L’arte della gioia, Jasmine Trinca, Valeria Bruni Tedeschi e Guido Caprino: “Modesta è quello che vorremmo essere e non siamo”
Insieme ai tre protagonisti della serie Sky e NOW approfondiamo il personaggio di Modesta e quello che ha rappresentato

L’arte della gioia è popolata di diversi personaggi che la protagonista Modesta incontra, seduce, manipola lungo la sua strada. Durante la presentazione della serie tv disponibile su Sky e NOW anche on demand oltre che il venerdì in prima serata, abbiamo avuto modo di chiacchierare con Valeria Bruni Tedeschi (che interpreta la principessa Gaia Brandiforti), Guido Caprino (Carmine il fattore) e Jasmine Trinca (madre Leonora).
“Un racconto sul femminile piuttosto inedito già nel libro, nella narrativa” ci ha detto Jasmine Trinca parlando della serie L’arte della gioia e del personaggio di Modesta che incarna “il potenziale e la libertà, una storia di autodeterminazione anche in un modo a volte scomposto, crudele ma potente. Valeria con il suo sguardo assolutamente non ideologico, ha trasformato questo racconto una saga gotica più che romantica. Per Madre Leonora, Modesta è tutto quello che non è riuscita a essere, non ha saputo essere, vede in lei la possibilità dell’esistente”.
“La principessa Gaia” secondo Valeria Bruni Tedeschi “vede in questa ragazzina quello che lei vorrebbe, incarna quella libertà che ha sempre perseguito”. “Anche per Carmine è così” commenta Guido Caprino “hanno un’estrazione simile, c’è anche un’affinità sociale, si assomigliano. Carmine è un uomo che è abituato a esser comandato dalle donne, nel romanzo si evince come avesse una forma di terrore verso la madre. Non è facile parlare di una cosa girata due anni fa, ma anche rispetto al rapporto con la principessa, ne parla come un uomo, in un senso patriarcale, una donna di polso cui nessuno riusciva a star dietro, neanche a cavallo. Un rispetto legato alla tempra di chi si ha di fronte”.
E la principessa Gaia vive di questo potere, non ha più altro “tutta la sua energia e il divertimento lo mette nell’esercitare questo potere, anche il suo Eros, non ha più un uomo, non va a cavallo, non ha più altro che gestire gli altri come della marionettine”.