Morì suicida nel Cpr. La famiglia di Moussa si costituisce parte civile
"Io spero che la politica sui Cpr cambi. Continuare così significa ignorare sofferenze e suicidi". Thierno Balde, 34 anni, è...

"Io spero che la politica sui Cpr cambi. Continuare così significa ignorare sofferenze e suicidi". Thierno Balde, 34 anni, è a Torino per chiedere giustizia per il fratello Moussa, morto a 23 anni nel Cpr della città nel maggio 2021. Era stato picchiato da italiani a Ventimiglia, poi arrestato per problemi di documenti e rinchiuso in isolamento in una stanza chiamata ‘ospedaletto‘, dove si tolse la vita. Ora sono imputati la direttrice del centro e un medico, accusati di omicidio colposo. Secondo la procura, Moussa non fu seguito adeguatamente. Thierno si è costituito parte civile insieme al resto della famiglia con gli avvocati Gianluca Vitale e Laura Martinelli. Poi è stato ricevuto dal folto presidio di attivisti della rete No Cpr che si è raccolto davanti al Palazzo di giustizia.
Con Thierno, anche Mariama Sylla, sorella di Ousmane, morto nel Cpr di Roma nel 2024: "Mio fratello sperava in una vita migliore. Se lasciamo l’Africa non è per fare del male. Vorremmo che si capisse questo".