Multe auto dall’Ue per le emissioni di CO2 verso lo stop definitivo
Bruxelles decide oggi sull’emendamento che punta a evitare le multe CO2 auto 2025-2027, introducendo un calcolo triennale delle emissioni per alleggerire il peso sulle case europee

Bruxelles è chiamata a decidere in tempi strettissimi sul destino delle sanzioni per le emissioni di Co2 delle auto. Dopo rinvii e contrasti interni, la Commissione europea ha avviato una procedura scritta per approvare un emendamento al regolamento attualmente in vigore. Il voto dovrà concludersi entro le ore 10 di questa mattina: se nessuno dei commissari si opporrà, la modifica passerà in automatico.
La proposta è pensata per introdurre un sistema più flessibile nel calcolo delle emissioni, evitando che le case automobilistiche vengano colpite da multe miliardarie già da quest’anno.
Co2 auto 2025-2027: la proposta europea per evitare le multe
Il correttivo in cantiere prevede una maggiore elasticità nella lettura dei dati. Invece del solito bilancio annuale, si valuterebbero le emissioni di Co2 in un arco triennale, consentendo così ai produttori di spalmare i risultati e compensare i passi falsi con le eventuali performance migliori. Il nuovo assetto permetterebbe così alle case automobilistiche di calcolare le emissioni medie di flotta tenendo conto di un periodo più lungo
La misura arriva come salvagente lanciato a un comparto già in apnea per via della transizione energetica. Se nessuno farà barricate, la palla passerà al Parlamento europeo e al Consiglio. Il testo verrebbe così inserito nel meccanismo normativo ordinario.
Le differenze interne alla Commissione raccontano un’Europa che fatica a parlarsi. C’è chi vuole riformare il settore con la scure in mano e chi, più pragmaticamente, cerca di salvare il salvabile. In mezzo, i produttori europei, che assistono alla rissa diplomatica.
Auto e regolamento emissioni: perché le case apprezzano l’emendamento
Nel deserto di misure realmente incisive, questa proposta era riuscita a raccogliere consensi anche tra i più critici perché, a differenza di tante dichiarazioni d’intenti, offriva un margine operativo concreto. Permetteva alle case automobilistiche di respirare: più tempo per conformarsi, più flessibilità nel calcolo delle emissioni, meno rischio di dover tagliare la produzione o pagare multe pesanti. Una soluzione tecnica, non ideologica, che dava ai produttori europei la possibilità di restare in corsa senza inciampare nei regolamenti.
Tra le voci critiche spicca quella di Antonio Sileo, Programme Director del programma Sustainable Mobility della Fondazione Eni Enrico Mattei: “L’emendamento al Regolamento è una misura concreta. Il Piano d’azione, invece, è più una dichiarazione di intenti, ma non ha nulla di serio”. Secondo l’esperto, la mancata approvazione rischia di spingere alcune case automobilistiche a rallentare la produzione per evitare di incorrere in sanzioni, con la consapevolezza che nemmeno l’acquisto di crediti di emissione potrebbe bastare.
Crediti co2 auto: chi guadagna dalle sanzioni europee
Mentre molti si attrezzano con il cronometro in mano per evitare il colpo, alcuni sorridono. Tesla, Toyota, Kia e Volvo potrebbero trasformare i crediti ambientali in valuta sonante. Chi è già avanti nella corsa all’elettrificazione sa bene che in un sistema squilibrato le sanzioni degli altri possono diventare un’opportunità per pochi.
Tesla, in particolare, ha costruito negli anni una posizione dominante nella vendita di crediti di emissione: più le altre case sforano i limiti, più lei può vendere loro i propri surplus. Una rendita di posizione che le consente di guadagnare anche quando le vendite calano. Ed è proprio questo il paradosso: mentre la domanda di auto elettriche rallenta e le immatricolazioni europee segnano un brusco calo, il business dei crediti resta per Tesla una delle voci più redditizie a bilancio.
La casa americana vive però un momento di contrasti. Da un lato il sistema normativo europeo potrebbe regalarle un vantaggio competitivo inatteso, dall’altro le vendite nel Vecchio Continente sembrano aver imboccato una discesa. Nei primi due mesi del 2025, le immatricolazioni si sono ridotte del 49% rispetto all’anno precedente, nonostante una strategia da pioniere della mobilità elettrica.