Nestlé partner del progetto di economia circolare Live Haze
Nestlé sta sperimentando il riutilizzo delle cuticole di nocciola come ingrediente per la produzione di mangimi zootecnici Gruppo Nestlé in Italia è partner del progetto sperimentale Live-Haze. Grazie al finanziamento del fondo Prin (Progetti di rilevante interesse nazionale) del Ministero dell’Università e della Ricerca, il progetto sta studiando la possibilità di valorizzare vari scarti agroindustriali, tra cui le cuticole di nocciola, impiegandoli come ingredienti per la produzione di mangimi zootecnici, contribuendo alla creazione di un nuovo modello di economia circolare. Nestlé ha destinato al programma gli scarti del processo di tostatura delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (Pg) e, attraverso il contribuito di altre aziende del comparto aderenti all’iniziativa, attualmente sono già state raccolte e utilizzate per l’alimentazione animale oltre 6 tonnellate di cuticole di nocciole. La partecipazione al progetto Live-Haze si inserisce nel più ampio impegno che Nestlé sta compiendo per la sostenibilità del proprio business, con l’obiettivo di generare un impatto positivo sulle comunità e sul pianeta. Il Gruppo sta lavorando per accelerare la transizione verso pratiche di agricoltura rigenerativa, migliorare la riciclabilità dei propri imballaggi, promuovere la creazione di nuovi modelli di economia circolare, dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050. “Il progetto Live-Haze dimostra che è possibile creare un innovativo modello di economia circolare, che non riduca solo gli sprechi, ma che riesca a trasformare uno scarto di produzione in mangime per animali, contribuendo così a una filiera più circolare -spiega Marta Schiraldi, responsabile sostenibilità di Nestlé Italia-. Siamo orgogliosi di prender parte alla sperimentazione e di aver contribuito, insieme agli altri partner, a raccogliere 6 tonnellate di cuticole di nocciola. Crediamo fermamente che iniziative come questa, che vedono lavorare fianco a fianco diversi attori, come aziende e università, possano fare davvero la differenza”. L'uso di questo materiale, nato dalla valorizzazione degli scarti agroindustriali, nella nutrizione degli animali risulterebbe particolarmente idoneo grazie all’elevata concentrazione di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i tocoferoli. Al progetto Live-Haze prendono parte team di diverse università italiane, come Torino, Catania, Milano, Perugia e Modena e Reggio Emilia. L'opinione dei consumatori Oltre all’analisi qualitativa sulla carne e il latte derivante da bestiame che ha seguito questo tipo di alimentazione, i ricercatori stanno sondando l’opinione dei consumatori per capire se siano favorevoli a nutrirsi di carne ottenuta da bovini alimentati con mangimi non tradizionali, ma realizzati con sottoprodotti dell’industria agroalimentare. Lo studio condotto dal team dell’Università di Torino, composto da scienziati e scienziate dei Dipartimenti di scienze agrarie, forestali e alimentari e di scienze veterinarie, dimostra come il livello di consapevolezza e sensibilità ambientale dei consumatori possa orientare le loro scelte alimentari. Lo studio ha dimostrato, in particolare, un approccio favorevole al consumo di carne ottenuta da bovini alimentati con mangimi non tradizionali, soprattutto se i consumatori sono informati dei benefici ambientali e per la salute animale derivanti dai mangimi stessi. Tuttavia, coloro che si dichiaravano poco interessati ai metodi di alimentazione animale e alle tematiche di sostenibilità ambientale, tendevano a manifestare un maggiore scetticismo nei confronti di questi mangimi alternativi. Sulla disponibilità ad accettare ingredienti non tradizionali nell’alimentazione del bestiame pesano, quindi, vari fattori ideologici e caratteriali, tra cui la sensibilità ambientale e la paura di provare nuovi alimenti, che possono influenzare la percezione individuale di rischi e benefici associati agli stessi. In sintesi, si può affermare che il livello di sensibilità verso tematiche ambientali rappresenti un elemento chiave nella disponibilità ad accettare questa novità, mentre le preoccupazioni riguardo ai possibili effetti sulla salute costituiscono il principale ostacolo da superare. L'articolo Nestlé partner del progetto di economia circolare Live Haze è un contenuto originale di Mark Up.


Gruppo Nestlé in Italia è partner del progetto sperimentale Live-Haze. Grazie al finanziamento del fondo Prin (Progetti di rilevante interesse nazionale) del Ministero dell’Università e della Ricerca, il progetto sta studiando la possibilità di valorizzare vari scarti agroindustriali, tra cui le cuticole di nocciola, impiegandoli come ingredienti per la produzione di mangimi zootecnici, contribuendo alla creazione di un nuovo modello di economia circolare. Nestlé ha destinato al programma gli scarti del processo di tostatura delle nocciole del suo stabilimento Perugina di San Sisto (Pg) e, attraverso il contribuito di altre aziende del comparto aderenti all’iniziativa, attualmente sono già state raccolte e utilizzate per l’alimentazione animale oltre 6 tonnellate di cuticole di nocciole.
La partecipazione al progetto Live-Haze si inserisce nel più ampio impegno che Nestlé sta compiendo per la sostenibilità del proprio business, con l’obiettivo di generare un impatto positivo sulle comunità e sul pianeta. Il Gruppo sta lavorando per accelerare la transizione verso pratiche di agricoltura rigenerativa, migliorare la riciclabilità dei propri imballaggi, promuovere la creazione di nuovi modelli di economia circolare, dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 e raggiungere quota zero entro il 2050.
“Il progetto Live-Haze dimostra che è possibile creare un innovativo modello di economia circolare, che non riduca solo gli sprechi, ma che riesca a trasformare uno scarto di produzione in mangime per animali, contribuendo così a una filiera più circolare -spiega Marta Schiraldi, responsabile sostenibilità di Nestlé Italia-. Siamo orgogliosi di prender parte alla sperimentazione e di aver contribuito, insieme agli altri partner, a raccogliere 6 tonnellate di cuticole di nocciola. Crediamo fermamente che iniziative come questa, che vedono lavorare fianco a fianco diversi attori, come aziende e università, possano fare davvero la differenza”.
L'uso di questo materiale, nato dalla valorizzazione degli scarti agroindustriali, nella nutrizione degli animali risulterebbe particolarmente idoneo grazie all’elevata concentrazione di polisaccaridi, acidi grassi e sostanze antiossidanti come i tocoferoli. Al progetto Live-Haze prendono parte team di diverse università italiane, come Torino, Catania, Milano, Perugia e Modena e Reggio Emilia.
L'opinione dei consumatori
Oltre all’analisi qualitativa sulla carne e il latte derivante da bestiame che ha seguito questo tipo di alimentazione, i ricercatori stanno sondando l’opinione dei consumatori per capire se siano favorevoli a nutrirsi di carne ottenuta da bovini alimentati con mangimi non tradizionali, ma realizzati con sottoprodotti dell’industria agroalimentare. Lo studio condotto dal team dell’Università di Torino, composto da scienziati e scienziate dei Dipartimenti di scienze agrarie, forestali e alimentari e di scienze veterinarie, dimostra come il livello di consapevolezza e sensibilità ambientale dei consumatori possa orientare le loro scelte alimentari. Lo studio ha dimostrato, in particolare, un approccio favorevole al consumo di carne ottenuta da bovini alimentati con mangimi non tradizionali, soprattutto se i consumatori sono informati dei benefici ambientali e per la salute animale derivanti dai mangimi stessi. Tuttavia, coloro che si dichiaravano poco interessati ai metodi di alimentazione animale e alle tematiche di sostenibilità ambientale, tendevano a manifestare un maggiore scetticismo nei confronti di questi mangimi alternativi.
Sulla disponibilità ad accettare ingredienti non tradizionali nell’alimentazione del bestiame pesano, quindi, vari fattori ideologici e caratteriali, tra cui la sensibilità ambientale e la paura di provare nuovi alimenti, che possono influenzare la percezione individuale di rischi e benefici associati agli stessi. In sintesi, si può affermare che il livello di sensibilità verso tematiche ambientali rappresenti un elemento chiave nella disponibilità ad accettare questa novità, mentre le preoccupazioni riguardo ai possibili effetti sulla salute costituiscono il principale ostacolo da superare.
L'articolo Nestlé partner del progetto di economia circolare Live Haze è un contenuto originale di Mark Up.