Startup, in Italia potrebbe esserci un "circolino": i fondatori escono sempre dalle stesse università

Negli ultimi cinque anni, in Italia, il venture capital - ovvero un tipo di investimento che riguarda le startup o le aziende giovani - ha raggiunto cifre veramente da record. I numeri però, se analizzati più a fondo, raccontano una storia di disparità e un rapporto di esclusività tra alcune università e le startup italiane ad oggi esistenti, come se ad esistere fosse un vero e poprio "circolino". Ma cosa rappresentano davvero queste disparità per il futuro dell’innovazione e della crescita del paese? In questo articolo, esploreremo il panorama del venture capital in Italia, cercando di capire il nostro Paese su questo tema si confronta con i giganti europei. Indice Le università italiane e l'ecosistema startup La Sfida del Venture Capital in Italia La mentalità imprenditoriale un Passo Necessario Le università italiane e l'ecosistema startup Per lo sviluppo di startup, università come il Politecnico di Milano, la Bocconi e l’Alma Mater di Bologna sono in prima linea.  Come riportato dal magazine ‘Wired’, negli ultimi cinque anni, ben 7 miliardi di euro sono stati investiti in startup italiane, ma oltre il 70% di questi fondi sono stati destinati a giovani laureati provenienti da tre atenei appena citati: il Politecnico di Milano, la Bocconi e l’Alma Mater di Bologna. Sembra, però, piuttosto la vicinanza geografica di queste università con l'industria finanziaria a rappresentare uno degli aspetti che favorisce di più la creazione di startup nel nord Italia e, più nello specifico, a Milano. La sfida del venture capital in Italia E in ogni caso, anche se negli ultimi anni i fondi di venture capital in Italia sono cresciuti localizzati solo in aree specifiche, il nostro Paese rimane ancora lontano dai numeri dei big europei. Sempre secondo ‘Wired’, nel periodo tra il 2020 e il 2024, per investimenti l'Italia si è piazzata solo al decimo posto in Europa. Dietro di noi si trovano Paesi come il Belgio e la Finlandia, mentre davanti ci sono le grandi economie come Germania, Francia e Regno Unito, che hanno investito cifre molto più elevate, con il Regno Unito che ha superato i 114 miliardi di euro. Il confronto con altre nazioni diventa ancora più impietoso se si considera l’investimento pro capite. In Italia, si spendono solo 114 euro per abitante in venture capital, un dato che ci colloca agli ultimi posti in Europa. Paesi come la Francia e la Spagna vanno ben oltre, con investimenti che superano i 700 euro a testa. La mentalità imprenditoriale un passo necessario Ma cosa manca veramente al sistema italiano per colmare questa distanza? Forse quello che servirebbe è una mentalità imprenditoriale più forte tra i ragazzi e da parte delle università, che coinvolga gli studenti di tutt'Italia, da Nord a Sud. È quindi necessario che gli studenti non solo abbiano una formazione teorica, ma anche la voglia e la capacità di intraprendere e costruire qualcosa di concreto. Lo stesso venture capital italiano è chiamato a fare il suo passo in avanti. In altre parole, è importante che ci si apra a nuovi talenti e nuove idee, senza limitarsi a una ristretta élite accademica.

Mar 3, 2025 - 19:31
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Startup, in Italia potrebbe esserci un "circolino": i fondatori escono sempre dalle stesse università

classe vuota università

Negli ultimi cinque anni, in Italia, il venture capital - ovvero un tipo di investimento che riguarda le startup o le aziende giovani - ha raggiunto cifre veramente da record.

I numeri però, se analizzati più a fondo, raccontano una storia di disparità e un rapporto di esclusività tra alcune università e le startup italiane ad oggi esistenti, come se ad esistere fosse un vero e poprio "circolino".

Ma cosa rappresentano davvero queste disparità per il futuro dell’innovazione e della crescita del paese?

In questo articolo, esploreremo il panorama del venture capital in Italia, cercando di capire il nostro Paese su questo tema si confronta con i giganti europei.

Indice

  1. Le università italiane e l'ecosistema startup
  2. La Sfida del Venture Capital in Italia
  3. La mentalità imprenditoriale un Passo Necessario

Le università italiane e l'ecosistema startup

Per lo sviluppo di startup, università come il Politecnico di Milano, la Bocconi e l’Alma Mater di Bologna sono in prima linea. 

Come riportato dal magazine ‘Wired’, negli ultimi cinque anni, ben 7 miliardi di euro sono stati investiti in startup italiane, ma oltre il 70% di questi fondi sono stati destinati a giovani laureati provenienti da tre atenei appena citati: il Politecnico di Milano, la Bocconi e l’Alma Mater di Bologna.

Sembra, però, piuttosto la vicinanza geografica di queste università con l'industria finanziaria a rappresentare uno degli aspetti che favorisce di più la creazione di startup nel nord Italia e, più nello specifico, a Milano.

La sfida del venture capital in Italia

E in ogni caso, anche se negli ultimi anni i fondi di venture capital in Italia sono cresciuti localizzati solo in aree specifiche, il nostro Paese rimane ancora lontano dai numeri dei big europei.

Sempre secondo ‘Wired’, nel periodo tra il 2020 e il 2024, per investimenti l'Italia si è piazzata solo al decimo posto in Europa.

Dietro di noi si trovano Paesi come il Belgio e la Finlandia, mentre davanti ci sono le grandi economie come Germania, Francia e Regno Unito, che hanno investito cifre molto più elevate, con il Regno Unito che ha superato i 114 miliardi di euro.

Il confronto con altre nazioni diventa ancora più impietoso se si considera l’investimento pro capite. In Italia, si spendono solo 114 euro per abitante in venture capital, un dato che ci colloca agli ultimi posti in Europa. Paesi come la Francia e la Spagna vanno ben oltre, con investimenti che superano i 700 euro a testa.

La mentalità imprenditoriale un passo necessario

Ma cosa manca veramente al sistema italiano per colmare questa distanza? Forse quello che servirebbe è una mentalità imprenditoriale più forte tra i ragazzi e da parte delle università, che coinvolga gli studenti di tutt'Italia, da Nord a Sud.

È quindi necessario che gli studenti non solo abbiano una formazione teorica, ma anche la voglia e la capacità di intraprendere e costruire qualcosa di concreto. Lo stesso venture capital italiano è chiamato a fare il suo passo in avanti. In altre parole, è importante che ci si apra a nuovi talenti e nuove idee, senza limitarsi a una ristretta élite accademica.