L'ex jihadista stringe mani all'Onu
Che le Nazioni Unite sotto la guida del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres hanno perso ogni credibilità e imparzialità è un fatto accertato tuttavia, quanto accaduto oggi lascia semplicemente sbalorditi. Guterres ha infatti incontrato il Presidente siriano de facto Ahmad al-Sharaa - Mohammed al-Jolani «per discutere della transizione politica in Siria e delle sfide in corso». In una nota dell'ufficio del portavoce si legge: «Si sono scambiati opinioni sull'opportunità storica di tracciare una nuova rotta per la Siria e sulle sfide che il Paese deve affrontare». L'incontro ha avuto luogo nella capitale egiziana del Cairo, dove i leader arabi si sono riuniti per un vertice di emergenza per affrontare la questione della ricostruzione della Striscia di Gaza. Non ci stancheremo mai di ricordare chi è Ahmed al-Sharaa: Originario di Riyadh, in Arabia Saudita, proveniente da una famiglia sunnita siriana delle alture del Golan, è cresciuto nella città di Damasco. Al-Sharaa ha aderito ad al-Qaeda in Iraq poco prima che iniziasse l’invasione statunitense del 2003 e ha partecipato al conflitto per tre anni all'interno della resistenza irachena. Le truppe americane lo hanno arrestato e detenuto tra il 2006 e il 2011. La sua liberazione è avvenuta nel periodo in cui scoppiava la rivolta siriana contro il governo baathista di Bashar al-Assad. Nel 2012, al-Sharaa ha fondato il Fronte al-Nusra con il sostegno di al-Qaeda, con l'obiettivo di contrastare il regime di Assad nella guerra civile in Siria. In qualità di leader dell'organizzazione, ha consolidato il proprio controllo nella regione nordoccidentale di Idlib dove si reso protagonista di violenze di ogni tipo tanto che le sue mani sono sporche di sangue e Antonio Guterres non puo’ non saperlo.Dopo una breve collaborazione ha respinto i tentativi di Abu Bakr al-Baghdadi di unire il Fronte al-Nusra con lo Stato Islamico, dando origine a un conflitto tra le due fazioni. Nel 2016, al-Sharaa ha deciso di separare almeno formalmente al-Nusra da al-Qaeda. Dopo questa rottura, ha cercato di ottenere riconoscimento internazionale spostando l’attenzione dalla jihad globale alla gestione amministrativa della Siria. Nel 2017, ha unificato al-Nusra con altri gruppi per creare Hay'at Tahrir al-Sham (HTS). Ha ricoperto il ruolo di leader di HTS dal 2017 al 2025, promuovendo la creazione di un'amministrazione tecnocratica chiamata Governo di Salvezza Siriano (SSG) nelle aree sotto il suo controllo nella provincia di Idlib. Negli ultimi anni e prima della presa del poter in Siria ,al-Sharaa ha cercato di presentarsi in una luce più moderata, dichiarando di non voler attaccare le nazioni occidentali e impegnandosi a garantire la protezione delle minoranze siriane. Lo ha fatto ? No, gli alawiti la minoranza alla quale apprtegono gli Assad sono perseguitati dal nuovo regime. Dieci anni fa, in un'intervista, affermò con orgoglio che i musulmani «non avrebbero dovuto entrare in Parlamento per giurare su una costituzione creata dall’uomo, sostenendo invece la necessità di rispettare il governo di Dio Onnipotente».Antonio Guterres ha affermato di «aver preso atto degli importanti passi compiuti nel cammino verso una transizione politica in Siria» e ha sottolineato «la necessità di una transizione inclusiva, nello spirito dei principi chiave della risoluzione 2254 (2015) del Consiglio di sicurezza» La risoluzione 2254, adottata nel 2015, chiede un processo politico guidato dalla Siria e facilitato dall'ONU per istituire un governo credibile, inclusivo e non settario, nonché per stabilire una tempistica e un processo per la stesura di una nuova costituzione. Nella dichiarazione si legge anche che il Segretario generale «ha promesso il sostegno delle Nazioni Unite alla ripresa del Paese e al popolo siriano per soddisfare le proprie esigenze umanitarie» ed ha anche espresso «preoccupazione per le violazioni dell'accordo di disimpegno del 1974». Il riferimento è al fatto che dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, Israele nel fondato timore di nuovo attacchi terroristici ha preso il controllo delle alture del Golan siriano, insediandosi nella la zona cuscinetto demilitarizzata inoltre ha anche intensificato gli attacchi aerei contro magazzini di armi e munizioni di Hezbollah, Hamas e dell’Isis senza dimenticare alcuni magazzini contenenti armi chimiche. Le alture del Golan rappresentano una vera e propria “torre di osservazione” nel Medio Oriente e sono un nodo strategico cruciale, non solo per la sicurezza ma anche per le risorse idriche. Circa un terzo dell’approvvigionamento idrico di Israele passa attraverso questa regione, rendendola un punto di contesa con la Siria. Dal punto di vista geografico, i rilievi delle alture dominano a ovest Tiberiade e parte della Galilea, mentre a est sovrastano la pianura che si estende fino a Damasco, distante appena 50 chilometri. A nord, il confine naturale è segnato dal monte Hermon, che con i suoi 2.814 metri di altezza offre u


Che le Nazioni Unite sotto la guida del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres hanno perso ogni credibilità e imparzialità è un fatto accertato tuttavia, quanto accaduto oggi lascia semplicemente sbalorditi. Guterres ha infatti incontrato il Presidente siriano de facto Ahmad al-Sharaa - Mohammed al-Jolani «per discutere della transizione politica in Siria e delle sfide in corso». In una nota dell'ufficio del portavoce si legge: «Si sono scambiati opinioni sull'opportunità storica di tracciare una nuova rotta per la Siria e sulle sfide che il Paese deve affrontare». L'incontro ha avuto luogo nella capitale egiziana del Cairo, dove i leader arabi si sono riuniti per un vertice di emergenza per affrontare la questione della ricostruzione della Striscia di Gaza. Non ci stancheremo mai di ricordare chi è Ahmed al-Sharaa: Originario di Riyadh, in Arabia Saudita, proveniente da una famiglia sunnita siriana delle alture del Golan, è cresciuto nella città di Damasco. Al-Sharaa ha aderito ad al-Qaeda in Iraq poco prima che iniziasse l’invasione statunitense del 2003 e ha partecipato al conflitto per tre anni all'interno della resistenza irachena. Le truppe americane lo hanno arrestato e detenuto tra il 2006 e il 2011. La sua liberazione è avvenuta nel periodo in cui scoppiava la rivolta siriana contro il governo baathista di Bashar al-Assad. Nel 2012, al-Sharaa ha fondato il Fronte al-Nusra con il sostegno di al-Qaeda, con l'obiettivo di contrastare il regime di Assad nella guerra civile in Siria. In qualità di leader dell'organizzazione, ha consolidato il proprio controllo nella regione nordoccidentale di Idlib dove si reso protagonista di violenze di ogni tipo tanto che le sue mani sono sporche di sangue e Antonio Guterres non puo’ non saperlo.
Dopo una breve collaborazione ha respinto i tentativi di Abu Bakr al-Baghdadi di unire il Fronte al-Nusra con lo Stato Islamico, dando origine a un conflitto tra le due fazioni. Nel 2016, al-Sharaa ha deciso di separare almeno formalmente al-Nusra da al-Qaeda. Dopo questa rottura, ha cercato di ottenere riconoscimento internazionale spostando l’attenzione dalla jihad globale alla gestione amministrativa della Siria. Nel 2017, ha unificato al-Nusra con altri gruppi per creare Hay'at Tahrir al-Sham (HTS). Ha ricoperto il ruolo di leader di HTS dal 2017 al 2025, promuovendo la creazione di un'amministrazione tecnocratica chiamata Governo di Salvezza Siriano (SSG) nelle aree sotto il suo controllo nella provincia di Idlib. Negli ultimi anni e prima della presa del poter in Siria ,al-Sharaa ha cercato di presentarsi in una luce più moderata, dichiarando di non voler attaccare le nazioni occidentali e impegnandosi a garantire la protezione delle minoranze siriane. Lo ha fatto ? No, gli alawiti la minoranza alla quale apprtegono gli Assad sono perseguitati dal nuovo regime. Dieci anni fa, in un'intervista, affermò con orgoglio che i musulmani «non avrebbero dovuto entrare in Parlamento per giurare su una costituzione creata dall’uomo, sostenendo invece la necessità di rispettare il governo di Dio Onnipotente».
Antonio Guterres ha affermato di «aver preso atto degli importanti passi compiuti nel cammino verso una transizione politica in Siria» e ha sottolineato «la necessità di una transizione inclusiva, nello spirito dei principi chiave della risoluzione 2254 (2015) del Consiglio di sicurezza» La risoluzione 2254, adottata nel 2015, chiede un processo politico guidato dalla Siria e facilitato dall'ONU per istituire un governo credibile, inclusivo e non settario, nonché per stabilire una tempistica e un processo per la stesura di una nuova costituzione. Nella dichiarazione si legge anche che il Segretario generale «ha promesso il sostegno delle Nazioni Unite alla ripresa del Paese e al popolo siriano per soddisfare le proprie esigenze umanitarie» ed ha anche espresso «preoccupazione per le violazioni dell'accordo di disimpegno del 1974». Il riferimento è al fatto che dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, Israele nel fondato timore di nuovo attacchi terroristici ha preso il controllo delle alture del Golan siriano, insediandosi nella la zona cuscinetto demilitarizzata inoltre ha anche intensificato gli attacchi aerei contro magazzini di armi e munizioni di Hezbollah, Hamas e dell’Isis senza dimenticare alcuni magazzini contenenti armi chimiche.
Le alture del Golan rappresentano una vera e propria “torre di osservazione” nel Medio Oriente e sono un nodo strategico cruciale, non solo per la sicurezza ma anche per le risorse idriche. Circa un terzo dell’approvvigionamento idrico di Israele passa attraverso questa regione, rendendola un punto di contesa con la Siria. Dal punto di vista geografico, i rilievi delle alture dominano a ovest Tiberiade e parte della Galilea, mentre a est sovrastano la pianura che si estende fino a Damasco, distante appena 50 chilometri. A nord, il confine naturale è segnato dal monte Hermon, che con i suoi 2.814 metri di altezza offre un punto di osservazione strategico sull’intera area. Nella tradizione ebraica, il monte Hermon segna il confine della Terra promessa, un aspetto che si intreccia con le attuali rivendicazioni politiche. Non a caso, il 9 dicembre, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito con fermezza: «Le alture del Golan faranno parte dello Stato di Israele per l’eternità».
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