Stati Uniti: Goldman Sachs e Deloitte cancellano le politiche di inclusione nei consigli d’amministrazione
Negli Stati Uniti colossi della finanza come Goldman Sachs e Deloitte hanno fanno marcia indietro sulle regole di inclusione e diversità e sulla relative scelte di governance societarie. Tradotto: la diversità non sarà più un criterio per le valutazioni sui consigli di amministrazione delle società statunitensi. LEGGI ANCHE Google fa marcia indietro: stop agli obiettivi […] L'articolo Stati Uniti: Goldman Sachs e Deloitte cancellano le politiche di inclusione nei consigli d’amministrazione proviene da Economy Magazine.

Negli Stati Uniti colossi della finanza come Goldman Sachs e Deloitte hanno fanno marcia indietro sulle regole di inclusione e diversità e sulla relative scelte di governance societarie. Tradotto: la diversità non sarà più un criterio per le valutazioni sui consigli di amministrazione delle società statunitensi.
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Sono, dunque, i grandi nomi per primi a prendere le distanze dalle politiche DEI , in risposta agli ordini esecutivi anti-Diversity, Equity & Inclusion emessi dal presidente Trump. Deloitte e Goldman Sachs hanno infatti deciso di modificare significativamente le loro strategie aziendali su questi temi.
Le decision Goldman Sachs e Deloitte negli Stati Uniti
Deloitte US ha recentemente annunciato la rimozione delle iniziative di inclusione non solo nelle comunicazioni esterne, ma anche nella gestione interna dell’azienda. Secondo quanto riportato dal Financial Times, un’email inviata ai dipendenti spiega che le modifiche sono state introdotte per “allinearsi alle esigenze e agli standard dei clienti governativi”. In particolare, Deloitte ha chiesto al personale coinvolto in contratti con il governo statunitense di eliminare i pronomi di genere dalle loro firme nelle email aziendali. Ma il cambiamento non si ferma qui: il colosso della consulenza prevede anche di interrompere i report annuali sulla diversità e i relativi programmi, pur mantenendo alcune linee guida per garantire equità nei processi di assunzione.
Nel mondo della finanza, Goldman Sachs ha seguito una strada simile. Il ceo, David Solomon, aveva dichiarato a fine gennaio che la banca avrebbe continuato a concentrarsi sulle priorità dei clienti, come la transizione ecologica e la ricerca di talenti diversificati su scala globale. Tuttavia, nei giorni scorsi, la società ha ufficialmente comunicato la fine della politica che, dal 2020, imponeva la presenza di almeno un membro proveniente da gruppi sottorappresentati nei consigli di amministrazione delle aziende che volevano quotarsi in borsa tramite IPO. Questa regola, che nel 2021 era stata estesa a due membri di cui almeno una donna, non sarà più applicata.
Tony Fratto, portavoce di Goldman Sachs, ha giustificato la decisione affermando che “le ultime evoluzioni normative hanno reso necessario un adeguamento delle politiche aziendali in materia di diversità”. La banca continuerà però a promuovere consigli di amministrazione diversificati, pur non rendendoli più un requisito obbligatorio.
Anche l’Institutional Shareholder Services (ISS), società di consulenza per investitori, ha annunciato una revisione delle proprie politiche di raccomandazione di voto per gli azionisti.
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