Pfas: per la prima volta in Europa questo Paese approva una legge contro gli inquinanti eterni (ma tranne per un prodotto)
In Francia, i deputati dell’Assemblea nazionale hanno adottato in via definitiva il disegno di legge per eliminare i prodotti contenenti sostanze per- e polifluoroalchiliche, i ben noti Pfas. Più specificamente, il testo – già in discussione dall’anno scorso – vieterà dal 1° gennaio prossimo l’uso di PFAS nei cosmetici, nei prodotti a base di cera,...

In Francia, i deputati dell’Assemblea nazionale hanno adottato in via definitiva il disegno di legge per eliminare i prodotti contenenti sostanze per- e polifluoroalchiliche, i ben noti Pfas.
Più specificamente, il testo – già in discussione dall’anno scorso – vieterà dal 1° gennaio prossimo l’uso di PFAS nei cosmetici, nei prodotti a base di cera, negli impermeabilizzanti per abbigliamento, nei vestiti e nei prodotti tessili.
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Ci sono però dei grandi assenti: gli utensili da cucina sono esclusi da questa norma.
La legge francese anti-Pfas
Il disegno di legge contiene tre assi principali per limitare l’esposizione a queste sostanze. Innanzitutto, il divieto, in vigore dal 1° gennaio 2026, sulla produzione, importazione, esportazione e commercializzazione di cosmetici, scarpe, abbigliamento, prodotti impermeabilizzanti o cere da sci che contengono PFAS.
Come accennavamo, gli utensili da cucina, citati in una prima versione del testo, non sono interessati e il motivo è ahinoi uno soltanto: una forte pressione dalla lobby del marchio Tefal.
Il governo dovrà stabilire un piano per porre fine al rilascio di PFAS nell’acqua entro cinque anni.
Controllo delle acque
La legge francese introduce il controllo obbligatorio dei PFAS nell’acqua potabile da parte delle autorità. La legislazione europea richiede già che 20 inquinanti di questa grande famiglia di molecole siano presi in considerazione nelle analisi dell’acqua a partire dal 1° gennaio 2026.
Il disegno di legge francese amplia anche il campo di applicazione delle sostanze ricercabili dalle Agenzie Sanitarie Regionali (ARS), con l’obiettivo di valutare meglio la presenza di TFA, il più piccolo degli inquinanti eterni. Il testo introduce inoltre una maggiore trasparenza nella pubblicazione dei risultati delle ispezioni delle acque. L’ARS dovrà comunicarli una volta all’anno, in modo accessibile ai cittadini, con mezzi digitali.
La tassa
La legge introduce anche una tassa per cui “chi inquina paga“, in modo che i produttori utilizzano PFAS su larga scala contribuiscano a finanziare la bonifica dei terreni e delle acque.
I proventi di questa tassa andranno nelle casse delle Agenzie idriche, che aiuteranno i Comuni più in difficoltà ad ammodernare il loro sistema di depurazione e solo le aziende più grandi saranno interessate
E in Italia?
Mentre la Francia mette al bando i PFAS in diverse categorie di prodotti e introduce numerosi interventi normativi in materia per proteggere la salute umana, in Italia il governo Meloni continua a non intervenire, nonostante la contaminazione diffusa delle acque potabili e i gravi casi di contaminazione in alcune aree del Veneto e del Piemonte, dichiara Giuseppe Ungherese, responsabile campagna Inquinamento di Greenpeace Italia.
Anche davanti a prove scientifiche sui gravi danni alla salute causati da alcuni PFAS, alcuni dei quali riconosciuti come cancerogeni, il governo italiano non fa nessun passo avanti per proteggere adeguatamente la salute pubblica e l’ambiente. Serve subito una legge nazionale per vietare l’uso e la produzione di PFAS.
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