Stagione cameristica 2025 dei Teatri di Pistoia, è di scena il Quartetto Skampa
Venerdì 28 marzo al Saloncino della Musica di Palazzo de’ Rossi (ore 20,30)

Pistoia, 27 marzo 2025 – Il penultimo appuntamento della Stagione cameristica 2025 dei Teatri di Pistoia diventa emblema del glorioso stile musicale dell’Europa dell’Est. Venerdì 28 marzo al Saloncino della Musica di Palazzo de’ Rossi (ore 20,30) è di scena il Quartetto Skampa, che da venticinque anni rappresenta il proprio Paese nelle principali sale da concerto di tutto il mondo. Considerato l’erede del leggendario Quartetto Smetana, si fa portatore di un patrimonio spirituale inestimabile preservandolo dal rischio di essere omologato e diluito dall’appiattimento culturale del nostro tempo.
Composto da Petra Brabcová e Adéla Štajnokrová ai violini, Martin Stupka alla viola e Lukáš Polák al violoncello, l’ensemble si distingue per l’attento lavoro di ricerca sul canto popolare, sulla poesia, sui ritmi e sulle danze da cui si è sviluppata la musica ceca; perciò le sue interpretazioni e incisioni, intense e immediate, sono oggi considerate un punto di riferimento per chi affronta questo tipo di repertorio. Vincitore di importanti concorsi internazionali e premiato dalla Royal Philharmonic Society, lo Škampa Quartet, ha ottenuto il riconoscimento dei più prestigiosi festival internazionali, tra cui la Primavera di Praga, Schwetzingen, Edimburgo, Schleswig-Holstein e Melbourne. Nel corso della carriera ha collaborato con artisti di fama mondiale, tra cui Melvyn Tan, Itamar Golan, Josef Suk, Michael Collins, Kathryn Stott e Janine Jansen. Il programma conduce l’ascoltatore attraverso epoche e stili diversi, offrendo una panoramica della ricchezza del repertorio per quartetto d’archi.
Un omaggio festoso alla patria boema, ai suoi paesaggi e alla sua natura multicolore è il Quartetto n. 13 op.106 di Antonín Dvorák, il penultimo nel catalogo dell’autore, scritto alla fine del 1865, l’anno in cui il compositore praghese decise di tornare in patria dopo il lungo soggiorno a New York, perciò ancora sensibile ad atmosfere ‘americane’ che si esplicitano attraverso temi bellissimi ed incisivi. Ma il concerto parte dalla classicità contraddetta di una partitura fondamentale e controversa: l’ultimo dei sei quartetti dedicati da Mozart a Haydn: il n.19 K 465, che per via delle cupe ed enigmatiche battute iniziali destò sconcerto alla prima esecuzione e fu subito ribattezzato come quartetto «delle dissonanze». Non è il Mozart velocissimo, privo di incertezze, capace di scrivere musica sotto la spinta di una sempre fluida ispirazione: l’autografo, diversamente da tutti gli altri, è pieno di correzioni e ripensamenti. La partitura fu al tempo criticata e contestata, ma sta proprio nella molteplicità delle note che stridono la grande novità di Mozart, che diventa in questo caso, come scrisse Theodor Adorno, «l’emblema universale del coraggio dell’artista».
Completano la serata sette movimenti che si susseguono senza pause, sette miniature che creano un’atmosfera sospesa, con toni a volte taglienti, a volte enigmatici: quelle del Quartetto n. 11 op.122 di Šostakovic, di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della morte. Info: Biglietteria Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112 online su: www.teatridipistoia.it