Ti ricordi… Tal Banin, il primo israeliano in Serie A che esordì nel giorno di Ronaldo (in cui l’Italia scoprì il sinistro di Recoba)
Nel 1997 per un miliardo e duecento milioni di lire diventa un calciatore del Brescia: gioca con Pirlo, ne resta affascinato. Anche oggi dice di esser un gran tifoso delle Rondinelle L'articolo Ti ricordi… Tal Banin, il primo israeliano in Serie A che esordì nel giorno di Ronaldo (in cui l’Italia scoprì il sinistro di Recoba) proviene da Il Fatto Quotidiano.

Kiryat Haim era un kibbutz 90 anni fa, fondato alla periferia di Haifa da immigrati di religione ebraica di origine sovietica, per lo più cecoslovacchi e lituani. Nel 1971 era diventato di fatto un quartiere di Haifa, ed è qui che nasce il 7 marzo Tal Banin. Gli piace il calcio, gioca e lo guarda in tv: ha undici anni quando assiste al trionfo dell’Italia in Spagna, al gol di Tardelli e naturalmente, in un’epoca in cui la Serie A è il massimo punto d’arrivo, un ragazzino innamorato del pallone non può che sognare di giocare con quei campioni. In una nazione dove la tradizione calcistica non è forte, Tal non essendo un talento eccelso coi piedi ci mette grinta, muscoli e polmoni quando gli si aprono le porte delle giovanili dell’Hapoel Haifa. È un mediano di gran corsa, esordisce a 16 anni nel 1987 in prima squadra e a 18 anni è già del Maccabi Haifa e nel 1990 è già in nazionale maggiore: bagna le due partite d’esordio, peraltro, con due gol.
La gioia del primo, in amichevole contro l’Unione Sovietica, è ovviamente grande, quella del secondo è da conservare e raccontare ai nipoti. È maggio del 1990 e in Israele arriva l’Argentina campione del Mondo: l’albiceleste passa in vantaggio con l’ennesima poesia scritta coi piedi di Diego, il pareggio israeliano, sotto gli occhi del Pibe de oro, lo firma proprio il giovane Banin, con un bell’inserimento. A vent’anni Tal è già “calciatore israeliano dell’anno” e dopo il ritorno all’Apoel Haifa nel 1993 arriva la chiamata di una squadra estera: il Cannes. Tal si confronta con una realtà diversa, agli ordini di Luis Fernandez in una squadra di sicuro ben più ricca di talento rispetto a Israele: c’è un giovanissimo Patrick Vieira, c’è Joan Micoud, Mickael Madar. I francesi arrivano sesti e Banin non sfigura con 23 presenze, due gol, uno al Sochaux e uno al Lione, e tre assist. A fine stagione però torna in patria, all’Hapoel: gioca bene, arriva anche a disputare le coppe europee, segnando in Intertoto, ma pare che ormai la sua dimensione sia quella, il campionato israeliano.
L’occasione arriva nel 1997: è in ritiro in Austria quando viene informato dell’interessamento di una squadra di Serie A e Tal rientrerà in Israele solo per fare le valigie. Per un miliardo e duecento milioni di lire è diventato un calciatore del Brescia e il primo calciatore israeliano ad arrivare in Serie A: qualche anno prima ci era andato vicino Rosenthal, che sarebbe diventato un calciatore dell’Udinese, ma gli insulti antisemiti fecero saltare l’affare. Nel caso di Banin, per fortuna, non accade, e quando c’è qualche episodio è per lo più isolato e Tal minimizza: “Non parlavo italiano e non capivo la lingua: è capitato che qualcuno mi gridasse qualcosa, ma di solito erano casi isolati e doveva farmelo notare qualcun” dirà poi. Il suo esordio in A è offuscato da altre contingenze: è a San Siro contro l’Inter il 31 agosto, ma si presta più attenzione ad un altro esordiente che risponde al nome di Luis Nazario Da Lima.
Alla fine la scena se la prende un terzo esordiente in A: Alvaro Recoba, con una doppietta memorabile. Tal gioca un buon campionato in quel Brescia guidato prima da Materazzi e poi da Ferrario, segnando anche un gran gol ad Empoli e alternandosi nel ruolo di mediano e mezzala, correndo anche per un giovane che all’epoca giocava da trequartista, Andrea Pirlo, di cui anni dopo Tal dirà: “Mi resi subito conto che di lì a poco avremmo parlato di un campione memorabile”. Il Brescia, nonostante un buon gruppo retrocede, e Banin, nonostante cominci a patire problemi al ginocchio resta: prima con Baldini e poi con Sonetti, partecipando alla promozione in A. Motivi familiari lo spingono al ritorno in Israele, al Maccabi Haifa: “Un errore” lo definirà Tal, che dopo tre anni verrà addirittura licenziato dal club, ritenuto responsabile dell’eliminazione della squadra dalla Champions assieme a un compagno. Gioca altri tre anni, poi comincia ad allenare e negli ultimi anni si cimenta nell’imprenditoria: ricorda ancora volentieri gli anni del Brescia e si definisce un acceso tifoso delle rondinelle.
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