Pensioni, perché si rischiano 44mila esodati. Cgil: cosa succede nel 2027

Con l’adeguamento alla speranza di vita, l’età pensionabile potrebbe aumentare. Il sindacato: decine di migliaia di lavoratori rischiano di restare 3 mesi senza reddito

Mar 29, 2025 - 15:00
 0
Pensioni, perché si rischiano 44mila esodati. Cgil: cosa succede nel 2027

Rom, 29 marzo 2025 –  Il governo, entro pochi mesi, dovrà decidere se bloccare l’incremento di tre mesi dei requisiti previdenziali dal 2027 o se confermare il meccanismo dell’aspettativa di vita e, dunque, far partire l’aumento. Un’eventualità, quest’ultima, che non solo farebbe crescere le condizioni previste per la pensione di vecchiaia e per quella cosiddetta anticipata, ma che creerebbe un’altra platea di lavoratori esodati, senza stipendio e senza pensione.

Se nel 2027 scatterà l'aumento dell'età per andare in pensione legata all'aspettativa di vita potrebbero essere 44mila le persone che si troverebbero senza reddito e senza contribuzione in attesa della pensione: la denuncia arriva dalla Cgil che sottolinea come questo sia il numero di coloro che sono usciti dalle aziende attraverso accordi di isopensione, con scivoli fino a sette anni, espansione e solidarietà, prevedendo di raggiungere i vecchi requisiti per la pensione, ovvero 67 anni di età per la vecchiaia o 42 anni e 10 mesi per la pensione anticipata.

La denuncia Cgil

“Oltre 44.000 lavoratori, che hanno aderito negli ultimi anni a misure di uscita anticipata, per effetto dell'adeguamento automatico dei requisiti pensionistici alla speranza di vita - sottolinea il responsabile delle politiche previdenziali della Cgil, Ezio Cigna - rischiano di ritrovarsi dal 1° gennaio 2027 senza reddito e senza contribuzione. Sono nuovi esodati. Se il governo non interverrà, 19.200 lavoratori in isopensione e 4.000 con contratto di espansione si ritroveranno con un vuoto di tre mesi senza assegno, senza contributi, senza tutele. Parliamo di persone che hanno lasciato il lavoro nel pieno rispetto delle regole, firmando accordi con aziende e fondi, basati su date certe di accesso alla pensione. A questi si aggiungono altri 21.000 lavoratori usciti con i Fondi di solidarietà bilaterali, per i quali, seppur con impatti diversi, si configura comunque un possibile vuoto di copertura previdenziale”.

Atteso il dato Istat sulla speranza di vita

L'Istat pubblicherà nei prossimi mesi il dato sulla speranza di vita a 65 anni, base per decidere l'adeguamento dell'età pensionabile nel 2027 e il governo dovrebbe fare entro l'anno il decreto sull'eventuale aumento dell'età per la vecchiaia e dei contributi necessari per la pensione anticipata. Dopo il calo della speranza di vita a 65 anni registrato con la pandemia da Covid (quattro mesi che andrebbero recuperati nel prossimo aggiornamento) si è registrata una “crescita importante” di questo parametro che potrebbe determinare nel 2027 lo scatto dell'aumento dell'età per la pensione. Per un aumento di tre mesi dell'età di pensionamento bisogna che l'incremento registrato sia almeno di sette mesi.

Ipotesi congelamento dell’età pensionabile

Ma il governo potrebbe intervenire per un congelamento. Cigna ricorda che, come la Cgil aveva già denunciato a gennaio “in assenza di interventi correttivi, nel 2027 il requisito per la pensione anticipata salirà a 43 anni e 1 mese di contributi (42 anni e 1 mese per le donne), oltre ai tre mesi di finestra mobile, mentre la pensione di vecchiaia passerà da 67 a 67 anni e 3 mesi. Un ulteriore ostacolo - sottolinea - per migliaia di lavoratrici e lavoratori, che rischiano di non vedere riconosciuto il diritto maturato in base alle regole precedenti”.

E dopo il 2027?

Il problema non si esaurisce con il 2027, ma riguarda anche gli anni successivi, e più in generale l'impianto stesso del sistema previdenziale. “Gli effetti dell'adeguamento alla speranza di vita – spiega la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione - pesano già oggi sulle nuove generazioni, costrette a posticipare sempre di più l'età della pensione e a fare i conti con assegni sempre più bassi, a causa della progressiva riduzione dei coefficienti di trasformazione. Un meccanismo che rischia di minare la fiducia dei giovani nel sistema pubblico e di accentuare disuguaglianze già profonde”.

Gli orientamenti nella maggioranza

Certo è che, quando qualche mese fa è scoppiato il pasticcio del simulatore Inps che inglobava già l’incremento, l’ipotesi dell’aumento era stata bocciata dal Carroccio e da Forza Italia, nettamente schierati per il blocco dell’operazione, mentre da Fratelli d’Italia c’era un atteggiamento più rigorista. Il no della Lega era stato annunciato dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che, in una intervista a Qn, aveva spiegato che l'età per la pensione di vecchiaia non salirà oltre i 67 anni, così come non aumenteranno gli anni di contributi per la pensione anticipata: "Sappiamo che la speranza di vita può crescere e che c'è una norma che la collega all'aumento dei requisiti pensionistici. Interverremo su questo – puntualizzava - quando sarà necessario agire, per bloccare gli aumenti”.