Perché Stellantis, Renault e Volkswagen brindano per la sterzata Ue sulle emissioni auto
La Commissione europea ha dato più tempo alle case automobilistiche per adeguarsi alle nuove regole sulle emissioni. L'Italia festeggia, ma il divieto al motore termico dal 2035 non è stato modificato. Ecco cosa c'è nell'Action Plan e quali sono le reazioni delle maggiori Case

La Commissione europea ha dato più tempo alle case automobilistiche per adeguarsi alle nuove regole sulle emissioni. L’Italia festeggia, ma il divieto al motore termico dal 2035 non è stato modificato. Ecco cosa c’è nell’Action Plan e quali sono le reazioni delle maggiori Case
La Commissione europea ha presentato oggi un Piano d’azione per il settore automobilistico che vorrebbe rafforzare la competitività dei produttori, alle prese con un calo generale delle immatricolazioni (-2,6 per cento a gennaio), con la concorrenza delle case cinesi di veicoli elettrici e con i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti.
Bruxelles, com’era previsto, non ha modificato il divieto di immatricolazione delle vetture con motore endotermico dal 2035, ma ha dato alle aziende più tempo per adeguarsi alle nuove regole sulle emissioni: tre anni, anziché uno soltanto.
LE REGOLE SULLE EMISSIONI AUTO
Ricapitolando brevemente, nel 2025 la media delle emissioni delle automobili immatricolate da ciascun costruttore non avrebbe potuto superare i 93,6 grammi di CO2 per chilometro; chi sforava il target avrebbe dovuto pagare una sanzione di 95 euro per ogni grammo di carbonio in eccesso: vale a dire delle cifre miliardarie, fino a 15 miliardi di euro. Per ridurre la media emissiva ed evitare le multe, le case europee dovranno vendere più modelli elettrici, ma i numeri attuali non sono sufficienti.
La Commissione ha deciso così di ammorbidire la norma, estendendo il periodo di compliance: il rispetto del limite di emissione sarà basato sulla media del periodo 2025-2027.
LE PAROLE DI URSO
“Salvata l’industria auto europea, la Commissione dà ragione all’Italia”, ha dichiarato il ministro delle Imprese Adolfo Urso, che aveva spinto proprio per un rilassamento delle regole. “Eliminata la tagliola delle multe che avrebbe determinato il collasso del settore. Ora avanti con la piena neutralità tecnologica, l’autonomia strategica nella produzione di batterie e un piano incentivi europeo”.
COSA PENSANO VOLKSWAGEN, RENAULT E STELLANTIS
Oliver Blume, amministratore delegato di Volkswagen, ha lodato l'”approccio pragmatico” della Commissione. Anche Stellantis e Renault hanno espresso soddisfazione per la flessibilità dimostrata da Bruxelles.
Sigfrid de Vries, direttore generale dell’Acea (l’associazione dei produttori automobilistici europei) ha definito positiva la misura, ma ha evidenziato che il rispetto degli obiettivi sarà comunque difficile. L’associazione sperava in una maggiore estensione del periodo di compliance in modo da scongiurare il rischio di una riduzione volontaria della produzione (e dunque delle emissioni) da parte delle case; case che potrebbero comunque dover ricorrere all’acquisto di “crediti di carbonio” dai marchi elettrici, ad esempio Tesla e Polestar, come forma di compensazione.
COSA C’È NELL’ACTION PLAN PER LE BATTERIE
Per stimolare la conversione all’elettrico dell’industria automobilistica europea, l’Action Plan della Commissione contiene un pacchetto di stimolo alla produzione di batterie, il componente critico sul quale la Cina è in netto vantaggio. “Una legge che verrà introdotta nel corso dell’anno specificherà i requisiti di contenuto locale per le batterie e i loro componenti”, si legge. Inoltre, “la Commissione sosterrà lo sviluppo di batterie di nuova generazione attraverso il partenariato BATT4EU, nell’ambito del programma Horizon Europe, con particolare attenzione all’intera catena del valore, per gli anni 2025-2027”.
Verrà anche istituito un organismo per facilitare l’approvvigionamento delle materie prime – la filiera delle batterie è dominata dai cinesi – chiamato Battery Raw Materials Access Entity.
I CARBURANTI ALTERNATIVI
La Commissione destinerà 570 milioni di euro (in aggiunta ai 2,2 miliardi del periodo 2022-2025) per lo sviluppo di carburanti alternativi, in particolare per i veicoli pesanti, più difficili da elettrificare delle automobili.
L’Italia vorrebbe ottenere da Bruxelles una deroga dal ban al motore termico per i biocarburanti, sulla scia di quella già garantita agli elettrocombustibili. Gli elettrocombustibili, o e-fuel, sono carburanti di origine sintetica e dall’impatto emissivo neutro: a promuoverli è soprattutto la Germania.