Tredicenne dice "no" all'ideologia Lgbt: la scuola lo accusa di omofobia
E a pensare che una volta portavano in Paradiso. Starway to Heaven, cantavano i Led Zeppelin. Oggi, invece, le scale possono creare non pochi problemi. È quanto successo a uno studente di 13 anni a Verona lo scorso 10 febbraio. Contro di lui è stata scagliata l'accusa di omofobia. Ma per quale motivo? Nell'istituto scolastico era stata creata una "scalinata arcobaleno" per sensibilizzare i più giovani sulle tematiche della comunità Lgbt; tanti gradini colorati, adornati con parole come tolleranza, rispetto, accoglienza. Principi nobili, non c'è dubbio. Spesso, però, coloro che li proclamano vengono smentiti dai fatti. Così lo studente si è rifiutato di salire, mostrando il disappunto per quel tipo di iniziativa. Da lì è partito il caos. Prima la nota disciplinare. Poi l'accusa di essere un omofobo. Sulla questione si aspettano chiarimenti. Intanto, però, la vicenda è arrivata fino al ministro dell'istituzione e del merito, Giuseppe Valditara. A riportarlo è il quotidiano La Nuova Bussola Quotidiana, che per l'occasione ha intervistato il padre del ragazzo. "Di fronte alla scala, mio figlio ha preso i gradini a due a due in segno di protesta", ha affermato in un misto di rabbia e sconcerto. Ma non è finita lì. Un'insegnante avrebbe costretto lo studente a "scendere e poi risalire le scale in modo corretto, come se fosse un rito al quale doveva sottoporsi. " Una imposizione non opportuna", come hanno sostenuti i genitori del 13enne. Che hanno concluso in modo perentorio: " È lecito indottrinare l'orientamento sessuale di un ragazzo a scuola?" Interrogativo più che lecito. Mentre sulla questione è intervenuto anche il leghista Rossano Sasso, capogruppo in commissione Scienza, cultura e istruzione alla Camera. L'esponente del Carroccio non ha usato giri di parole: "Non possiamo inculcare a forza la dottrina gender nei giovani". Essendo certo che il ministro Valditara "andrà fino in fondo a questa vicenda". Diversa, invece, la posizione del dirigente dell'Istituto scolastico. Che rimprovera allo studente "un atteggiamento omofobico", come ha scritto in una lettera rivolta ai genitori del 13enne. Ma tiene a ribadire che la nota disciplinare non ha nulla a che vedere "con le affermazioni del ragazzo". Motivo per cui non sarà annullata. Il che appare come un controsenso. Come riporta la Nuova Bussola Quotidiana, il padre e la madre sono cittadini extracomunitari, professionisti e ben inseriti all'interno del contesto socioculturale veronese. E ora stanno pensando di procedere con un'azione legale. Intanto, una segnalazione a Valditara è stata inviata anche da Carlo Giovanardi, ex parlamentare e ministro. Staremo a vedere cosa succede.


E a pensare che una volta portavano in Paradiso. Starway to Heaven, cantavano i Led Zeppelin. Oggi, invece, le scale possono creare non pochi problemi. È quanto successo a uno studente di 13 anni a Verona lo scorso 10 febbraio. Contro di lui è stata scagliata l'accusa di omofobia. Ma per quale motivo? Nell'istituto scolastico era stata creata una "scalinata arcobaleno" per sensibilizzare i più giovani sulle tematiche della comunità Lgbt; tanti gradini colorati, adornati con parole come tolleranza, rispetto, accoglienza. Principi nobili, non c'è dubbio. Spesso, però, coloro che li proclamano vengono smentiti dai fatti. Così lo studente si è rifiutato di salire, mostrando il disappunto per quel tipo di iniziativa. Da lì è partito il caos. Prima la nota disciplinare. Poi l'accusa di essere un omofobo. Sulla questione si aspettano chiarimenti.
Intanto, però, la vicenda è arrivata fino al ministro dell'istituzione e del merito, Giuseppe Valditara. A riportarlo è il quotidiano La Nuova Bussola Quotidiana, che per l'occasione ha intervistato il padre del ragazzo. "Di fronte alla scala, mio figlio ha preso i gradini a due a due in segno di protesta", ha affermato in un misto di rabbia e sconcerto. Ma non è finita lì. Un'insegnante avrebbe costretto lo studente a "scendere e poi risalire le scale in modo corretto, come se fosse un rito al quale doveva sottoporsi. " Una imposizione non opportuna", come hanno sostenuti i genitori del 13enne. Che hanno concluso in modo perentorio: " È lecito indottrinare l'orientamento sessuale di un ragazzo a scuola?" Interrogativo più che lecito. Mentre sulla questione è intervenuto anche il leghista Rossano Sasso, capogruppo in commissione Scienza, cultura e istruzione alla Camera. L'esponente del Carroccio non ha usato giri di parole: "Non possiamo inculcare a forza la dottrina gender nei giovani". Essendo certo che il ministro Valditara "andrà fino in fondo a questa vicenda".
Diversa, invece, la posizione del dirigente dell'Istituto scolastico. Che rimprovera allo studente "un atteggiamento omofobico", come ha scritto in una lettera rivolta ai genitori del 13enne. Ma tiene a ribadire che la nota disciplinare non ha nulla a che vedere "con le affermazioni del ragazzo". Motivo per cui non sarà annullata. Il che appare come un controsenso. Come riporta la Nuova Bussola Quotidiana, il padre e la madre sono cittadini extracomunitari, professionisti e ben inseriti all'interno del contesto socioculturale veronese. E ora stanno pensando di procedere con un'azione legale. Intanto, una segnalazione a Valditara è stata inviata anche da Carlo Giovanardi, ex parlamentare e ministro. Staremo a vedere cosa succede.