RTX 50, stop supporto a PhysX: alcuni vecchi giochi potrebbero girare peggio
Un importante pezzo di storia del gaming (per quanto non sempre universalmente apprezzato, tra l'altro) che se ne va.
Una novità delle schede video gaming NVIDIA di nuova generazione che è passata relativamente inosservata finora è l’abbandono del supporto alla piattaforma PhysX, un insieme di tecnologie che serviva a emulare in modo realistico il modello della fisica newtoniana nei videogiochi. Non è impossibile fare un parallelismo con quello che è oggi il ray tracing, volendo, anche se modi e dettagli all’epoca furono un po’ diversi.
Ingredienti chiave di PhysX furono da un lato il motore fisico, che era open-source e distribuito tramite SDK agli sviluppatore, e da un altro lato l’hardware dedicato alla sua elaborazione. Inizialmente serviva una scheda acceleratrice dedicata, del cui sviluppo si occupava Ageia; la società fu tuttavia in seguito comprata da NVIDIA, la quale iniziò a integrare l’hardware necessario all’esecuzione di PhysX nei core CUDA delle sue GPU.
PhysX fu presentato inizialmente nel 2001, e naturalmente le cose sono cambiate in modo radicale al giorno d’oggi. La maggior parte delle simulazioni della fisica sono gestite direttamente dal motore grafico di riferimento, per esempio Unreal Engine o Unity; PhysX può essere definito un loro predecessore, se vogliamo. Come parte della suite NVIDIA GameWorks aveva molte sfaccettature e sezioni: per esempio, HairWorks si occupava di capelli e peli vari, poi c’era quello per fumo, nebbia e altri materiali gassosi, c’era quello dedicato alle collisioni e così via.