Nel Def omesse le spese militari, stime al ribasso per il Pil

Il Def 2025 taglia il Pil allo 0,6%, esclude difesa e tariffe, rinuncia al quadro programmatico e si limita a un aggiornamento tecnico in linea con le nuove regole europee

Apr 9, 2025 - 10:06
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Nel Def omesse le spese militari, stime al ribasso per il Pil

Il governo si prepara a riscrivere i conti pubblici con il Def che prende le misure a un presente complicato. Il testo, atteso oggi, 9 aprile, nel Consiglio dei ministri delle 17:30, è il risultato di settimane di confronto tra il ministero dell’Economia e l’Ufficio parlamentare di bilancio. Le stime sul Pil vengono tagliate a colpi di forbice: la crescita prevista per il 2025 si ferma allo 0,6%, in linea con le proiezioni di Bankitalia e Confindustria, ma lontana dal +1,2% contenuto nel Piano strutturale di bilancio presentato in autunno.

Non è previsto nessun riferimento agli effetti delle tariffe statunitensi, nessuna cifra sulla spesa militare, nessuna direzione sulle prossime mosse.

Le previsioni macroeconomiche del governo e i dati di confronto

La revisione al ribasso è arrivata dopo settimane di lavoro tra Mef e Ufficio parlamentare di bilancio, in un contesto aggravato dalla nuova ondata di dazi e dalla conferenza stampa del presidente Usa Donald Trump, che ha scatenato reazioni a catena sui mercati mondiali.

Il risultato finale riflette una linea prudente, pensata anche per proteggere le finanze pubbliche da possibili ulteriori scossoni. Come avviene di consueto, anche queste previsioni sono accompagnate da un livello elevato di incertezza e da rischi tendenzialmente orientati verso il basso.

Conti pubblici e Patto di stabilità: cosa cambia con le nuove regole Ue

Le nuove regole europee permettono qualche margine, ma non autorizzano colpi di testa. Per ora, nessuna apertura sostanziale da parte della Commissione: ogni euro in più dovrà trovare la sua copertura o passare sotto deroga. I numeri però tengono, almeno sulla carta: il disavanzo del 2024 si chiude meglio del previsto, il rapporto deficit/Pil dovrebbe scivolare poco sotto il 3,2%, e anche il debito si muove nella stessa direzione.

Il Def, fedele al nuovo lessico della governance Ue, includerà solo l’aggiornamento del Piano strutturale, senza concessioni alle richieste di un quadro programmatico. Una versione più completa potrebbe arrivare in autunno. Intanto, non serve alcuna manovra correttiva: l’andamento della spesa primaria (al netto di interessi e fluttuazioni cicliche) resta il parametro di riferimento. E per adesso, quel parametro regge.

Difesa, dazi e tensioni internazionali: i grandi assenti del Def

La fotografia dell’economia nazionale, dunque, continua a restituire un’immagine statica. Senza un quadro programmatico e con una crescita stimata allo 0,6%, il Documento di economia e finanza si limita a registrare la temperatura dell’economia senza proporre terapie.

Un punto interrogativo riguarda ancora le uscite per la difesa: i calcoli non sono stati conclusi, mentre in parallelo la maggioranza parlamentare discute una mozione unitaria contro il piano europeo “Readiness 2030”.

La Lega ha presentato una proposta da portare in tutti i consigli comunali e in sede comunitaria per frenare il rafforzamento degli armamenti. Fonti vicine al Carroccio spiegano che si tratta di “una base di confronto con gli alleati per giungere a una posizione comune”. Il testo non fa riferimento diretto al progetto di riarmo, ma ribadisce il sostegno all’Ucraina “per tutto il tempo necessario”, auspicando però una rapida soluzione diplomatica del conflitto.

Non è escluso che, nel Consiglio dei ministri convocato per oggi alle 17:30, si discuta anche di questa posizione. All’ordine del giorno c’è anche una proposta di legge per prorogare la delega relativa alla riforma fiscale, che include la questione della giurisdizione tributaria.