La sostenibilità vive (anche) nel portafoglio

Con una formazione e una certificazione ad hoc, la squadra dei Sustainable Advisors di Banca Generali si avvia verso la soglia dei 200 membri nel 2025. Al centro, il valore dell’investimento e il suo impatto sociale L'articolo La sostenibilità vive (anche) nel portafoglio proviene da Economy Magazine.

Feb 16, 2025 - 09:26
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La sostenibilità vive (anche) nel portafoglio

I Sustainable Advisor sono consulenti finanziari di Banca Generali, forti di competenze e una formazione ad hoc sugli investimenti sulle tematiche della transizione, dell’innovazione e della crescita sostenibile, ingredienti sempre più cruciali delle sfide di competitività affrontati dalla nostra economia e dalle nostre imprese. Un progetto che nasce come «conseguenza diretta di un’attenzione concreta che la banca ha riscontrato da parte di una buona fascia di clientela verso questi temi». Così Enzo Ruini, Sales Manager Strategico per la Sostenibilità di Banca Generali, spiega le ragioni dietro alla decisione della banca del Leone, che ormai da più di un anno ha avviato il progetto Sustainable Advisors, un’eccellenza specifica di professionalità e conoscenza in questo ambito specifico della consulenza. Professionisti in grado di accompagnare i clienti e rispondere alle loro domande ed esigenze in questa materia, sempre tenendo al centro il valore dell’investimento e il suo impatto sociale finalizzato alla crescita sostenibile.

L’iniziativa è stata in grado di intercettare un bisogno e un desiderio dei clienti e di conseguenza è stata accolta positivamente: al 30 settembre la private bank ha registrato un risultato della componente investita in prodotti dedicati alla sostenibilità pari al 43,1% delle soluzioni gestite complessive, in miglioramento di 5,6 punti percentuali rispetto a fine 2023.

Il progetto Sustainable Advisors è stato avviato con un team pilota che ha riscosso un grande riscontro. Basato su un primo nucleo di circa 80 professionisti, ma le adesioni sono in crescita e si stima possano salire fino a 200 consulenti nel 2025. Il gruppo è stato selezionato in base a criteri come la dotazione di una specifica certificazione Efpa, un’elevata incidenza di prodotti dedicati alla sostenibilità nel proprio portafoglio e una capacità specifica nella redazione di report, di screening e di conoscenza della materia.

Insomma, una solida base di partenza di conoscenza e di competenze, che non è stato difficile reperire nella rete del Leone, che conta oltre 350 private banker in possesso di una certificazione di sostenibilità, ottenuta spesso in completa autonomia, che si stima possano salire a 500 entro fine 2025.

Competenze che vengono ulteriormente coltivate attraverso un percorso strutturato e specifico una volta entrati nel gruppo dei Sustainable Advisors, con un pacchetto di formazione fatto di corsi, eventi, sessioni di networking e convention, offerto dalla banca, per confrontarsi con le best practice del settore. Per fare sempre meglio leva sulla suite di strumenti messi a disposizione della banca, come la piattaforma proprietaria sviluppata con Mainstreet Partners in grado di quantificare l’impatto reale che le singole scelte di investimenti hanno sulle sfide ambientali e sociali del futuro.

Il gruppo, spiega Ruini, «è eterogeneo e in essi rientrano sia consulenti senior sia figure più giovani, ma accumunati da un impegno comune di crescita professionale attraverso competenze che permettano un servizio orientato alla domanda specxifica di consulenza ‘sostenibile’ da parte della clientela».

E le giovani generazioni «sono più attente ai temi della transizione e ai valori della sostenibilità. Per questo è fondamentale avere a propria disposizione strumenti, conoscenze e competenze in grado di dare risposte alle domande e alle esigenze di una clientela in evoluzione, attraverso interazione, dialogo e relazione di fiducia, le basi della nostra professione», conclude Ruini.

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