Polimero “auto-rigenerante” sfida i detriti spaziali a velocità supersonica

Un nuovo materiale del Texas A&M si ripara da solo dopo l'impatto con detriti spaziali

Mag 6, 2025 - 17:14
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Polimero “auto-rigenerante” sfida i detriti spaziali a velocità supersonica

Nel mondo dell’esplorazione spaziale, uno dei pericoli più critici e trascurati è rappresentato dai detriti spaziali. Orbite sempre più affollate, soprattutto in bassa orbita terrestre (LEO), mettono in pericolo satelliti e veicoli spaziali: oggetti che viaggiano a oltre 8 chilometri al secondo possono causare danni devastanti, persino con dimensioni minime. Pensate che solamente tra il 2019 e il 2023, i soli satelliti Starlink hanno effettuato oltre 50.000 manovre per evitare collisioni.

In questo scenario si sta lavorando a una moltitudine di progetti finalizzati a ripulire l'orbita terrestre, ma un team di scienziati della Texas A&M University sta lavorando a un diverso approccio: ha presentato un materiale capace di "autoripararsi" dopo l’impatto, offrendo una promettente alternativa ai sistemi di protezione attualmente in uso. Si tratta di un polimero chiamato DAP, acronimo di Diels-Adler Polymer, basato su una rete di legami covalenti dinamici che si spezzano e riformano con il calore.

Il comportamento del materiale è sorprendente: sottoposto all’impatto con proiettili microscopici lanciati a velocità elevate tramite test balistici laser (metodo LIPIT), il polimero si liquefa temporaneamente per assorbire l’energia cinetica, consentendo il passaggio dell’oggetto. Subito dopo, si raffredda, i suoi legami si riformano e il materiale ritorna solido, lasciando solo un microforo.


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