Sui mercati si compete meglio, se agevolati
Simest (Gruppo Cassa depositi e prestiti) ha accelerato e diversificato la sua azione di supporto alle imprese italiane che si internazionalizzano offrendo strumenti e servizi finanziari efficaci e semplici da usare L'articolo Sui mercati si compete meglio, se agevolati proviene da Economy Magazine.

Un piano industriale sfidante, che ha cambiato il volto dell’azienda: la Simest, la società del Gruppo Cassa depositi e prestiti che si occupa di supportare l’internazionalizzazione delle imprese italiane, può ben dire di aver fatto passi da gigante supportando con una determinazione e un’efficienza inedite la crescita dell’economia nazionale: “Chiuderemo il 2024 – dice l’amministratrice delegata di Simest, Regina Corradini D’Arienzo – a quasi il 90% dell’obiettivo del piano, con risorse mobilitate per oltre 8 miliardi nei primi 11 mesi dell’anno scorso. In sostanza, in due anni abbiamo quasi centrato il target di crescita del piano. Senza contare che, a fine novembre, avevamo già servito circa 4.500 imprese, cioè il doppio dell’anno prima, e stimiamo, per il 2024, di superare la soglia delle 5mila”.
La “filosofia” ispiratrice è stata quella di andare sul mercato – anzi, sui mercati – con strumenti e servizi finanziari efficaci e semplici da usare e con chiare diversificazioni e con precisi focus geografici, dal plafond Balcani alla Misura Africa. Tutto questo ha trovato riscontro nella domanda delle imprese, stimolata anche da una comunicazione efficace, che – se dotate di strumenti flessibili e in grado di supportare la competitività – hanno dimostrato di saper rispondore massicciamente.
Più del 70% delle domande di finanziamenti agevolati ricevute hanno riguardato la doppia transizione, digitale ed ecologica. Mentre si è confermata l’attenzione di un significativo numero di aziende che si è rivolta a Simest con un approccio più strategico, ossia finanziando il rafforzamento patrimoniale necessario per strutturarsi dimensionalmente.
Oltre a questi tasselli, ha preso piede poi un altro importante filone: il sostegno alle filiere, messo a punto insieme a Confindustria e che ha già portato alla sottoscrizione di due intese, prima con Fincantieri poi con Bf (Bonifiche Ferraresi). In questo caso, le imprese medio-grandi si sono rese disponibili a supportare le Pmi che fanno parte del loro indotto offrendo loro il necessario know how; e intanto Simest metteva a disposizione delle imprese delle filiere i propri strumenti finanziari e l’affiancamento internazionale”.
Alla fine del 2024 c’erano in pipeline altre dieci importanti operazioni di questo tipo, in fase molto avanzata, con campioni nel mondo dell’impresa che coinvolgeranno anche migliaia di Pmi di filiera che ancora non esportano.
Ampliando in questo modo il portafoglio dei propri prodotti e servizi, Simest ha saputo rispondere meglio, con i suoi interventi, alle ulteriori istanze espresse da sistema produttivo e ha allargato l’attività anche Paesi in cui la società ha messo a punto nuove soluzioni. È da quest’approccio che sono nati i plafond ad hoc: da quello riservato all’area dei Balcani Occidentali (nuova dote da 200 milioni e domande per 260 milioni) alla misura Africa che rappresenta uno dei pilastri del piano Mattei, voluto dal governo Meloni, e che ha stimolato una richiesta consistente di investimenti anche al di là del perimetro del plafond (che, va ricordato, finanzia anche l’aspetto fondamentale della formazione dei lavoratori direttamente in loco o in Italia); per finire ai 300 milioni riservati a coprire i danni provocati dall’alluvione in Emilia e Toscana. Altri strumenti dedicati sono in fase avanzata per il 2025, tra quali figurano una misura per l’America Latina e un intervento a favore delle aziende energivore.
Un capitolo a parte, di grande interesse, è stato poi quello degli investimenti partecipativi che vanno ad affiancare prevalentemente le Pmi e le Mid (il 75% del totale), mentre fino a due anni e mezzo fa questo sostegno riguardava, invece, principalmente le grandi aziende. Sono affiancamenti in termini di equity che Simest offre alle imprese in via di internazionalizzazione a costi estremamente convenienti rispetto agli strumenti tradizionali reperibili sul mercato, senza entrare nella governance dell’impresa cliente.
Un’attività di supporto concreto per la crescita internazionale del sistema produttivo realizzata in un’ottica di cooperazione sistemica con Cassa Depositi e Prestiti: Simest lavora infatti secondo una logica di gruppo, e dunque in sintonia con tutti gli altri attori istituzionali quali Ice e Sace, sotto la regia del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, per conto del quale gestisce i fondi di finanza agevolata e di supporto all’export. Dunque, il piano strategico ‘23-’25, in via d’ultimazione – dal titolo “ImPatto d’Impresa” ha lavorato per un’internazionalizzazione virtuosa e di lungo respiro, promuovendo investimenti in sostenibilità sociale, economica e ambientale, con un forte focus sull’impatto positivo del Made in Italy.
L’organizzazione interna dell’azienda è stata sottoposta a una trasformazione digitale profonda per migliorare i servizi offerti alle imprese clienti, semplificando i processi e aumentando la velocità di erogazione. Non a caso, gli investimenti digitali risulteranno triplicati, a fine triennio, rispetto al triennio precedente. Di pari passo, Simest si è impegnata a sviluppare una cultura aziendale inclusiva e sostenibile, promuovendo il benessere dei dipendenti e l’eccellenza delle competenze attraverso percorsi di carriera e formazione, monitorando l’implementazione diretta dei criteri Esg (Environmental, Social, and Governance) per misurare l’impatto delle attività aziendali sul territorio e promuovere investimenti responsabili. Non a caso, la Legge di Bilancio 2025 ha destinato a Simest – intervenendo sulla disciplina del Fondo 394/81 gestito dalla società – una serie di nuovi finanziamenti. Nei commi da 463 a 469 la legge prevede che:
a. una quota parte delle risorse del fondo rotativo, fino a 200 milioni di euro, possa essere utilizzata per concedere finanziamenti agevolati alle imprese che intendano effettuare investimenti nell’America centrale o meridionale oppure che stabilmente siano presenti o esportino o si approvvigionino nell’America centrale;
b. lo strumento “Potenziamento mercati africani”, dedicato alle imprese italiane che sono stabilmente presenti o esportano o si approvvigionano nel continente africano, o che sono stabilmente fornitrici delle predette imprese – e a cui è riservata una quota pari a 200 milioni di euro del Fondo 394/81;
c. e poi i commi da 474 a 481, invece, istituiscono nell’ambito del Fondo 394/81 tre nuove sezioni, ognuna dotata di contabilità separata: sezione “Crescita”: con una dotazione iniziale di 100 milioni di euro per l’anno 2025, è destinata all’acquisizione, anche in Italia, di quote di controllo del capitale di rischio, nonché all’eventuale concessione di finanziamento di soci o alla sottoscrizione di strumenti finanziari partecipativi, di piccole e medie imprese, nonché di imprese a media capitalizzazione, al fine di sostenerne i processi di internazionalizzazione e la crescita sui mercati internazionali; sezione “Investimenti infrastrutture”: con una dotazione anch’essa di 100 milioni di euro per l’anno 2025, è destinata all’acquisizione di quote non di controllo del capitale di rischio di società estere, anche di scopo, partecipate, anche indirettamente, da imprese italiane e impegnate nell’esecuzione di contratti all’estero di interesse strategico con il coinvolgimento delle filiere produttive italiane; sezione “Venture capital e investimenti partecipativi”: tale sezione è destinata ad interventi che possono consistere, oltre che nell’acquisizione di quote di partecipazione nel capitale di società estere, anche nella sottoscrizione di strumenti finanziari o partecipativi, compreso il finanziamento di soci.
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