Senato, ok a Ddl delega su Intelligenza artificiale. Ma caos in Aula. Le novità principali
Nell’Aula del Senato si approva con 85 sì, 42 no il disegno di legge delega sull’Intelligenza artificiale approvato dal governo il 23 aprile scorso. Ma è caos in aula: Francesco Boccia, capogruppo in Senato del Pd, il senatore Antonio Nicita (Pd), il segretario di Italia Viva Matteo Renzi e il capogruppo in Senato del M5S Stefano Patuanelli accusano […] The post Senato, ok a Ddl delega su Intelligenza artificiale. Ma caos in Aula. Le novità principali appeared first on Key4biz.

Nell’Aula del Senato si approva con 85 sì, 42 no il disegno di legge delega sull’Intelligenza artificiale approvato dal governo il 23 aprile scorso. Ma è caos in aula: Francesco Boccia, capogruppo in Senato del Pd, il senatore Antonio Nicita (Pd), il segretario di Italia Viva Matteo Renzi e il capogruppo in Senato del M5S Stefano Patuanelli accusano il Governo di attendere le indicazioni di Palazzo Chigi, in particolare del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, per votare su temi delicati che riguardano il sovranismo dei dati, bocciando un emendamento del Pd per la conservazione e trasmissione di dati strategici degli italiani su server in territorio italiano e satelliti a controllo nazionale ed europee.
I contenuti del testo
Il testo affronta sostanzialmente 5 aspetti: la strategia nazionale, le autorità, le azioni di promozione, la tutela del diritto di autore, le sanzioni penali. Il Ddl prevede anche una delega al governo per adeguare l’ordinamento italiano al Regolamento UE su temi come l’alfabetizzazione dei cittadini in materia di IA e la formazione degli iscritti da parte dei vari ordini professionali. La delega riguarda anche l’adeguamento di reati e sanzioni all’uso illecito dei sistemi di IA. Il testo passa ora alla Camera.
Le novità principali rispetto al testo proposto dal Governo
- soppresso il bollino di riconoscimento watermark per l’IA
- ridotte le fattispecie di reato per uso dell’IA
- restrizioni all’IA solo per finalità generali e non specifiche legate a difesa e cybersecurity ad esempio
- meno vincoli per l’uso dell’IA nella ricerca
- più deroghe per la polizia
- più vincoli nella Giustizia, lasciando ai magistrati la piena discrezionalità sulle sentenze, una delega al governo per come usare l’Ia nelle indagini preliminari e autorizzazioni specifiche volta per volta da parte del ministero
- spinta sui data center obbligatori sul territorio nazionale per la PA
- il governo dovrà adottare decreti per stabilire regole generali per addestrare l’IA made in Italy e fare machine learning
- competenza esclusiva di CONSOB e all’IVASS del ruolo di autorità di vigilanza del mercato rispetto all’uso dell’IA con potere di ispezioni improvvise per tecnologie ad alto rischio – entrano nel comitato di coordinamento con Agid e Acn
- finanziamenti per Pmi che sviluppano tecnologie quantistiche
Ddl AI: No Senato a emendamento Pd su satelliti italiani o Ue per dati strategici
Bocciato dall’Aula del Senato un emendamento del Pd all’articolo 6 del Ddl sulla intelligenza artificiale che nel caso di sistemi di AI destinati all’uso in ambito pubblico che abbiano ad oggetto dati strategici (con eccezione per quelli impiegati all’estero nell’ambito di operazioni militari) oltre a prevedere l’obbligo di server sul territorio nazionale, avrebbe previsto anche per le tecnologie satellitari l’obbligo di controllo nazionale delle infrastrutture e dell’uso di satelliti europei e nazionali.
Ddl sull’IA, il Pd attacca: “I sovranisti votano contro l’Italia, chi ha dato l’ordine?”
“Ai capigruppo di centrodestra diciamo: votare contro il nostro emendamento 6.301 a prima firma dei senatori Basso e Nicita, che prevede che i dati sui cittadini in possesso delle pubbliche amministrazioni, gestiti attraverso l’Intelligenza artificiale, siano su server italiani o su tecnologie satellitari controllate dall’Italia significa votare contro gli interessi degli italiani”. Lo ha detto nell’Aula di Palazzo Madama il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd, intervenendo durante l’esame del ddl sull’intelligenza artificiale. “Noi chiediamo che i server siano ubicati sul territorio nazionale e che le tecnologie di gestione dei dati siano sotto l’esclusivo controllo dello Stato. Ci devono dire cosa c’è di strano in questo emendamento, stiamo parlando di dati anagrafici, fiscali, sanitari, giudiziari di tutti coloro che vivono nel nostro Paese. Ci stiamo esprimendo su un concetto legato alla necessità che i dati in ambito pubblico, le nostre Amministrazioni pubbliche, abbiano infrastrutture ad esclusivo controllo nazionale. Su questo – ha aggiunto – c’è stato un evidente cambiamento di posizione della maggioranza rispetto al precedente confronto con le opposizioni. Il sottosegretario Butti ci dica da dove è arrivato il no all’emendamento, e cosa c’è dietro. Lo dico perché anche sulla vicenda Paragon ancora aspettiamo di capire, abbiamo chiesto più volte un’informativa, dove siano i server e da chi siano controllati e che fine abbiano fatto i dati carpiti a giornalisti, militanti, sacerdoti”. “Dov’è finito il nazionalismo di questa destra nazionalista? Il voto contrario al nostro emendamento è un voto contro gli interessi dell’Italia e degli italiani”, ha concluso.
Nicita: il governo appalta sicurezza nazionale a stranieri
“Il Governo sta offrendo uno spettacolo inquietante sulla IA”, accusa il senatore del Pd, Antonio Nicita, intervenendo nell’aula di Palazzo Madama. “Di fronte a proposte e a principi di interesse generale, che dovrebbero essere condivisi da tutti e che servono a tutelare l’interesse nazionale, il Governo dei sovranisti cessa improvvisamente di essere tale. Chi aspira a difendere gli interessi nazionali, i cittadini e quindi dati importantissimi che riguardano la nostra vita e il nostro Paese, non può fare il sovranista con il potere degli altri. Noi chiediamo che per quanto attiene la conservazione dei dati, se si utilizzano tecnologie satellitari queste devono essere di controllo nazionale o europeo. Questo è il vero sovranismo, ovvero, la difesa dell’interesse nazionale. Il Governo, invece, fa mancare le garanzie di sicurezza. Non capiamo quindi cosa abbia spinto il Governo a questo disimpegno, a questo voltarsi dall’altra parte di fronte ad una questione strategica che attiene la sicurezza nazionale. La sensazione è che si decida altrove e voi chiniate la testa con buona pace dei vostri valori”.
Ddl Ia, Patuanelli (M5S): svendita sicurezza nazionale in corso
“Era stato chiesto al Governo, sul ddl intelligenza artificiale, di mantenere i dati sensibili sul territorio nazionale. Niente da fare, hanno espresso parere contrario. La motivazione arrivata in commissione? ‘Siamo contrari perché siamo contrari’. Svendita della sicurezza nazionale in corso”. Lo dichiara il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli.
Relatrice sbaglia parere a emendamento ddl IA, caos in Aula
E’ ancora caos nell’Aula del Senato. Stavolta a inasprire gli animi è un parere sbagliato ad un emendamento al disegno di legge delega sull’intelligenza artificiale. La relatrice Tilde Minasi dà prima un parere favorevole, mentre il presidente della Commissione Bilancio Calandrini dice che in attesa di quello del Mef non ha ancora un parere da dare e che aveva avvertito i commissari che lo avrebbe reso in Aula non appena arrivato.
La senatrice di Iv Raffaella Paita invita pertanto a sospendere la seduta e avverte: “Non ve ne facciamo passare più una. Da una parte date un parere positivo e dall’altra” uno che si annuncia “negativo”. Sospendiamo la seduta così parlate, vi chiarite e poi votiamo“.
Calandrini osserva che “Paita non era in Commissione, non lo dico per polemica ma non è informata di quello che è successo”. Paita comincia a gridare dal posto. Tilde Minasi interviene dicendo che si “è sbagliata e che i pareri” agli emendamenti in questione “sono tutti negativi”.
La presidente di turno Licia Ronzulli cerca di riportare la calma ma poi perde le staffe con il senatore di IV Matteo Renzi e gli grida dallo scranno presidenziale: “Stia sereno!!”. “Guardi, uso il suo stesso hashtag per indurlo alla calma, stia sereno!”.
Scoppia il caos e Renzi avrebbe dato dell’incapace a Ronzulli che grida risentita: “Cosa ha detto? Cosa ha detto?” più volte. Alcuni senatori, tra cui Minasi, si avvicinano al banco del governo dove è seduto il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’innovazione tecnologica Alessio Butti che sta seguendo il provvedimento, e Ronzulli grida: “Lasciate i banchi del governo, tornate al posto!!”.
Renzi attacca Butti
Renzi allora prende la parola e dice che “Butti evidentemente ha ricevuto una telefonata da Palazzo Chigi e gli hanno detto cosa fare…”. “Non da Meloni, buoni – aggiunge Renzi rispondendo alle grida che arrivano dal centrodestra – ma da chi segue e si occupa dei Servizi segreti”. “Il che dimostra che siete solo delle majorette”, dichiara mentre i senatori di maggioranza urlano. “Vorrei sottolineare quello che sta avvenendo in quest’Aula, si danno pareri diversi e fino a qualche giorno fa neanche si sapeva che si sarebbe esaminato questo provvedimento. Ma vi rendete conto?”.
IA: Borghi (Iv), si mette a rischio la sicurezza nazionale
“Preoccupa molto che, dentro un testo di legge che è il vuoto pneumatico spinto, si inseriscano principi che vanno a detrimento della sicurezza nazionale. Una vergogna nazionale nei giorni del caso Paragon”. Lo ha detto il senatore di Italia viva Enrico Borghi, vicepresidente del partito, prendendo la parola durante le dichiarazioni di voto agli emendamenti. “La maggioranza ha ritirato un emendamento perché evidentemente è arrivato un ukase da fuori. Così il governo dice no al divieto di depositare i dati degli utenti in server posti all’esterno del territorio nazionale, e quindi consente che possano essere gestiti da soggetti che non si trovano all’interno del nostro perimetro giuridico. Questo emendamento bocciato ha quindi due nomi: quello di Elon Musk e del suo referente italiano Andrea Stroppa. Con questo doppio elemento di imbarazzo – ha spiegato Borghi – finisce la favola dell’interesse nazionale, e del vostro sovranismo che si ferma laddove i nuovi imperatori tecnologici decidono con la vostra acquiescenza”.
Butti, ‘accusa Renzi infondata, non sono arrivate telefonate da Chigi. Controlla il telefono’
“L’accusa di Matteo Renzi è completamente infondata. Non sono arrivate telefonate da Chigi né da qualsiasi altra autorità, a me o ai relatori, per influenzare il dibattito sull’emendamento in questione al ddl Intelligenza Artificiale approvato pochi minuti fa in Senato. Il Governo ha sempre operato con la massima trasparenza, nell’interesse esclusivo del Paese, soprattutto su un tema strategico come l’intelligenza artificiale e la gestione dei dati pubblici”. Ad affermarlo è il sottosegretario con delega all’innovazione Alessio Butti in occasione del via libera al Senato al Ddl intelligenza artificiale. Butti ha anche detto a Renzi che poteva controllare il telefono.
“Abbiamo lavorato per garantire che le infrastrutture digitali nazionali siano sicure, efficienti e sotto il controllo dello Stato, senza subire pressioni di alcun genere. La tutela della sovranità tecnologica è una priorità concreta e condivisa a livello europeo, e non può essere ridotta a una polemica politica priva di fondamento”, sottolinea Butti.
Ddl IA: Butti, dimostra strategia chiara e pragmatica
“Con l’approvazione al Senato del disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale, il Governo conferma la visione e compattezza nell’affrontare una delle più grandi trasformazioni della nostra epoca. Abbiamo costruito un testo solido e completo che introduce misure concrete per garantire sicurezza, sviluppo e competitività del nostro sistema Paese”. Lo afferma il sottosegretario con delega all’Innovazione, Alessio Butti. E prosegue: “Dalla costruzione di una governance solida, costituita da Agid e Acn, al miliardo di euro di investimenti per potenziare il nostro ecosistema AI, passando per il sostegno alle imprese innovative e la protezione dei dati dei cittadini, il Ddl AI è la dimostrazione di una strategia chiara e pragmatica. Abbiamo confermato il ruolo da protagonista che abbiamo avuto anche in ambito internazionale, sia in sede di definizione dell’AI Act, sia nella redazione delle linee guida internazionali in ambito G7″.
Ia: Barachini, ‘Ddl passo decisivo, tutela copyright e trasparenza con reato deepfake’
“La difesa del nostro patrimonio culturale, editoriale e giornalistico è al centro del disegno di legge voluto dal governo che protegge con un articolo ad hoc il bene più strategico per il nostro sistema culturale informativo, ovvero il diritto d’autore, il copyright. Valorizzare il contenuto economico e finanziario della creatività a fronte della straordinaria innovazione dell’intelligenza artificiale, quindi la sostenibilità del nostro sistema nazionale ed europeo è un obiettivo primario, anche per consentire un pluralismo delle voci e, quindi, la libera capacità di scelta democratica e di formazione delle coscienze. L’intera sostenibilità del sistema informativo nazionale dipende dalla difesa della base della piramide dell’informazione e quindi della capacità creativa e del suo valore economico”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Alberto Barachini, dopo il primo via libera al Ddl AI da parte dell’Aula del Senato.
“Il giornalismo, l’informazione, l’editoria e la comunicazione – ha osservato il rappresentante dell’esecutivo – devono continuare ad avere un volto umano, una responsabilità umana e il processo produttivo deve avere una visione antropocentrica come padre Benanti, presidente della Commissione AI per l’informazione, ha più volte rimarcato”.
“Oggi produrre un’informazione in maniera responsabile è costoso – ha evidenziato Barachini – mentre produrre una fake news o un deep fake e diffonderli con i nuovi strumenti tecnologici è molto facile ed economico. Per questo un altro intervento particolarmente meritorio inserito nel Ddl è quello della nuova fattispecie di reato di deep fake. I Deep fake possono stravolgere la percezione, come mostrano anche gli ultimi casi di cronaca, ed essere strumenti imprevedibili di gravissimi reati contro le persone e la loro reputazione, minando gravemente il rapporto di fiducia tra informazione e cittadini. L’informazione è un pilastro della democrazia, ma se è inquinata da manipolazioni fake, sono gli stessi cittadini ad essere manipolati”.
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