Sergio Perez si leva un sassolino: “Tsunoda-Lawson? Ora si capisce quanto sia difficile guidare la Red Bull”

“Mal comune mezzo gaudio”, si potrebbe dire. Di chi o cosa stiamo parlando? Ovviamente di Sergio Perez. Il pilota messicano, infatti, appiedato al termine della passata stagione dal team Red Bull, si è preso una piccola (se non piccolissima) rivincita dopo quanto avvenuto dopo il Gran Premio della Cina all’interno della scuderia di Milton Keynes. […]

Apr 2, 2025 - 19:18
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Sergio Perez si leva un sassolino: “Tsunoda-Lawson? Ora si capisce quanto sia difficile guidare la Red Bull”

“Mal comune mezzo gaudio”, si potrebbe dire. Di chi o cosa stiamo parlando? Ovviamente di Sergio Perez. Il pilota messicano, infatti, appiedato al termine della passata stagione dal team Red Bull, si è preso una piccola (se non piccolissima) rivincita dopo quanto avvenuto dopo il Gran Premio della Cina all’interno della scuderia di Milton Keynes. Com’è ben noto, infatti, Liam Lawson ha ricevuto il “benservito” dal team principal Christian Horner e dal super-consulente Helmut Marko (a favore di Yuki Tsunoda). Proprio com’era capitato a “Checo” non più tardi di qualche mese fa. Un passaggio che non ha più coinvolto il pilota nativo di Guadalajara ma che, da lontano, lo ha fatto tornare in auge.

“La gente ha la memoria corta e bastano un paio di gare storte per far dimenticare quello che hai fatto”. Le parole di Sergio Perez ai canali ufficiali della F1. “Solo adesso le persone capiscono che la mia posizione non era delle più facili in Formula 1, e che nel complesso ho fatto estremamente bene. Soprattutto l’anno scorso non ho avuto modo di mostrare quello che sono in grado di fare come pilota, ma ora la gente all’improvviso si rende conto di quanto fosse difficile da guidare la macchina. Ho trascorso così tanto tempo in Red Bull che tutti si sono dimenticati di quanto sia difficile quell’auto da guidare”.

Com’era facilmente intuibile, quindi, gli ingegneri di Milton Keynes cercano in ogni modo di assecondare i desiderata del 4 volte campione del mondo, andando a scapito, quindi, della seconda guida. Un ruolo che, da un lato, potrebbe sembrare invidiabile ma che, invece, risulta molto più complicato di quello che si potrebbe pensare.

Ad ogni modo il messicano sembra non portare rancore alla Red Bull dopo quanto avvenuto (anche perché la penale pagata per liberarlo valica i 20 milioni di euro, non certo un aspetto secondario): “Voglio davvero che facciano bene, perché ho passato quattro anni con loro e voglio che tornino a lottare. Difficile sapere cosa stia succedendo internamente perché, pure se sono rimasto in contatto con alcuni membri del team, in questo momento io sono all’esterno del team. Ma alla fine è semplice dire che la macchina è difficile da sfruttare al 100% e non ti dà la fiducia necessaria. Anche Adrian Newey ne ha parlato in passato. Ora lui è con Yuki, quindi spero che facciano bene. Tsunoda? Ha talento e velocità ma, soprattutto, penso che abbia la mentalità e l’atteggiamento giusto”.