Scoperto nei fondali italiani un neutrino da record: energia mai vista prima nell’Universo
Nel 2020, il premio Nobel per la fisica Takaaki Kajita aveva avvertito che i neutrini avrebbero potuto riservare sorprese. E aveva ragione. Oggi la comunità scientifica si trova davanti a una scoperta straordinaria: un neutrino con un’energia mai rilevata prima, pari a 220 milioni di miliardi di elettronvolt (220 PeV), un valore 20.000 volte superiore...

Nel 2020, il premio Nobel per la fisica Takaaki Kajita aveva avvertito che i neutrini avrebbero potuto riservare sorprese. E aveva ragione. Oggi la comunità scientifica si trova davanti a una scoperta straordinaria: un neutrino con un’energia mai rilevata prima, pari a 220 milioni di miliardi di elettronvolt (220 PeV), un valore 20.000 volte superiore a quello raggiunto dagli acceleratori di particelle del CERN.
L’evento è stato registrato nei fondali del Mediterraneo, a 3.450 metri di profondità al largo di Capo Passero, in Sicilia, grazie al telescopio sottomarino KM3NeT. La scoperta è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature e presentata in diretta streaming dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) di Roma, in collaborazione con il CNRS francese.
Per gli scienziati, questo risultato rappresenta un nuovo modo di osservare l’universo, aprendo la strada a ricerche che potrebbero cambiare profondamente la nostra comprensione del cosmo.
Un telescopio sottomarino per osservare le particelle più sfuggenti dell’universo
Il neutrino super energetico è stato rilevato dal rivelatore ARCA, una delle due sezioni del progetto KM3NeT, un telescopio sottomarino che utilizza l’acqua marina come strumento di rilevazione. Grazie a questa tecnologia, è possibile individuare i neutrini cosmici, particelle che nascono da eventi estremi come esplosioni di supernovae o buchi neri supermassicci.
L’osservatorio è composto da oltre 200 stringhe di rilevazione, ciascuna alta 700 metri, con 18 moduli ottici ultra-sensibili in grado di intercettare i debolissimi lampi di luce Cherenkov prodotti quando i neutrini interagiscono con l’acqua.
Dietro questa impresa scientifica c’è il lavoro di 360 ricercatori, provenienti da 68 istituzioni in 22 Paesi, uniti dall’obiettivo di svelare i misteri delle particelle più sfuggenti dell’universo.
Ogni secondo, miliardi di neutrini attraversano il nostro corpo e l’intero pianeta senza che ce ne accorgiamo. Sono ovunque, ma la loro natura li rende estremamente difficili da studiare. Dopo i fotoni, sono le particelle più abbondanti nell’universo, eppure restano tra le più enigmatiche.
Per molto tempo si è creduto che fossero prive di massa, ma negli ultimi anni gli scienziati hanno dimostrato il contrario. Sono prive di carica elettrica, il che le rende quasi impossibili da intercettare. Il termine “neutrino” venne coniato dai fisici Enrico Fermi ed Edoardo Amaldi, per descrivere qualcosa di ancora più leggero e sfuggente del neutrone.
Il mistero della sua origine
L’osservazione del neutrino super energetico è avvenuta il 13 febbraio 2023, ma per confermare il dato ci sono voluti due anni di analisi. Il segnale registrato era il passaggio di un muone, una particella generata dall’interazione di un neutrino, che ha attraversato tutto il rivelatore. L’inclinazione della traiettoria e l’energia fuori scala indicano che il muone sia stato prodotto da un neutrino cosmico nelle vicinanze del telescopio sottomarino.
Secondo i ricercatori, un’energia così elevata è difficile da spiegare all’interno della nostra galassia, e questo rende ancora più affascinante la scoperta. Gli studi ora si concentrano su quale evento cosmico possa averlo generato e da quale distanza sia arrivato.
Non è escluso che provenga da fuori la Via Lattea, il che renderebbe questa scoperta ancora più straordinaria. Le prossime osservazioni saranno fondamentali per capire se ci sono altri eventi simili e costruire un quadro più chiaro di questo fenomeno.
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Fonte: KM3NeT
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