Quanto è disunita l’Unione europea

Che cosa fa e che cosa non fa l'Ue in politica estera. Il taccuino di Guiglia.

Feb 23, 2025 - 09:50
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Quanto è disunita l’Unione europea

Che cosa fa e che cosa non fa l’Ue in politica estera. Il taccuino di Guiglia

Neanche a farlo apposta, nelle stesse ore in cui i ministri degli Esteri russo, Sergej Lavrov, e statunitense, Marco Rubio, si riunivano a quattr’occhi a Riad per decidere le sorti degli ucraini aggrediti, Mario Draghi ha dato l’ultima scossa al Parlamento europeo in un discorso politico quasi ultimativo: “Presto resteremo soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa, la risposta Ue sia rapida e su vasta scala”.

È più di un grido di dolore, quello lanciato dal nostro ex presidente del Consiglio e già presidente della Bce, che dà la sveglia al continente tenuto alla larga dalle trattative avviate fra Mosca e Washington. A lui la Commissione di Ursula von der Leyen s’è affidata per presentare, 5 mesi fa, il rapporto per la svolta europea.

Una svolta che, alla luce di come si profila il dopoguerra per l’Ucraina e per il nostro continente, adesso Draghi considera urgente.

Per cogliere lo scenario del nuovo mondo che cambia, basti dire che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, non era stato neanche informato del faccia a faccia e ha comunque rinviato il suo viaggio a Riad. Dovendosi pure sentire la tirata d’orecchie del russo Lavrov: “Fatelo ragionare, merita una bacchettata sulle mani”. Davvero beffardo, detto dal rappresentate di un Paese che da tre anni ricorre non alle bacchettate, ma alle bombe per piegare e prendersi l’Ucraina.

E poco importa che l’americano Rubio ora conceda che “anche l’Europa deve sedersi al tavolo” e parli in una conferenza telefonica con i suoi colleghi di Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna.

Non è, infatti, lo strapuntino quel che Bruxelles deve reclamare. E’ l’agire “come se l’Ue fosse un unico Stato”, sottolinea Draghi. “La frammentazione della difesa ci rende vulnerabili”.

Ecco il punto che dovrebbe indurre gli europei pure ad abbattere le barriere economico-fiscali interne, perché i dazi, prima che ce li metta Trump, ce li stiamo imponendo tra noi. E basta col tabù del debito comune per il comune rilancio. “Non si può dire di no a tutto”, ammonisce Draghi.

Intanto, a Parigi si prospetta un secondo vertice euroatlantico dopo quello già concluso tra i principali Paesi Ue. Eppur si muove quest’Europa che Trump e Putin, i veri protagonisti dietro le quinte di un negoziato che non può essere “in esclusiva”, vogliono entrambi indebolire per ragioni diverse. Per competizione politico-commerciale il primo, per sfida politico-militare il secondo.

D fronte al rischio dei giochi già fatti tra Mosca e Washington, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, chiede che il Cremlino “torni a rispettare la carta dell’Onu”. E agli smemorati ricorda che, su sollecitazione della Russia e degli Stati Uniti, l’Ucraina consegnò a Mosca “alcune migliaia di testate nucleari” in cambio, e con un trattato sottoscritto, dell’impegno a rispettare l’indipendenza e l’integrità territoriale di Kiev. “Noi vorremmo che si rispettassero quegli impegni e quegli accordi”, sottolinea Mattarella.

Parole che rispecchiano il punto di vista europeo da far valere prima che sia troppo tardi.

)Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova)
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