive. Contestata ad alcuni indagati anche l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali.

Apr 11, 2025 - 04:21
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Una frode da 4 milioni di euro. False fatture, quindici indagati

Associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali, ma anche truffa ai danni dello Stato e corruzione. Ruota attorno a queste ipotesi di reato la maxi inchiesta della Procura della Spezia che vede sotto la lente l’operato di diverse aziende spezzine, tra cui la Siman, impresa specializzata in lavorazioni meccaniche e riparazioni navali con sede principale all’interno dell’Arsenale marittimo della Spezia. Quindici, al momento, le persone iscritte nel fascicolo d’indagine dal sostituto procuratore Elisa Loris: non solo imprenditori, con l’inchiesta portata avanti dalla procura spezzina che ha messo sotto la lente anche i rapporti tra alcuni indagati e funzionari di Marina. Ieri, in tribunale, l’interrogatorio di sei persone nell’ambito dell’istanza presentata dalla Pm Loris al gip Tiziana Lottini per l’adozione della misura cautelare interdittiva dell’attività professionale. Roberto De Angeli di 82 anni, Marco Faconti di 70 anni, Fabrizio Maraglia di 60, Marusca Paita di 50 anni, Alessandro Tavilla di 63 e Luigi Vernazza di 67, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

L’indagine, sulla quale vige il più stretto riserbo, ha preso avvio nel 2019, con gli accertamenti portati avanti dal Comando Marina dei carabinieri e dagli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. Al centro dell’inchiesta, un presunto giro di fatture false legate a operazioni inesistenti che coinvolgerebbero la Siman e altre aziende minori, che sarebbero connesse con alcuni appalti di lavori che, in realtà, riguardavano la somministrazione di manodopera, per attività svolte in parte anche all’interno dell’arsenale militare. Questo, secondo gli inquirenti, avrebbe generato illeciti risparmi di imposta ed evasioni calcolate dalla Finanza in circa 4 milioni di euro. Agli atti dell’indagine, ma non oggetto di contestazione nell’interrogatorio di ieri, un episodio di corruzione che riguarda alcuni indagati e una persona che all’epoca dei fatti contestati ricopriva un ruolo all’interno della Marina. Il gip dovrebbe sciogliere la riserva nei prossimi giorni. In campo, in questa fase delle indagini, il collegio difensivo composto dagli avvocati Stefano Putinati, Daniele Caprara, Davide Garbini, Fabio Sommovigo, Pier Paolo Zambella, Marco Argenziano e Alessandro Rappelli.

Matteo Marcello