Sull'Ucraina Trump guarda al Medio Oriente

Si prepara una svolta diplomatica sulla crisi ucraina? Mercoledì, Donald Trump ha reso noto di aver avuto una telefonata “altamente produttiva” con Vladimir Putin. Il presidente americano ha fatto sapere di aver concordato con l’omologo russo che i negoziati inizino “immediatamente”. Successivamente, Trump ha avuto anche un colloquio con Volodymyr Zelensky, il quale ha auspicato una “pace affidabile e duratura”. L’inquilino della Casa Bianca ha quindi incaricato il segretario di Stato, Marco Rubio, il direttore della Cia, John Ratcliffe, il consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Waltz, e l’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, di guidare la delegazione americana per i colloqui di pace. Non sembra invece che farà parte del team negoziale l’inviato statunitense per l’Ucraina, Keith Kellogg, il quale - secondo quanto dichiarato dal Dipartimento di Stato - dovrebbe visitare comunque Kiev nei prossimi giorni. Infine, ma non meno importante, Trump ha anche annunciato un futuro incontro con Putin, che dovrebbe essere ospitato dall’Arabia Saudita.Non sono ancora chiari i dettagli del piano che verrà presentato dagli Stati Uniti. Tuttavia, alcuni elementi sono già stati resi noti. Il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha escluso un futuro accesso dell’Ucraina alla Nato e ha anche definito irrealistica l’eventualità che Kiev riacquisisca le frontiere antecedenti al 2014. Per quanto invece riguarda le garanzie di sicurezza, Hegseth ha dichiarato che non saranno schierati soldati americani in territorio ucraino. Ha invece auspicato un impegno diretto di “truppe europee e non europee”. Il coinvolgimento di Witkoff nei negoziati ucraini e il fatto che sarà probabilmente l’Arabia Saudita a ospitare l’eventuale vertice tra Trump e Putin lasciano chiaramente intendere che la Casa Bianca vuole far intersecare il dossier sull’Ucraina con quello mediorientale. Il presidente americano sa perfettamente che Putin è uscito indebolito dalla caduta di Bashar al Assad. E sa quindi che lo zar ha urgente necessità di recuperare influenza nello scacchiere mediorientale. Un tema, questo, su cui Trump potrebbe aiutare il presidente russo in cambio di qualche significativa concessione nei negoziati sull’Ucraina. Per questa ragione, sullo sfondo si stagliano ulteriori rilevanti dossier: dal futuro di Gaza all’accordo sul nucleare iraniano.L’idea di Trump è quindi quella di cercare di risolvere la crisi ucraina, andando al di là della sola triangolazione tra Washington, Kiev e Mosca. Senza dimenticare un decisivo convitato di pietra: quella Turchia che, nel 2022, mediò l’accordo sul grano e che, l’anno scorso, è di fatto uscita vincitrice dalla caduta di Assad in Siria. Bisognerà dunque anche vedere quale sarà il peso di Ankara nelle imminenti trattative diplomatiche sulla crisi ucraina. Per il momento, la situazione complessiva resta in fieri. Capiremo nei prossimi giorni come andranno delineandosi i negoziati.

Feb 13, 2025 - 19:58
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Sull'Ucraina Trump guarda al Medio Oriente


Si prepara una svolta diplomatica sulla crisi ucraina? Mercoledì, Donald Trump ha reso noto di aver avuto una telefonata “altamente produttiva” con Vladimir Putin. Il presidente americano ha fatto sapere di aver concordato con l’omologo russo che i negoziati inizino “immediatamente”. Successivamente, Trump ha avuto anche un colloquio con Volodymyr Zelensky, il quale ha auspicato una “pace affidabile e duratura”. L’inquilino della Casa Bianca ha quindi incaricato il segretario di Stato, Marco Rubio, il direttore della Cia, John Ratcliffe, il consigliere per la sicurezza nazionale, Mike Waltz, e l’inviato americano per il Medio Oriente, Steve Witkoff, di guidare la delegazione americana per i colloqui di pace. Non sembra invece che farà parte del team negoziale l’inviato statunitense per l’Ucraina, Keith Kellogg, il quale - secondo quanto dichiarato dal Dipartimento di Stato - dovrebbe visitare comunque Kiev nei prossimi giorni. Infine, ma non meno importante, Trump ha anche annunciato un futuro incontro con Putin, che dovrebbe essere ospitato dall’Arabia Saudita.

Non sono ancora chiari i dettagli del piano che verrà presentato dagli Stati Uniti. Tuttavia, alcuni elementi sono già stati resi noti. Il capo del Pentagono, Pete Hegseth, ha escluso un futuro accesso dell’Ucraina alla Nato e ha anche definito irrealistica l’eventualità che Kiev riacquisisca le frontiere antecedenti al 2014. Per quanto invece riguarda le garanzie di sicurezza, Hegseth ha dichiarato che non saranno schierati soldati americani in territorio ucraino. Ha invece auspicato un impegno diretto di “truppe europee e non europee”.

Il coinvolgimento di Witkoff nei negoziati ucraini e il fatto che sarà probabilmente l’Arabia Saudita a ospitare l’eventuale vertice tra Trump e Putin lasciano chiaramente intendere che la Casa Bianca vuole far intersecare il dossier sull’Ucraina con quello mediorientale. Il presidente americano sa perfettamente che Putin è uscito indebolito dalla caduta di Bashar al Assad. E sa quindi che lo zar ha urgente necessità di recuperare influenza nello scacchiere mediorientale. Un tema, questo, su cui Trump potrebbe aiutare il presidente russo in cambio di qualche significativa concessione nei negoziati sull’Ucraina. Per questa ragione, sullo sfondo si stagliano ulteriori rilevanti dossier: dal futuro di Gaza all’accordo sul nucleare iraniano.

L’idea di Trump è quindi quella di cercare di risolvere la crisi ucraina, andando al di là della sola triangolazione tra Washington, Kiev e Mosca. Senza dimenticare un decisivo convitato di pietra: quella Turchia che, nel 2022, mediò l’accordo sul grano e che, l’anno scorso, è di fatto uscita vincitrice dalla caduta di Assad in Siria. Bisognerà dunque anche vedere quale sarà il peso di Ankara nelle imminenti trattative diplomatiche sulla crisi ucraina. Per il momento, la situazione complessiva resta in fieri. Capiremo nei prossimi giorni come andranno delineandosi i negoziati.