Ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri: ecco perché le guerre aumentano le disuguaglianze economiche
I periodi di conflitto sono più favorevoli all’aumento del divario di reddito rispetto ai periodi di prosperità? Poiché in passato le guerre hanno contribuito a ridurre le disuguaglianze, l’esecutivo potrebbe cercare di migliorare l’equità fiscale e allo stesso tempo finanziare le spese per la difesa, sostiene la giornalista del quotidiano Le Monde, Béatrice Madeline nella […] L'articolo Ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri: ecco perché le guerre aumentano le disuguaglianze economiche proviene da Economy Magazine.

I periodi di conflitto sono più favorevoli all’aumento del divario di reddito rispetto ai periodi di prosperità? Poiché in passato le guerre hanno contribuito a ridurre le disuguaglianze, l’esecutivo potrebbe cercare di migliorare l’equità fiscale e allo stesso tempo finanziare le spese per la difesa, sostiene la giornalista del quotidiano Le Monde, Béatrice Madeline nella sua rubrica.
Trovare circa 30 miliardi di euro in più all’anno nei prossimi anni per finanziare lo sforzo bellico: questa è la nuova e temibile sfida che l’esecutivo deve affrontare da quando Donald Trump ha abbandonato l’Europa. Il rompicapo sul bilancio si preannuncia ancora più diabolico, dato che Emmanuel Macron ha fissato il quadro nella sua allocuzione televisiva del 5 marzo: ci vorranno “riforme, scelte, coraggio”, ha avvertito. Ma non si tratta di aumentare le tasse.
Tuttavia, se la riarmo del paese appare necessaria di fronte alla minaccia russa, difficilmente può essere presa in considerazione senza un rafforzamento della coesione nazionale. […]
Una nota dell’Institut des politiques publiques, pubblicata nel giugno 2023, basata sull’analisi delle dichiarazioni dei redditi e delle dichiarazioni fiscali delle imprese in Francia nel 2016, dimostra che esiste un margine di manovra. Per i “miliardari”, la fascia dello 0,0002% più ricca del paese, l’imposta sul reddito rappresenta solo una “frazione trascurabile” del loro reddito totale, mentre la principale imposta pagata è l’imposta sulle società. Una nota della direzione generale delle finanze pubbliche, pubblicata alla fine di gennaio, amplia il quadro. Gli autori indicano che negli ultimi vent’anni il reddito annuo delle 40.700 famiglie fiscali più ricche del paese è raddoppiato in vent’anni.
Aumento delle disuguaglianze fiscali
Questa cifra è spettacolare e riguarda solo un numero molto ridotto di persone. Non deve nascondere il fatto che da due decenni le disuguaglianze fiscali stanno aumentando in Francia. La metà più modesta della popolazione e una fascia del 9,9% di persone benestanti hanno visto aumentare l’importo del loro contributo. Allo stesso tempo, la classe medio-alta e le persone più ricche hanno visto diminuire il loro.
Sarebbe quindi giunto il momento “delle riforme, delle scelte, del coraggio”, anche in materia fiscale? Anche questo ci insegna la storia. “Nei paesi industrializzati, le disparità di reddito hanno raggiunto livelli molto elevati prima del 1914, ma i due conflitti mondiali (…) hanno ridotto notevolmente le disuguaglianze”, ricorda una nota della Banca di Francia pubblicata a febbraio.
Il fatto è attestato dall’austriaco Walter Scheidel, professore a Stanford e autore di un’opera sull’argomento […] Lo storico dimostra che i periodi di conflitto, catastrofe o destabilizzazione sono più favorevoli al restringimento del divario di reddito rispetto ai periodi di prosperità.
[…] due accademici americani, Kenneth Scheve e David Stasavage, analizzano le cause degli aumenti delle tasse per i più ricchi avvenuti durante le due guerre mondiali. Secondo loro, queste tasse, lungi dall’essere basate su una preoccupazione di equità, costituirebbero piuttosto una forma di “compensazione” per il minor sacrificio fatto dalle classi benestanti, rispetto alle classi popolari che sarebbero più numerose ad alimentare le file dei soldati, mettendo a rischio la propria vita.
Inoltre, quando si tratta di difendersi e di aumentare le spese militari, è meglio utilizzare diversi strumenti di finanziamento, spiegano Johannes Marzian e Christoph Trebesch in una nota pubblicata a febbraio dal Kiel Institute for the World Economy. I due accademici spiegano come sono state finanziate le fasi di riarmo in Europa negli ultimi centocinquanta anni. Verdetto: i tagli di bilancio hanno “raramente” permesso di raggiungere questo obiettivo. È preferibile un finanziamento misto, che combini indebitamento e aumenti delle tasse. Contemporaneamente, è necessario lottare contro l’evasione e l’esenzione fiscale, al fine di “controllare, a medio termine, il peso del debito”.
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