“Mai pentito di aver lasciato gli 883”, le confessioni di Mauro Repetto
Mauro Repetto racconta il suo addio agli 883, i sogni infranti, la nuova vita a Disneyland e l’amicizia mai finita con Max Pezzali

“Anche Mauro Repetto è cresciuto” e oggi guarda al passato con occhi attenti, esponendo un bilancio inatteso e rivelando i dettagli del suo addio agli 883, di cui fece parte, contribuendone al successo. Un successo che oggi simboleggia, per i quarantenni di oggi, un’epoca d’oro, quella de “Gli anni“, canzone che fa da ponte tra la generazione del passato, quella analogica e delle comitive del secolo scorso, a quella super tecnologica e digitale di oggi.
Proprio il celebre brano, secondo i racconti di Repetto, paradossalmente rappresenta il punto di rottura (artisticamente parlando) tra lui e Max Pezzali, che da lì in avanti proseguì la sua carriera da solista. Gli 883 sono tornati in auge negli ultimi tempi grazie anche alla serie TV di 6 episodi “Hanno ucciso l’uomo ragno” in onda su Sky con Elia Nuzzolo nei panni di Max Pezzali e Matteo Giuggioli che interpreta proprio l’ex biondino del duo iconico.
Una bellissima storia di amicizia, di musica e di provincia: i tre ingredienti speciali che hanno reso gli 883 unici e indimenticabili. Oggi appare difficile accettare la scelta di Mauro Repetto, quella di lasciare tutto, così, di punto in bianco, ma le sue motivazioni, riflettono quel mood un pò sognante, “pratico” e desideroso di riscatto che gli 883 raccontano nelle loro canzoni.
Un distacco amaro ma fortemente voluto
Mentre Max Pezzali cantava, Mauro Repetto ballava: erano gli 883. Sebbene il ruolo di Repetto potesse sembrare atipico all’interno del duo, l’artista rappresentava la seconda colonna portante della formazione musicale, non solo perché ne era il cofondatore, ma anche perché, in collaborazione con Pezzali, scriveva i brani e componeva le melodie.
Quando decise di andarsene, i fan ne rimasero rattristati e si chiesero il motivo. Una domanda che, a distanza di anni, trova risposta nelle parole del protagonista, rilasciate durante un’intervista a Il Messaggero. Era il 1994 e gli 883 erano all’apice del successo. “Se mi sono mai pentito della scelta di lasciare gli 883 all’apice della popolarità? No: rifarei tutto altre mille volte” ha confessato l’artista spiegano che lasciò dopo aver ascoltato la canzone “Gli anni”, che trovava soffocante per il suo spirito libero: il verso “stessa storia, stesso posto, stesso bar” gli dava claustrofobia.
Dopo l’addio, si trasferì prima a Los Angeles per tentare la carriera da sceneggiatore (fallita per problemi con la lingua) e poi a Parigi, dove lavora tuttora come event manager a Disneyland. Il 2023 è l’anno della svolta, l’anno dei bilanci: Mauro Repetto decide di raccontare la sua storia in un libro dal titolo “Non ho ucciso l’Uomo Ragno” e da a cui è nato lo spettacolo teatrale “Alla ricerca dell’Uomo Ragno”, attualmente in tournée. Un tuffo nel passato che sta riaccendendo nei fan vecchi il legame affettivo con l’artista, incuriosendo quelli nuovi che grazie anche alla serie televisiva vogliono saperne di più.
Durante l’intervista Mauro Repetto parla anche dei rapporti con Max Pezzali: “Era il mio migliore amico in assoluto; non avrò mai un amico migliore di lui. È la persona a cui ero più legato emotivamente.” Poi aggiunge: “Tra me e Max le frequenze sono cambiate. Nulla si è rotto tra noi, la nostra amicizia resta forte, ma a un certo punto è arrivata questa chitarra con una nota distorta. È come se due radio si sintonizzassero improvvisamente su frequenze diverse: non captavamo più le stesse note“.
Nello spettacolo teatrale Repetto racconta la sua vita, tra successo musicale, sogni americani falliti e la nuova realtà a Disneyland. Canta anche le hit degli 883 e ripropone i suoi balletti iconici. E sull’eventualità di una reunion degli 883, dice: “In birreria sempre. Sul palco solo se avverrà in maniera spontanea.”