Red Bull: il silenzio ha il suo perché
È stato un inverno di F1 alquanto atipico quello di Red Bull e Max Verstappen. Nonostante il pilota olandese stia per iniziare la sua undicesima stagione per la quarta volta di fila in qualità di campione del mondo, in pochi scommettono sul sodalizio più vittorioso del recente passato. I test collettivi in Bahrain hanno avvalorato […]

È stato un inverno di F1 alquanto atipico quello di Red Bull e Max Verstappen. Nonostante il pilota olandese stia per iniziare la sua undicesima stagione per la quarta volta di fila in qualità di campione del mondo, in pochi scommettono sul sodalizio più vittorioso del recente passato. I test collettivi in Bahrain hanno avvalorato tale sensazione. La RB21 sembra aver ereditato il DNA del precedente progetto tecnico, sia nelle virtù che nei difetti.
Il condizionale è d’obbligo in quanto si tratta pur sempre di prove in cui i team effettuano programmi di lavoro diversi e dove si cerca di nascondere il reale potenziale. Nei periodi di dominio Mercedes e Red Bull è spesso successo che, nei test invernali, le suddette scuderie abbiano “giocato” con i competitor avendo contezza del loro effettivo potenziale. Onestamente, la prima monoposto dell’era post-Newey non ha fornito questa sensazione, sebbene Max non si può escludere dei competitor in lotta per i titoli iridati.
L’esposto alla FIA è il segnale di chi ci crede
La richiesta della Red Bull di fare luce sulla regolarità delle ali posteriori di McLaren e Ferrari, confermata pubblicamente da Pierre Waché, dimostra quanto il team austriaco creda nella possibilità di poter competere per il successo finale. Una scuderia che si trova in un possibile stato di tecnica tecnica profonda, a rigor di logica, non dedicherebbe nemmeno un istante del suo tempo invocando la verifica della regolarità di alcune soluzioni dei rivali.
In Red Bull sanno che la RB21 è in grado di giocarsela, specie se dovesse riproporsi l’ampio numero di piloti e team di F1 in grado di aggiudicarsi più gare, come accaduto nella scorsa campagna agonistica 2024. Insomma… all’interno di un mondiale in cui l’equilibrio prestazionale tra più competitor è paritario, questo ci hanno confermato vari tecnici di Formula Uno, una mossa del genere potrebbe avvantaggiare la costanza di rendimento e la capacità di saper cogliere ogni opportunità.
Red Bull, la capacità di ottimizzare il rendimento
Per quanto riguarda le operazioni in pista e l’esecuzione dei fine settimana di gara, Red Bull ha dimostrato di avere ben pochi rivali. Nella scorsa stagione, in più di una circostanza, gli uomini di Milton Keynes hanno messo in piazza la capacità di rivoltare come un calzino la RB20. Basti pensare a Imola, round in cui al venerdì la monoposto sembrava un grillo per poi consentire a Verstappen di cogliere la pole e vincere la gara, nonostante la McLaren apparisse nettamente superiore.
Lo stesso dicasi nello sprint weekend di F1 in Qatar, tappa in cui la Sprint Race venne sacrificata da entrambi i piloti, volutamente per un preciso piano tattico, per poi consentire all’asso olandese di piegare la concorrenza in modo abbastanza inaspettato la domenica pomeriggio. Altro punto di forza del team diretto da Christian Horner sono le strategie di gara, al netto di sporadici errori che tutti compiono, come quello in Ungheria, nella passata stagione, che fece andare su tutte le furie il campione del mondo.
F1, Verstappen resta il miglior pilota del lotto
Dulcis in fundo, il valore aggiunto fornito da Max Verstappen. Il pilota olandese è unanimemente considerato il pilota più forte dello schieramento. Lo scorso anno ha dimostrato in modo palese di porre rimedio ai problemi del mezzo. Il secondo posto a Zandvoort, a Singapore e il saggio di guida nel diluvio di Interlagos si sono rivelati fondamentali per la conquista della quarta corona iridata.
Il tutto senza poter disporre di un compagno di squadra in grado di agevolarlo dal punto di vista strategico, dato che Perez, dopo il GP di Miami, è scomparso dai radar. Se davvero la RB21 dovesse dimostrarsi inferiore alla concorrenza, per Max non resterebbe altro obiettivo che gestire la situazione in modo sereno, senza cedere alla tentazione di compensare il deficit dell’auto attraverso una condotta sregolata. Presterebbe il fianco non solo ai suoi atavici detrattori, ma anche a sicure sanzioni da parte della FIA.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
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