La vera perla, fra tante stelle, di Kappa FuturFestival 2025
L’errore sarebbe dare tutto per scontato. Non lo è. Non lo è per nulla. L’abbondanza irreale in line up con cui ormai il Kappa FuturFestival ci investe da un po’ di edizioni a questa parte – soprattutto post Covid, come a recuperare il tempo perduto – è davvero qualcosa che a) un tempo sarebbe stato… The post La vera perla, fra tante stelle, di Kappa FuturFestival 2025 appeared first on Soundwall.

L’errore sarebbe dare tutto per scontato. Non lo è. Non lo è per nulla. L’abbondanza irreale in line up con cui ormai il Kappa FuturFestival ci investe da un po’ di edizioni a questa parte – soprattutto post Covid, come a recuperare il tempo perduto – è davvero qualcosa che a) un tempo sarebbe stato semplicemente inimmaginabile in Italia, in primis come sforzo organizzativo ed imprenditoriale b) dovremmo tenerci stretto, perché un giorno ne parleremo con meraviglia e nostalgia, esattamente come si fa oggi della Bologna anni ’90, che con line up super arty e sperimentali attirava almeno 10/15.000 persone ogni weekend (sia il venerdì che il sabato) tra Link, Livello 57 e TPO di Via Irnerio, che a dirlo oggi pare impossibile, pare un’allucinazione collettiva. Noi ve lo diciamo, poi vedete voi.
Sia come sia, ieri c’è stata la terza ondata di annunci del KFF, ed è stata per certi versi l’ondata con più chicche per intenditori. Perché infatti se già nelle ondate precedenti c’erano stati i live di Voices From The Lake e Octave One e i b2b tra Stingray e Helena Hauff, tra Ben UFO e Francesco Del Garda, tra Joe Claussell e Ron Trent (e questo era già una goccia sul mare, perché tra gli altri annunci si va da Diplo, Solomun e Peggy Gou a Dixon, Lil Louis, Dozzy, e ci fermiamo qui perché i nomi da citare sarebbero millemila), con il drop di ieri sono arrivate delle cose che ci fa molto piacere sottolineare e segnalare.
(Una visione notturna del KFF; continua sotto)
Facile parlare del b2b (business to business?) tra Anyma e Solomun, sarà quello che venderà più biglietti e raccoglierà più attenzioni fra il pubblico generalista, o anche di quello tamarroso-stiloso tra i Martinez Brothers e Dennis Cruz; no, noi vorremmo spostare la vostra attenzione non tanto e non solo per la prima assoluta in Italia del nuovo live set di Floating Points o per il gioioso piacione Folamour o per l’illustre maestro Kerri Chandler o per l’illuminato Mathew Jonson o per i barricaderi DVS1 & Traxx, nomi che in fondo sono presenze in qualche modo “prevedibili”, quanto piuttosto sul grande ritorno di un maestro assoluto della techno più secca, feroce, rigorosa: Speedy J. Ci sarà lui in dj set, sì, ma ci sarà lui anche ad orchestrare una chicca assoluta, che rischia di passare sotto silenzio: a Kappa FuturFestiva ci sarà infatti, in esclusiva italiana, una declinazione delle live experiences di Stoor.
(Ad Amsterdam, al Paradiso, era andata ad esempio così – che trip, che meraviglia; continua sotto)
Ecco, per chi non lo sapesse, Stoor è un luogo assolutamente pazzesco, aperto a Rotterdam: sempre aperto, sempre a disposizione di chi vuole venire, creare, eventualmente incidere e produrre (esiste anche una vinyl plant interna, per tirature limitate ad altissima qualità), vuole anche fare da archivio-in-tempo-reale di ciò che è la creatività in campo digitale: tutto quello che accade – e ripetiamo, è un luogo potenzialmente sempre aperto, 24/7 – viene documentato e conservato. Un live set presentato da Stoor per certi versi è accomunabile ad un’altra delle esperienze “aperte” più belle nel campo dell’elettronica, il Circle Of Live “nutrito” dal meraviglioso Sebastian Mullaert (…occhio, in un festival italiano estivo piccolo, ma suggestivo e combattivo, arriverà pure quello). Si tratta di situazioni magiche, particolari, se per voi la musica è un minimo una questione importante e non solo la colonna sonora di una caciara da seguire distrattamente vi consigliamo di non perdervele. In più i nomi non sono ancora annunciabili, ma in questa declinazione italiana di Stoor vi possiamo garantire che, oltre ovviamente a Speedy J, sarannoi coinvolti dei nomi notevolissimi, artisti di grandissimo spessore.
Resta da sottolineare, last but not least, che il Kappa FuturFestival continua a tenere bassi i prezzi dei biglietti: certo, per chi è ricco ed ha eletto il techno tourism a proprio balocco, beato lei o beato lui, ci sono sempre i pacchetti sfrontatamente lussuosi e costosi (dall’Art&Techno Pass che a 3000 euro ti dà non solo il festival ma un giro esclusivo per gallerie d’arte e quant’altro fino al più “banale” Gold Pass a 1350 euro), però già il semplice VIP Pass con la release attuale non ha un costo eccessivo (490 euro più prevendita) ed una più che sufficiente General Admission per i tre giorni – 4, 5 e 6 luglio 2025 – viene solo 190 euro più diritti di prevendita (lo ripetiamo, con la release attuale: a questo prezzo è uno steal, direbbero gli inglesi). Insomma, ci sono più motivi per considerare il Kappa FuturFestival una benedizione per Torino e per la scena italiana tutta: un’autentica eccellenza a livello globale, sotto mille punti di vista. Uno dei festival più belli del mondo. E vedi un po’ è da noi, nella nostra nazione, a pochi chilometri in linea d’aria dalla Mole. Dopodiché proprio la giunta torinese continua invece a incartarsi sulla questione ToDays (siamo alla farsa della farsa: quest’anno in palio, da bando ufficiale, più di mezzo milione di euro come contributo a fondo perduto, che non sarebbe mica poco, ma con richieste e paletti così cervellotici che pare che perfino una potenziale inedita cordata che metteva insieme Kappa, C2C, Hiroshima e non solo abbia preferito dire “No, grazie, fatevelo voi”, avanzate pure voi le vostre considerazioni – confidiamo nel vostro buon senso). Farebbe meglio il “dinamico duo” Carretta&Purchia a capire chi fa veramente le cose per bene in città, e pure da anni: sarebbe meglio per tutti, per loro, per la Torino che amministrano, per noi. Intanto, grazie Kappa FuturFestival: perché anche quest’anno stai facendo le cose per bene, le cose con ambizione, le cose con coraggio.
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