Perché stanno crollando le vendite delle auto elettriche Tesla in tutta Europa (anche del 60%)

Le strade europee si svuotano di Tesla? Il sogno elettrico del Vecchio Continente, almeno per il marchio americano più iconico, sembra sbiadire bruscamente. Le vendite di Tesla in Europa sono in caduta libera, con un tonfo che ha dell’incredibile: in Germania, motore trainante del mercato auto continentale, il crollo sfiora il 60%. Numeri impietosi che...

Feb 10, 2025 - 20:36
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Perché stanno crollando le vendite delle auto elettriche Tesla in tutta Europa (anche del 60%)

Le strade europee si svuotano di Tesla? Il sogno elettrico del Vecchio Continente, almeno per il marchio americano più iconico, sembra sbiadire bruscamente. Le vendite di Tesla in Europa sono in caduta libera, con un tonfo che ha dell’incredibile: in Germania, motore trainante del mercato auto continentale, il crollo sfiora il 60%. Numeri impietosi che fotografano un gennaio nero per la casa automobilistica di Elon Musk, con cali a doppia cifra che si registrano anche in Francia e Regno Unito, rispettivamente -63% e -12%.

Una débâcle inattesa, che accende i riflettori sulle ragioni di questo repentino dietrofront. Se in principio si era parlato di difficoltà connesse al lancio del nuovo Model Y, con conseguenti stop produttivi in alcuni stabilimenti, ora lo scenario si fa più complesso e inquietante. Sul banco degli imputati finisce, ancora una volta, l’“effetto Musk”. Le sempre più pervasive e controverse posizioni politiche del patron di Tesla, oramai apertamente schierato nello scacchiere internazionale e paladino del movimento “Make Europe Great Again” sull’onda del trumpismo americano, starebbero innescando un effetto boomerang sulle vendite europee.

A lanciare l’allarme sono diversi analisti di mercato, che non escludono un legame diretto tra le esternazioni politiche di Musk e la disaffezione degli automobilisti europei verso le sue vetture elettriche. L’endorsement pubblico e reiterato a favore del partito di ultradestra tedesco AfD, culminato con l’ospitalità riservata alla leader Alice Weidel in una diretta social su X, e il sostegno esplicito offerto al partito in vista delle elezioni tedesche di marzo, potrebbero aver pesato come macigni sulle scelte d’acquisto dei consumatori. Così come le critiche al vetriolo rivolte al premier britannico Keir Starmer, che hanno generato onda lunga oltremanica.

Ma non solo. Ad alimentare la tempesta perfetta che si sta abbattendo su Tesla contribuirebbero anche le controverse dichiarazioni sulla cultura tedesca e i presunti “sensi di colpa del passato” legate alla seconda guerra mondiale. Parole che, lette in controluce, appaiono come una velata – ma non troppo – giustificazione di posizioni revisioniste, e che hanno scatenato un’ondata di indignazione e polemiche, soprattutto in un Paese sensibile e attento come la Germania rispetto alle ferite della storia.

E se l’attivismo politico di Musk sembra aver innescato un effetto repulsione tra i consumatori europei, soprattutto quelli più sensibili a certi valori e posizioni, a ciò si aggiunge il rischio concreto di un vero e proprio boicottaggio “politico” dei prodotti Tesla. Un appello che si fa sempre più pressante e che trova terreno fertile in un Vecchio Continente che non ha mai nascosto una certa distanza – per non dire diffidenza – nei confronti delle derive sovraniste e populiste di matrice americana.

A completare il quadro non roseo per Tesla in Europa ci si mette anche la concorrenza, sempre più agguerrita e incalzante, soprattutto quella proveniente dalla Cina. Le case automobilistiche cinesi stanno avanzando a grandi passi nel mercato europeo delle auto elettriche, proponendo modelli competitivi e tecnologicamente avanzati a prezzi più accessibili rispetto a Tesla. Una sfida diretta che il colosso americano deve ora affrontare con nuove strategie e contromisure, se vuole evitare di perdere ulteriore terreno.

E mentre gli azionisti e gli investitori di Tesla mantengono per ora un cauto ottimismo, consapevoli della solidità del brand e delle potenzialità del mercato delle auto elettriche, il campanello d’allarme suona forte e chiaro. L’ “effetto Musk”, con il suo mix di visione geniale e controverse prese di posizione politiche, rischia di compromettere la corsa di Tesla in Europa. E se la strategia del patron americano è quella di polarizzare il mercato, puntando su una clientela più conservatrice e meno sensibile alle tematiche ambientali – come sembrerebbe suggerire l’analisi del mercato statunitense – il rischio è quello di alienarsi definitivamente ampie fette di mercato europeo, tradizionalmente più orientato a valori progressisti e sensibile alle tematiche green.

Un rischio che Tesla non può permettersi di correre, soprattutto in un momento storico così delicato per il settore automotive, alle prese con la transizione verso l’elettrico e con una concorrenza globale sempre più spietata. E mentre a Roma si moltiplicano gli episodi di vandalismo contro le Tesla parcheggiate in strada, quasi a suggellare un clima di crescente ostilità nei confronti del brand, il futuro di Tesla in Europa appare sempre più incerto e legato a scelte strategiche che dovranno inevitabilmente tenere conto – anche e soprattutto – dell’ “effetto Musk”.

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