Piano riarmo? Ecco il gioco delle tre carte con i fondi Ue
Come si articolerà dal punto di vista finanziario il piano per il riarmo Ue annunciato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Estratto dal Mattinale europeo

Come si articolerà dal punto di vista finanziario il piano per il riarmo Ue annunciato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Estratto dal Mattinale europeo
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato il piano “ReArm Europe” che dovrebbe permettere agli Stati membri di spendere circa 800 miliardi di euro in quattro anni per la difesa. “Non ho bisogno di descrivere la grave natura delle minacce che affrontiamo. O le conseguenze devastanti che dovremo sopportare se tali minacce dovessero concretizzarsi”, ha detto ieri Ursula von der Leyen senza mai menzionare il disimpegno di Donald Trump dall’Ucraina e dall’Europa. “La questione non è più se la sicurezza dell’Europa sia minacciata in modo molto reale. O se l’Europa debba assumersi una maggiore responsabilità per la propria sicurezza. In verità, conosciamo da tempo le risposte a queste domande. La vera questione che abbiamo di fronte è se l’Europa è pronta ad agire con la stessa decisione richiesta dalla situazione”, ha aggiunto la presidente della Commissione, sottolineando che sono necessarie “velocità e ambizione” in “un’era di riarmo”. Il Consiglio europeo del marzo 2024 aveva già chiesto a von der Leyen di presentare opzioni di finanziamento della difesa entro giugno dello scorso anno. Le proposte sono arrivate con nove mesi di ritardo. Fonti della Commissione, ci hanno spiegato che i testi legislative dovrebbero essere presentati prima del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo.
I GOVERNI POTRANNO SPENDERE 650 MILIARDI DALLA SOSPENSIONE DEL PATTO DI STABILITÀ
Il piano “ReArm Europe” presentato da Ursula von der Leyen è composto da cinque punti. Secondo il primo, la parte più importante del riarmo dovrà essere finanziata a livello nazionale attraverso l’indebitamento. La Commissione attiverà la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità per permettere agli Stati membri di aumentare dell’1,5 per cento del Pil la spesa per la difesa per i prossimi quattro anni. La stima dell’esecutivo comunitario è che la flessibilità permetterà di spendere 650 miliardi di euro in più fino al 2030. Ci sarà un “meccanismo di controllo” e una “definizione stretta” delle spese militari, ci ha detto un funzionario dell’Ue. La Commissione vuole evitare che alcuni governi ne approfittino per “infilare sotto il tappeto altre spese”. L’Italia non dovrebbe poter includere le spese per i controlli alle frontiere sull’immigrazione, come aveva chiesto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Alcuni governi – come quello di Pedro Sanchez in Spagna, dove il riarmo è impopolare – hanno già detto che non intendono sfruttare questa possibilità. La Commissione spera che i nuovi obiettivi fissati al vertice Nato del prossimo giugno spingeranno tutti ad agire.
UN NUOVO STRUMENTO DA 150 MILIARDI PER FORNIRE PRESTITI PER GLI ACQUISTI DI ARMI
Il secondo punto del piano di von der Leyen è un nuovo strumento sul modello di “Sure”, adottato nei primi mesi della pandemia di Covid-19 per fornire prestiti agli Stati membri. La Commissione si indebiterà sui mercati grazie al margine del bilancio dell’Ue e fornirà prestiti fino a 150 miliardi di euro. Una ventina di paesi possono trarne beneficio, perché pagano tassi di interessi più alti dell’Ue. Ci saranno delle condizioni per ottenere i fondi. I governi dovranno presentare piani di acquisti di congiunti capacità militari di interesse europeo – difesa aerea e missilistica, sistemi di artiglieria, munizioni, missili e droni, sistemi anti-drone, cyber e mobilità militare – e la Commissione verserà il denaro su richiesta. Dovrebbe essere inserita una clausola “buy european” per favorire e sviluppare l’industria del vecchio continente. In teoria, il bilancio dell’Ue non può finanziare gli acquisti di armi. L’obiettivo ufficiale è rafforzare l’industria della difesa. Il rischio è di creare una rivolta dei governi che comprano armi negli Stati Uniti e di ritardare gli acquisti per l’Ucraina dell’equipaggiamento di cui ha maggior bisogno.
DUE PIANI SIMBOLICI NEL PIANO VON DER LEYEN
Il terzo punto di “ReArm Europe” è la possibilità offerta dalla Commissione agli Stati membri di dirottare i fondi della coesione verso l’industria militare. Ursula von der Leyen non ha fornito stime di quanto denaro potrebbe essere mobilitato. Gli esperimenti fatti in passato non hanno funzionato: nessuno Stato membro ha utilizzato la possibilità offerta nel 2023 di spostare fondi della coesione a favore della produzione di munizioni sotto il programma Asap lanciato dalla Commissione. “Nessuno ha fatto uso dei fondi di coesione con Asap”, ci ha confermato una fonte europea. Altro punto simbolico: von der Leyen ha ribadito l’eterna promessa di realizzare l’Unione dei risparmi e degli investimenti, senza elaborare ulteriormente.
LA BEI SI MOBILITA PER IL RIARMO
Un ultimo punto del piano “ReArm Europe” coinvolge la Banca europea degli investimenti. La sua presidente, Nadia Calvino, ieri ha scritto ai governi nazionali che in una riunione del Consiglio di amministrazione il 21 marzo saranno discusse una serie di proposte per modificare le regole sui prestiti e ampliare le possibilità di finanziare gli investimenti nella difesa. Per il momento le risorse della Bei possono essere usate solo per progetti a uso duale (civile e militare), con l’esclusione di equipaggiamenti militari. Calvino proporrà un “adeguamento dei criteri di ammissibilità” della Bei “per garantire che le attività escluse siano definite in modo più preciso e il più possibile limitate” alla luce delle priorità sulle difesa. “Inoltre, intendiamo proporre una revisione del nostro quadro operativo e la sostituzione dell’iniziativa strategica europea per la sicurezza ad hoc con un obiettivo di politica pubblica trasversale dedicato per contribuire alla pace e alla sicurezza dell’Europa, con un’ambiziosa allocazione finanziaria e di capitale da determinare annualmente”, ha scritto Calvino.
LE RACCOMANDAZIONI DI CALVINO A VON DER LEYEN
Nella sua lettera, la presidente della Bei, Nadia Calvino, ha offerto anche alcuni consigli alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, su come ampliare le possibilità di finanziamento per il settore della difesa. Chiamata a contribuire a ogni crisi, la Bei sta perdendo la pazienza? “Sarebbe importante che tutti i programmi europei rilevanti siano aperti al settore della sicurezza e della difesa, e che i processi di acquisto siano aggiustati per assicurare l’emergere di un’industria europea forte ed efficiente”, ha scritto Calvino. Un’altra idea proposta dalla presidente della Bei è un provvedimento “omnibus” per la difesa. “Un esercizio di semplificazione concentrato in modo specifico nell’area della sicurezza e della difesa potrebbe essere utile”.
UN PRIMO PASSO SIMBOLICO
Ursula von der Leyen non ha scelto il bazooka per il suo piano “ReArm Europe”, preferendo restare nel quadro legale esistente per finanziare il riarmo attraverso l’Ue. Tutte le decisioni potranno essere prese alla maggioranza qualificata, non all’unanimità, e in tempi relativamente rapidi. Ma l’attuazione dipenderà dai governi nazionali e non è sicuro che si concretizzeranno tutti gli 800 miliardi. Diversi analisti sperano che la sequenza, alla fine, porterà a una svolta analoga a quella della pandemia. Il piano von der Leyen è “un primo passo simbolico”, ha detto Lucas Guttenberg, ricercatore di Bertelsmann Stiftung: “Può fare una differenza limitata nei costi di finanziamento per alcuni stati membri. E cosa più importante, significherà che l’articolo 122 sarà attivato ora per la situazione di crisi attuale. Questo diventerà importante per soluzioni più grandi in futuro”. Secondo Lucas Guttenberg, il momento attuale è simile all’aprile del 2020 durante la pandemia, quando la Commissione sospese le regole del Patto di stabilità e mise sul tavolo lo strumento Sure. “Cinque settimane dopo Macron e Merkel misero sul tavolo NextGenerationEU”, ha ricordato Guttenberg. Insomma, “non sarà la fine della storia”.
IL PPE SALUTA IL RIARMO, I SOCIALISTI CHIEDONO ANCHE SICUREZZA SOCIALE
Il gruppo del Partito Popolare Europeo ha accolto con favore il piano “ReArm Europe” presentato da Ursula von der Leyen. La disciplina fiscale? Meglio la “flessibilità nelle emergenze”, ha detto il deputato del PPE, Siegfried Muresan: “Il disimpegno degli Stati Uniti e il sostegno urgente per l’Ucraina giustificano di applicare la clausola di salvaguardia per gli investimenti nella difesa”. Anche il gruppo socialista accoglie con favore “l’idea di potenziare la capacità di difesa dell’Ue. L’attuale contesto geopolitico necessita di una vera mobilitazione”. Tuttavia “la sicurezza non riguarda solo l’armamento dell’Europa, ma anche il miglioramento della nostra resilienza e la salvaguardia del nostro stato sociale. Non possiamo fare affidamento solo sulla clausola di salvaguardia del Patto di stabilità e crescita, dobbiamo anche aumentare il debito comune tenendo conto dell’esperienza della NextGenerationEU”, hanno detto i socialisti. Ursula von der Leyen oggi sarà alla Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo.