Mangione si dichiara “non colpevole”. Gli slogan dei manifestanti al processo
Iniziato il processo al giovane che ha ucciso il Ceo di UnitedHealthcare Brian Thompson. Luigi Mangione rischia la pena di morte

New York, 25 aprile 2025 – Luigi Mangione, il rampollo di una ricca famiglia italo-americana di Baltimora, si è dichiarato “non colpevole” davanti a un tribunale federale di New York dove poche ore fa il ministero della Giustizia aveva ufficializzato la richiesta della pena di morte, sostenendo che il giovane ha ucciso il Ceo di UnitedHealthcare Brian Thompson in pieno centro di Manhattan “per amplificare un messaggio ideologico” e creare un movimento di resistenza contro l'industria delle assicurazioni per la salute.
Vestito nella tuta marrone dei detenuti e senza esser ripreso dalle telecamere che non hanno avuto accesso all'aula, Mangione si è dichiarato non colpevole dei quattro capi d'accusa federali a suo carico, tra cui omicidio aggravato con arma da fuoco, quest'ultimo il reato che prevede la pena di morte federale. Un avvocato del giovane imputato ha definito "barbarica” la decisione del governo Trump di chiedere una settimana fa la pena capitale per il ragazzo.
Fuori dalla corte un gruppo di manifestanti ha innalzato cartelli con lo slogan "Luigi libero” diventato popolare tra molti assicurati che in America si sentono traditi dalle mutue. Il giovane, che ha ucciso Thompson il 4 dicembre ed è stato catturato cinque giorni più tardi in un McDonald's della Pennsylvania dopo una frenetica caccia all'uomo, è attualmente detenuto presso il Metropolitan Detention Center di Brooklyn.
L'udienza di oggi ha rappresentato un momento cruciale nel procedimento giudiziario, che ha attirato l'attenzione pubblica a causa della natura dell'accusa e delle implicazioni legate alla pena di morte. In aggiunta ai capi di accusa federali, Mangione deve rispondere a undici capi di imputazione statali a New York tra cui omicidio di primo grado e omicidio per crimini di terrorismo. Se riconosciuto colpevole, la pena obbligatoria è del carcere a vita senza la possibilità di sconti di pena.
C'era anche Chelsea Manning, l'ex analista dell'intelligence dell'Esercito americano incarcerata per aver passato nel 2010 a Wikileaks una vasta quantità di documenti militari e diplomatici riservati, tra i sostenitori di Luigi Mangione nell'aula del tribunale federale a Manhattan dove il ragazzo si è dichiarato non colpevole dell'omicidio del Ceo di UnitedHealthcare Brian Thomson.
La Manning, che ha cambiato sesso dopo l'arresto, si è fermata per dare ai giornalisti che aspettavano fuori dalla corte una breve dichiarazione a sostegno di Mangione. Dopo sette anni di carcere militare è stata liberata per ordione del presidente Barack Obama che ha commutato la pena. Da allora è diventata un'attivista per la trasparenza, i diritti civili e i diritti delle persone transgender.