Trump salva un po’ Stellantis, Ford e Gm, ecco come

Trump ha annunciato un'esenzione di un mese dai dazi alle case automobilistiche: Stellantis, General Motors e Ford guadagnano in borsa, ma l'esonero è forse troppo breve per permettere una riorganizzazione della filiera nordamericana. Tutti i dettagli.

Mar 6, 2025 - 16:34
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Trump salva un po’ Stellantis, Ford e Gm, ecco come

Trump ha annunciato un’esenzione di un mese dai dazi alle case automobilistiche: Stellantis, General Motors e Ford guadagnano in borsa, ma l’esonero è forse troppo breve per permettere una riorganizzazione della filiera nordamericana. Tutti i dettagli

Un giorno dopo la telefonata con i dirigenti di Stellantis, Ford e General Motors, ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato che le case automobilistiche saranno esentate per un mese dai dazi del 25 per cento sul Canada e sul Messico, entrati in vigore martedì. Ha aggiunto che altri prodotti potrebbero ottenere esenzioni simili, ma ha anche sottolineato la volontà di portare avanti la sua politica commerciale nei confronti dei due paesi nordamericani – due dei partner più importanti degli Stati Uniti, peraltro – fino a che il narcotraffico di fentanyl non verrà contrastato.

UN SOLLIEVO SOLO TEMPORANEO?

I titoli in borsa di General Motors (+7,2 per cento), di Ford (+5,8 per cento) e di Stellantis (oltre il 9 per cento) hanno beneficiato dell’esenzione mensile dai dazi. La durata dell’esonero, però, è troppo breve per permettere alle case di riorganizzare le loro catene di approvvigionamento, distribuite tra i tre paesi del Nordamerica e basate su continui attraversamenti di frontiera di componenti e vetture semi-assemblate in modo da ottimizzare i costi di produzione.

L’IMPATTO SUI PREZZI DEI VEICOLI

Secondo una stima riportata da Reuters, le tariffe nordamericane causeranno in media un aumento di 3000-7000 dollari ai modelli di pick-up provenienti dagli stabilimenti in Canada e Messico: questa crescita dei prezzi si ripercuoterà poi sui consumatori statunitensi e potrebbe danneggiare il Partito repubblicano di Trump, dato che una buona parte degli acquirenti di pick-up ha un orientamento di voto conservatore.

LE REGOLE DI CONTENUTO REGIONALE MINIMO

L’esenzione dai dazi sarà legata al rispetto delle regole di contenuto regionale minimo previste dall’Usmca, l’accordo di libero scambio negoziato dalla precedente amministrazione Trump a partire dal Nafta, il trattato del 1994. Queste regole stabiliscono che almeno il 75 per cento del contenuto di un veicolo debba essere stato prodotto in Nordamerica e che il 40 per cento delle parti core di un’automobile – o il 45 per cento, nel caso di un pick-up – debba avere provenienza statunitense o canadese. I motori, le trasmissioni e i telai sono considerati core parts.

Nei primi undici mesi del 2024 gli Stati Uniti hanno importato parti auto dal Messico per 72 miliardi di dollari e per 19 miliardi dal Canada. Nello stesso periodo, le importazioni di veicoli leggeri dai due paesi sono valse in tutto 134 miliardi.

GENERAL MOTORS, STELLANTIS E FORD: CHI È MENO ESPOSTA AI DAZI?

General Motors e Stellantis producono in Canada e in Messico all’incirca il 40 per cento dei veicoli destinati al mercato nordamericano.

Stellantis – che controlla i marchi americani Chrysler, Jeep, Ram e non solo – possiede delle fabbriche in Messico e in Canada: per esempio a Windsor, nell’Ontario, produce le Chrysler Pacifica e le Dodge Charger; mentre a Saltillo, nel Coahuila, assembla un terzo dei pick-up di Ram (la manifattura degli altri due terzi, però, avviene negli Stati Uniti). Di recente la società ha annunciato la ripresa delle attività nello stabilimento di Belvidere, più altri investimenti a Detroit, nell’Ohio e in Indiana.

La casa maggiormente esposta ai dazi è General Motors, che più di ogni altra assembla veicoli in Messico, inclusi modelli popolari come i pick-up Chevrolet Silverado e Gmc Sierra.

Ford, invece, è la meno esposta perché, pur avendo degli impianti in Canada e Messico, assembla la maggior parte delle sue vetture negli Stati Uniti, inclusi tutti i modelli di pick-up di taglia media e grande, molto redditizi.

Anche le case giapponesi Honda e Toyota possono contare su una buona presenza manifatturiera negli Stati Uniti.